NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
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Record di nuovi preti, ma è crisi di vocazioni

di L.P.

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Record di nuovi preti, ma è crisi di vocazioni

Don Carlo Sandonà, prete a 38 anni: una scelta fatta dopo la laurea in giurisprudenza a Padova e un quadriennio di lavoro come avvocato in uno studio legale

Dei nuovi diaconi proclamati preti in Cattedrale la storia più singolare è sicuramente quella di don Carlo Sandonà, padovano originario di San Pietro in Gù (che fa parte della diocesi di Vicenza) il più vecchio del gruppo con i suoi 38 anni (ne compirà 39 tra qualche mese) che ha deciso di cambiare vita dopo essersi laureato in giurisprudenza all'università di Padova, aver passato l'esame di Stato da avvocato e aver svolto quattro anni di attività (tra cui i due di tirocinio) in uno studio legale della Città del Santo.

«Non c'è stato nessun episodio scatenante che mi ha fatto prendere questa decisione - racconta don Sandonà - che invece è arrivata dopo aver riflettuto a lungo e dopo aver capito molte cose proprio durante la mia attività di avvocato, in cui ho seguito storie diverse. C'è da dire che in contemporanea alla mia attività di legale ho sempre collaborato con la parrocchia del mio paese, come animatore con i giovani, un'esperienza che ho sempre considerato gratificante e che poi mi ha portato a fare questa scelta».

E così don Carlo, nel settembre 2009, all'età di 32 anni, ha deciso di entrare in Seminario a Vicenza dove ha svolto il primo anno propedeutico (obbligatorio per coloro che non arrivano dal Seminario minore) e i successivi sei anni, assieme ai colleghi nominati preti con lui nelle settimane scorse.

Record di nuovi preti, ma è crisi di vocazioni (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)Inevitabile chiedergli come tale decisione radicale è stata presa in famiglia e nel posto di lavoro. «In effetti - ammette don Sandonà - non è stato così facile in entrambi i luoghi: a casa i miei genitori e i fratelli all'inizio hanno faticato a capire e durante i primi anni di Seminario il rapporto è stato complicato, anche se poi con una certa frequenza tornavo a casa nel mio paese. Con il passare degli anni c'è stato un cambiamento progressivo e alla fine devo dire che tutti a casa hanno rispettato la mia scelta, che alla fine hanno accettato con entusiasmo: adesso i rapporti sono tornati ottimi. La stessa difficoltà si è verificata pure nello studio legale dove lavoravo e dove ero apprezzato e benvoluto: anche qui i miei colleghi hanno insistito a lunghi per farmi cambiare idea, ma alla fine hanno accettato la mia decisione».

Tra pochi giorni don Carlo Sandonà sarà destinato a una delle parrocchie della Diocesi, dove inizierà come cappellano a fianco del parroco. «Qualsiasi decisione che verrà presa va bene - conclude - d'altronde tutto passa attraverso l'obbedienza che abbiamo promesso al Vescovo. Un mio eventuale incarico futuro all'interno della Diocesi in qualche modo collegato alla mia esperienza di studi e al mio passato da avvocato? Non lo so e al momento non ci penso. Diciamo che il Vescovo conosce il mio percorso e quindi sarà lui a prendere la decisione migliore».

 

Don Marco Ferrari, il più giovane del gruppo con i suoi 24 anni: pensava di fare il medico, poi è stato spinto alla vocazione dai familiari e dal parroco di Colzè

Dal più "vecchio" del gruppo al più giovane, che risponde al nome di don Marco Ferrari, 24 anni, originario di Colzè, frazione di Montegalda che fa parte della Diocesi berica, mentre il capoluogo appartiene alla Diocesi di Padova. Una storia diversa rispetto a quella raccontata nel paragrafo precedente visto che per Marco la vocazione è arrivata molti anni prima.

«Sono entrato in Seminario a Vicenza - racconta don Ferrari - nel settembre 2008 (all'età di 16 anni, ndr.), quando stavo iniziando la quarta superiore al liceo scientifico Quadri di Vicenza. Tutti assieme abbiamo deciso che avrei continuato il percorso di studi assieme ai miei compagni, con i quali mi sono diplomato due anni dopo, andando a scuola al mattino per poi trascorrere il resto della giornata in Seminario per vivere la vita comunitaria. Una volta ottenuto il diploma nell'estate 2010, sono entrato a pieno titolo in Seminario dove ho iniziato gli studi di filosofia e teologia».

A don Marco Ferrari inevitabile questa domanda: "Perché ha scelto il liceo Quadri e all'età di 14 anni quali erano i suoi progetti per il futuro?". Ecco la sua risposta: «Quando iniziai il liceo pensavo di poter fare il medico, almeno quella era la mia aspirazione. Tuttavia già da diverso tempo, sin da bambino, frequentavo le attività della parrocchia del mio paese che a quel tempo aveva come punto di riferimento il parroco, don Vincenzo Faresin, a capo dell'unità pastorale di Longare e Colzè. Proprio con lui e contemporaneamente con i miei familiari ho iniziato a parlare di questa possibile scelta, che è poi diventata definitiva. E se da un lato il parroco mi è stato sempre molto vicino, devo anche dire che a casa hanno accettato la scelta subito in maniera positiva. Indubbiamente non sarei mai diventato prete se non fossi cresciuto con valori cristiani come ho avuto io nella mia famiglia. Rimpianti? No, nessuno, sono felice della mia scelta».

Così come don Sandonà anche don Ferrari inizierà tra poche settimane la sua prima esperienza in una parrocchia della diocesi. «Qualsiasi posto va bene - conclude don Marco - in questo senso siamo tutti a disposizione del Vescovo. Qualsiasi sarà la destinazione non vedo l'ora di iniziare per cercare di dare del mio meglio nella mia prima parrocchia. Di certo mi sarà utile il lavoro svolto, durante il periodo del Seminario, che ho svolto per 3 anni e mezzo nell'unità pastorale di Asigliano e Pojana Maggiore, durante la quale ho lavorato come animatore, nei gruppi di catechismo e a sostegno delle attività della parrocchia. Adesso sono pronto a ricominciare e mettermi in gioco».

 

nr. 23 anno XXI del 18 giugno 2016



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