NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
la domenica di vicenza
google
  • Newsletter Iscriviti!
 
 

Multilinguismo visivo Macbeth in Basilica

di Elena De Dominicis
elenadedominicis@virgilio.it

facebookStampa la pagina invia la pagina

Macbeth

Nel modo in cui l’avete messo in scena voi sembrano due streghe perché nel gioco del personaggio/persona non c’è genere: nella storia moderna Lady Macbeth è la più grande sobillatrice della letteratura ma i dittatori sono tutti uomini. Qui è come se steste dicendo che non c’è genere nella cattiveria.

Macbeth (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)P.Z.: “Non è proprio che abbiamo pensato a questa cosa".

D.M.: “Il percorso di Lady Macbeth è molto interessante: nel momento in cui lui arriva e le propone il disegno, lei prende in mano la questione e la porta fino alla fine. Lui comincia a uccidere Duncan, poi uccide Banquo e continua a uccidere: un uomo abbagliato dal potere e da questa voglia di diventare re. Se noti lui non la contrasta mai, lei fa un disegno di una forza che lui non ce l’avrebbe mai fatta da solo ma dopo Banquo, la scena dopo il banchetto, lei non è più la stessa di prima, si rompe qualcosa".

P.Z.: “C’è la danza delle streghe: il testo sarebbe di Macbeth ma l’ho fatto dire a loro perché è come un’astrazione in quel momento".

D.M.: “Lei rinuncia alla sua femminilità: “toglietemi il sesso”".

Unsex me”, nel testo originale.

P.Z.: “Rinuncia al potere femminile per il potere e si fa maschio".

D.M.: “Una donna non può fare quello: vogliono un potere che non passa per una legge materna ma per una legge sanguinaria. Questo è uno dei temi portanti. Tutto il lavoro sulla vestizione, lo specchio, dinamiche molto sottili sulla recitazione, è tutto finalizzato a far emergere questa cosa".

Come mai tutta la parte del banchetto in cui c’è l’allucinazione si svolge alla colonna? Macbeth si stacca ma siete sempre attaccate lì, come se foste attaccate all’albero di una nave che sta affondando.

P.Z.: “Bella idea! Non l’avevo pensato questo".

D.M.: “Secondo me crea molta forza quella colonna centrale: quando sono lì, i loro segreti li sentiamo tutti, quindi il grande lavoro sulla maschera è fatto lì, sull’ipocrisia, e quando Patricia si allontana è solo perché ha l’allucinazione. Il fantasma lo vede ma lo può vedere ovunque; allora ecco che lo spazio scenico riusciamo a comprenderlo".

P.Z.: “Rimanda anche allo specchio, vedi che abbiamo creato queste pellicole deformanti".

L’ironia della descrizione della guerra tipo TG con la giornalista di ¾, i pupazzetti che rappresentano i futuri re di Scozia, il soldato col berrettino. Tutte cose per rendere più attuale.

P.Z.: “Gli uomini che vanno alla guerra… AH! Si credono uomini perché vanno alla guerra!”.

D.M.: “Se hai notato è un clima decadente: quando si uccide anche una sola persona, il mondo va in decadenza, figurati quando succede una cosa di questo tipo".

Avete messo anche una citazione, al singolare, di “Soldati” di Ungaretti: “Si sta come/ d’autunno/ sugli alberi/ le foglie”".

D.M.: “Questo è l’autore,Vitaliano, che ha voluto metterla”.

P.Z.: “È bella, no? Non è l’unico momento in cui usciamo fuori, anche il primo pezzo, è il modo per dire che siamo 3 attrici che vanno a fare Macbeth, 3 persone, quindi anche il fatto di uscire fuori parte, anche quando andiamo a fare la pausa sigaretta, non si capisce se sono gli attori in pausa: c’è lei che legge il copione".

Anche Shakespeare stesso nel testo si prende in giro: quello che racconta la storia è lui, la vita è un’attrice…

PZ: “Esatto".

Macbeth (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)Alla fine Macbeth si ritrova all’interno di un cerchio magico che, nel folklore, dovrebbe essere protettivo e invece l’Inferno è tutto all’interno del cerchio. Come mai avete pensato al cerchio magico “implosivo”?

D.M.: “Questo è venuto dall’autore".

PZ: “Lui grida: “sulla mia vita c’è un incantesimo!”. Ancora ci crede, finché il dottore non gli dice che Macduff non è nato da donna. L’idea è quella dell’orso legato al palo, se vedi anche nel film di Polanski, e ci sono i cani che lo braccano, quella è simbolicamente l’immagine di Macbeth, di fatto è da solo".

Esiste ancora oggi una figura così articolata, dubbiosa, fragile e al tempo stesso molto potente? Dopo 400 anni è ancora una delle opere più rappresentate.

PZ: “È incredibile. È il male. Non puoi dire che è Bush, Karadzic, o il dittatore della Korea, questi sono tiranni, lo sappiamo, per quello che è più profondo in Macbeth, dopo 400 anni (lo scrisse nel 1606): il male che ha in sé anche una bellezza, la bellezza del male".

D.M.: “Lui crede di essere baciato dalla fortuna, credendo di essere dentro a un destino, in realtà è prigioniero di se stesso. Perché ci riconosciamo e ci piace? Perché tutti riconosciamo le nostre prigioni? Non è solo quella estrema dell’omicidio: cos’è il destino, cos’è la vita".

PZ: “Il desiderio: tu non sai capirne i confini, l’ambizione. Noi pensiamo che sia Lady Macbeth, lei costruisce l’architettura ma quando lui va la seconda volta dalle streghe dice che non gli interessa quali spiriti deve scomodare e nemmeno le conseguenze".

D.M.: “Il desideri odi potere: è stato difficile uccidere duncan quanto è stato più facile continuare a uccidere. Il problema è che poi ci si fa l’abitudine: è un discorso che potremmo avvicinare alle guerre e al terrorismo".

PZ: “È talmente immerso nell’orrore che è immune allo spavento".

D.M.: “Nella frase finale abbiamo analizzato anche questo: “caso dopo caso giungiamo alla stessa conclusione: non esiste verità nell’atto che possa dirci la verità sul soggetto”. Quello che ha imperato qui è la menzogna".



nr. 35 anno XX dell'8 ottobre 2016

« ritorna

Come installare l'app
nel tuo smartphone
o tablet

Guarda il video per
Android    Apple® IOS®
- P.I. 01261960247
Engineered SITEngine by Telemar