NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
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Vicenza e calcio veneto in crisi, si salvano solo le "piccole"

di L.P.

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Vicenza e calcio veneto in crisi, si salvano solo

Beppe Lelj, ex biancorosso e compagno di squadra di Paolo Rossi: «Se il Cittadella è così davanti al Vicenza con il progetto evidentemente c'è qualcosa che non quadra»

Lo stesso tema lo abbiamo affrontato con Beppe Lelj, abruzzese di nascita ma poi vicentino d'adozione, che ha vissuto un'altra epopea calcistica biancorossa, quella della fine degli Anni Settanta, quando il Lanerossi Vicenza di Giovambattista Fabbri e di Paolo Rossi (solo successivamente diventato "Pablito") giunse secondo nel campionato 1977-1978 alle spalle della Juventus e l'anno successivo partecipò per la prima volta ad una competizione europea, la Coppa Uefa. Di quella storica squadra Lelj era il terzino destro, che contribuì allo storico piazzamento.

Vicenza e calcio veneto in crisi, si salvano solo (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)«Se andiamo a vedere la classifica di serie A in questo momento - spiega Beppe Lelj, che una volta appeso le scarpette al chiodo è stato allenatore e successivamente per molti anni commentatore a Tva Vicenza - possiamo dire che la terza posizione del Chievo rappresenta un vero e proprio "miracolo sportivo", probabilmente destinato a non durare. Non c'è dubbio tuttavia che per questo club l'attuale terzo posto non deve considerato un exploit visto che da una quindicina d'anni, salvo un solo anno, ha militato in serie A. Semmai c'è da rilevare che Chievo e Cittadella sono state tra le poche squadre ad essere subito promosse dopo una retrocessione, impresa molto difficile nel calcio di adesso».

Ma come può essere spiegato l'exploit di Chievo e Cittadella? Beppe Lelj ha un'idea precisa: «Entrambi i club hanno avuto una gestione oculata, con conti in ordine e una programmazione ben definita che consente di proseguire senza rischi economici. Al contrario di altre società che poi sono falliti come Padova e Venezia, dove probabilmente è stato fatto il passo più lungo della gamba. O come il Vicenza che ha faticato molto nell'ultimo decennio e che ha registrato nei mesi scorsi un cambio di proprietà».

Proprio il Chievo, secondo l'ex terzino dello storico Vicenza dei miracoli, deve essere preso da esempio. «Per anni si è sentito dire che il vero segreto era costituito dal direttore sportivo Sartori. Quando è andato via, un paio d'anni fa, più di qualcuno temeva il peggio, invece il miracolo Chievo è continuato a conferma che il punto di forza è l'intera società, che peraltro in questi anni ha investito molto in strutture e impianti e vanta uno dei settori giovanili più forti d'Italia. Dispiace invece vedere il difficoltà il Vicenza, anche quest'anno, pur con una dirigenza diversa, si è arrivati al cambio del tecnico dopo poche giornate. Mi sento di dire che se il Cittadella è così davanti al Vicenza con il suo progetto evidentemente c'è qualcosa che non quadra».

  

Gabriele Savino, ex biancorosso e procuratore calcistico: «Le squadre più piccole sono il luogo ideale per i giovani e per i giocatori in cerca di rilancio»

Un punto di vista interessante arriva un altro ex biancorosso, quel Gabriele Savino che ha giocato da centrocampista negli Anni Ottanta, poi rimasto nel mondo del calcio, dove ora svolge il ruolo di procuratore: tra i vari giocatori segue, per restare in casa biancorossa, il bomber Raicevic e il giovane terzino Bianchi. Proprio a Savino abbiamo chiesto in primis cosa rappresenta per i giocatori piccoli club come Chievo e Cittadella.

Vicenza e calcio veneto in crisi, si salvano solo (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)«Innanzitutto bisogna fare una distinzione - precisa il procuratore berico - nel senso che il Chievo gioca da una quindicina d'anni in serie A e quindi anche il club veronese deve costruire, per mantenere la categoria, delle "rose" comunque all'altezza e con giocatori dotati di buone qualità tecniche. Se però ci riferiamo a quanto costruito in questi anni dal Cittadella ci accorgiamo che spesso ha puntato sui giovani e su elementi che magari venivano per motivi diversi da un periodo difficile: nel club padovano c'è un direttore sportivo bravo e competente come Marchetti, che sicuramente è attorniato da un gruppo di lavoro come osservatori e talent-scout. In questi anni il Cittadella ha portato ad alti livelli diversi giocatori, che ha poi saputo vendere a club di serie A, ottenendo delle valide plusvalenze. Lo stesso sta facendo da anni il Chievo dove il direttore sportivo Nember ha sostituito degnamente chi l'ha proceduto nello stesso ruolo, ossia Sartori».

«Oltre ad una minor pressione, che invece esiste in piazze come Vicenza, Padova e Venezia - prosegue Savino - non c'è dubbio che giocare nel Chievo e Cittadella, significa per i ragazzi aver la certezza del proprio stipendio ogni mese, in quanto si tratta di società sane e solide, che hanno i conti a posto. Tutto ciò rappresenta un ulteriore motivo di serenità, che consente una maggiore tranquillità nel proprio lavoro. Anche per i giocatori che seguo personalmente mi auguro che questa serenità si possa tornare ad avere anche a Vicenza, come accadeva un tempo, dove uno "zoccolo duro" di oltre 5 mila abbonati e uno stadio Menti comunque sempre con una bella cornice di pubblico deve comunque rappresentare uno stimolo importante per chi scende in campo». 



nr. 35 anno XXI dell'8 ottobre 2016

LE PRESENZE DEL CALCIO VENETO 2016-2017 DALLA SERIE A ALLA SERIE D

SERIE A: 1
 Chievo
 SERIE B: 3
 Cittadella, Verona e Vicenza
 LEGA PRO: 3
  Bassano Virtus, Padova e Venezia 
 SERIE D: 17
 Altovicentino e Union Arzichiampo (Vicenza)
 Uion Ripa La Fenadora e Belluno (Belluno)
 Vigasio, Virtus Vecomp Verona e Legnago Salus (Verona)
 Carenipievigina e Montebelluna (Treviso)
 Delta Porto Tolle Rovigo
 Calvi Noale, Campodarsego, Mestre (Venezia)
 Vigontina San Paolo, Abano, Este (Padova)

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