NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
la domenica di vicenza
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Festa dei Oto: avviata al tramonto?

di Giulio Ardinghi

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Festa dei Oto: avviata al tramonto?

Festa dei Oto: avviata al tramonto? (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)E SE LA TUA AUTO LA GUIDA UN ALTRO?- C’è un distacco diffuso dalle cose che significano tradizione, storia, ma anche traguardi raggiunti in economia e livelli di vita. Vladimiro Riva, di VicenzaÈ, tende a legare tutto il discorso anche al quadro più ampio che abbiamo sotto gli occhi se semplicemente guardiamo a tutto il paese: “Io credo che siamo di fronte ad un deprezzamento profondo del territorio e della sue risorse: se ne vanno punti fi riferimento di grande valore come la Pirelli, in vendita senza alcun effetto derivato per il mercato italiano, sono questioni private e basta. Se ne va il cervello finanziario della Fiat. Se ne vanno in tanto. Qui da noi cediamola fiera a Rimini e rimaniamo in consiglio con la forza di un quinto del valore finanziario, se ne va la banca cittadina, è sparito l’aeroporto. Mi dà l’impressione di quello che si compra una bellissima auto e poi la guida qualcun altro e lui si siede dietro. Mi dà anche l’impressione che ci siamo colpevolmente distratti su un sacco di cose importanti e quel che è peggio non abbiamo voglia e strumenti per ripensarci, per analizzare, per capire. Cosa succederà tra pochi anni non lo so: mi dicono che nelle scuole dieci bambini su cento escono da famiglie di immigrati. Niente di male, ma altre culture, altre tradizioni, altro significato da dare alla convivenza. Mi dicono anche che le comunità serba e romena non si possono vedere e lo stesso accade tra indiani e pakistani. Tutti questi sono fenomeni sociali di piccola entità cittadine finché non nasce il problema vero e allora ci si trova di fronte alla realtà: abbiamo nascosto la testa sotto la sabbia e ci siamo disinteressati di quel che ci stava accadendo attorno e che era anche visibile e comprensibile. Detto tutto questo mi pare che sia del tutti normale il calo di tensione e di partecipazione attorno alla festa dei Oto: la parte religiosa soffre di un fortissimo impoverimento delle vocazioni, ci sono sempre meno parroci e parrocchie vengono governate a gruppi, la gente va meno in chiesa e anche a Monte berico un calo di partecipazione c’è. Per quanto riguarda la parte laica, la festa, il divertimento, anche qui è scontato che ci sia un calo progressivo. Il problema, ripeto, è quello di guardarci attorno e di ammettere che le cose stanno così e di ammettere anche che occorre un’analisi rapida e profonda da parte nostra se vogliamo mantenere identità. Altrimenti si dissolverà lentamente anche tutto il resto, quel che ancora ci rimane. La trasformazione della società è inevitabile, ma pensarci e prevedere che cosa dovremo affrontare nel prossimo futuro è una necessità”.

Festa dei Oto: avviata al tramonto? (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)TRA SOPRA E SOTTO IL COLLE…- Don Antonio Marangoni è un prete molto impegnato nella Diocesi: presidente dell’istituto per la sostentazione del clero e direttore degli archivi diocesani, è anche parroco a Monticello Conte Otto, esempio di assoluta evidenza di quanto ci sia bisogno di tutti per governare le attività pastorali della chiesa vicentina. La sua idea sulla Festa dei Oto è molto chiara: “Ripresa nel primo dopo guerra ad opera del Vescovo Rodolfi, la festa è nata e continuata negli anni soprattutto come festa religiosa, per celebrare le apparizioni di Monte Berico. Tutto il resto è venuto dopo, luna park compreso. La differenza tra prima e dopo è evidente perché dal nucleo costituito dalla Basilica e dai portici di Monte Berico, dove tutto si concentrava celebrando gli atti della devozione, siamo passati piano piano ad altro e il nucleo è sceso a Campo Marzo; niente più bancarelle nei portici, ma un distacco piuttosto netto tra Basilica e Campo Marzo. Siamo di fronte a due realtà diverse, la realtà sopra il Colle e quella sott il Colle, Credo che a poco a poco abbia seguito questa distinzione anche la specificità del pubblico che partecipa alla festa nelle due situazioni. I mutamenti nella società sono molti e sono anche profondi, non bisogna meravigliarsene e pensare che questo aspetto sia particolarmente importante o preoccupante. La realtà ci dice che dobbiamo constatare certi fenomeni e prenderne atto perché certe diversità determinano alla fine la discontinuità della quale siamo testimoni- Non so interpretare d’altra parte un altro aspetto della cosa in generale e cioè il confronto davvero stridente che si può riscontrare con Grisignano e la sua Fiera del Soco. Anche lì c’è una società che si trasforma, eppure i numeri sono tali che per Vicenza un confronto diventa assolutamente insostenibile. A noi, qui, non resta che constatare che la nostra festa è diventata due cose diverse da prima e non credo ci sia un sistema per far cambiare questa realtà”.

Festa dei Oto: avviata al tramonto? (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)FESTIVAL, BANCARELLE E SPERANZA- Come abbiamo detto in apertura di tutto questo discorso, la sensazione di qualche forte incertezza circa la possibilità di mantenere alla Festa dei Oto le sue misure tradizionali è un punto all’esame dell’amministrazione comunale di Vicenza. Di fronte alla diversa utilizzazione di Campo Marzo nel periodo della festa rispetto alla normalità quotidiana punteggiata da ben diverso problemi di cronaca, è stato deciso di dare il via a qualcosa di più: una festa supplementare e parallela che si svolge dall’8 all’11 settembre (giovedì/domenica) nell’area di Piazzale Bologna, l’altro lato di Campo Marzo rispetto all’area delle giostre. Il programma consiste in un calendario che prevede musica, mercatino, e stand gastronomici. Strapperà questa zona alla sua più recente destinazione davvero poco tranquillizzante che la vede in ostaggio di barboni e clandestini di vari genere e categoria? Stefano Dal Prà Caputo, consigliere comunale, spiega che questa idea, da continuare, deve servire ad un cambiamento, a dare un’altra immagine di quest’area dove il parco giochi più importante del centro città rischia di diventare infrequentabile per bambini e famiglie: “Siamo convinti che la festa debba rimanere tale, ci rendiamo conto che negli anni la parte religiosa e quella laica si sono staccate e allontanate, ma ciò non toglie che si debba continuare a crederci. Se è vero che c’è un certo disagio è altrettanto vero che dobbiamo fare di tutto per superare questo momento e aprire con la città un grande discorso in cui si possa discutere di tutti gli aspetti. È fuori di dubbio che la società sia in una fase di mutazione abbastanza profonda e che ci sia la forte necessità di approfondire i problemi e cercare di trovare soluzioni adeguate. Dentro tutto questo discorso ci sta anche il tema della partecipazione dei cittadini alla vita della loro città e di conseguenza anche l’altro tema, quello che Campo Marzo propone ogni giorno quando non c’è la festa: non è possibile concentrare proprio in quell’area tante iniziative di qualità che permettano di superare la situazione di oggi? Io penso che si possa e il festival in Piazzale Bologna è sicuramente un buon inizio”.



nr. 31 anno XXI del 10 settembre 2016

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