NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
la domenica di vicenza
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Come dare del tu anche al Monte Bianco

di Giulio Ardinghi

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Come dare del tu anche al Monte Bianco

LA MONTAGNA STA DECANDENDO?- Come abbiano già detto poco fa il rifugio Boccalatte è in una posizione che a prima vista sembrerebbe precaria per definizione. Sistemato sulla cima di un pilastro che sta praticamente alla base delle Grandes Jorasses e del suo enorme ghiacciaio, sembra esposto al rischio di seracchi provenienti dalle due lingue che lo sfiorano su due lati verso valle. È in effetti un’impressione perché il limite delle due lingue di ghiaccio è laterale e non proprio incombente. Resta il fatto che come vedremo tra poco il Comune di competenza ha sentito il bisogno di interdire per un certo periodo il passaggio lungo la via che dalla valle porta allo sperone del rifugio per la pericolosità di un seracco che in Come dare del tu anche al Monte Bianco (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)passato ha già dato problemi. Nel 1998 scaricando verso il basso 180mila metri cubi di materiale e pochi mesi fa ripetendosi con una quantità minore ma non per questo poco preoccupante: 40mila metri cubi. Per dare un’idea di questi volumi diciamo che la misura minore corrisponde ad un piccolo bacino idrico adibito a riserva d’acqua e produzione di energia (la diga di Meda nel Vicentino). Niente da vedere con frane come quella del monte Toc sul Vajont (350milioni di metri cubi) o quella molto più recente nel territorio di Cortina d’Ampezzo sulla Croda Rossa che ha staccato dalla roccia 250 milioni di metri cubi di materiale. Il seracco delle Grande Jorasses in confronto è ben poco, ma è chiaro che se gli scarichi prendessero la direzione del rifugio il discorso diventerebbe molto più complicato. Ma, più in generale, dobbiamo pensare che la montagna stia vivendo una fase di minore stabilità? Franco Perlotto risponde in modo tranquillizzante: “Posso dire che per quanto riguarda la Croda Rossa si tratta di un avvenimento rientrante nella normalità di una struttura che conosciamo come poco stabile per la struttura della roccia. Le Dolomiti soffrono normalmente di questa condizione e naturalmente gli avvenimenti che le riguardano vanno di conseguenza. Per il ghiacciaio di qui invece direi che siamo su tutt’altro piano. Il granito di queste montagne non ha debolezze mentre ovviamente il ghiacciaio si muove e scarica materiali, lo fa sempre. Anche in questo momento vedo attraverso la finestra del bar che ci sono cadute abbastanza frequenti. Non importanti, ma frequenti: sassi, ghiaccio, neve. Non è questo che deve preoccupare il rifugio. Si trova su uno sperone affiancato dal ghiacciaio ma staccato verso monte da una grande fessura che lo tiene al di fuori delle slavine. Certo che ci sono allarmi: dipende dal fatto che un sindaco non può essere caricato di valutazioni tecniche che non gli competono. Se gli dicono che il pericolo c’è è evidente che lui blocca gli accessi per questioni di sicurezza. Ma è la legge che è sbagliata. Dovrebbero essere gli organismi tecnici competenti a decidere se una zona è sotto minaccia o no, queste decisioni non dovrebbero pesare su un sindaco”.

SINDACI E… SERACCHI – E a proposito di questa ultima considerazione di Franco Perlotto diciamo pure che la storia più recente è buona testimone di quanto sostiene l’alpinista di Trissino. A causa del crollo di un seracco suPuntaWhymper(4.184 metri) il Comune di Courmayeur aveva emesso un’ordinanza con cui vietava temporaneamente di percorrere il sentiero di accesso al Rifugio Gabriele Boccalatte (2803 metri) e le aree sottostanti il ghiacciaio delle Grandes Jorasses. La decisione era stata preso in seguito all’aumento del pericolo di crolli di masse di ghiaccio, in particolare dal Seracco Whymper. A poca distanza dall’allerta di Fondazione Montagna Sicura per l’aumento di distacchi di ghiaccio dalla parete frontale del Whymper, una nota emessa dalla Struttura Attività geologiche del Dipartimento programmazione, difesa del suolo e risorse idriche della Regione Autonoma Valle d’Aosta aveva segnalato un aumento del pericolo. Nell’ambito del monitoraggio del ghiacciaio delle Grandes Jorasses, gestito dalla Fondazione dal 2008, era stata infatti rilevata l’accelerazione di una porzione del seracco a partire dal mese di agosto 2014, con un ulteriore incremento a partire dai primi giorni di settembre: “Grazie alle immagini raccolte -si leggeva nella nota emessa da Fondazione Montagna sicura- dalle camere automatiche installate in sito e da sopralluoghi effettuati in elicottero, è stato inoltre osservato lo sviluppo di fratture nella parte centrale del seracco. Sulla base di questi elementi si rileva quindi la possibilità di crolli di porzioni del ghiacciaio sospeso, coinvolgenti volumi maggiori rispetto a quelli che si staccano normalmente dalla parete frontale. Nell’attuale situazione, che vede l‘assenza di neve lungo il versante a valle, e constatato che le fratture presenti separano il seracco in volumi parziali, non vi sono elementi che facciano presumere un pericolo per il fondovalle, per il quale non è dunque necessaria l’attivazione di alcuna misura di sicurezza. I distacchi potrebbero rivelarsi invece pericolosi per coloro che percorrono l’area e le vie alpinistiche sottostanti il seracco e il sentiero di accesso al rifugio”.

 

nr. 30 anno XXI del 3 settembre 2016

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