NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
la domenica di vicenza
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Vicenza, Marostica e Bassano
il turismo prende il volo

Numeri col segno più anche a Montecchio Maggiore e Recoaro

di Giulio Ardinghi

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Turismo, una carta che cresce di valore

Curioso teorema questo del turismo. Vicenza risulta oggi (dati di fine 2015, perché quelli attualizzati al 2016 la Regione li pubblica nei primi mesi del 2017) in fortissimo rilancio di numeri e anche di qualità di offerta. Non si spiegherebbero altrimenti percentuali così forti come quel 28 per cento a Bassano o dell’oltre 20% a Montecchio Maggiore: le media che stanno nel mezzo e coprono praticamente tutto il territorio provinciale rientrano tra questi valori e rappresentano innegabilmente un elemento positivo dal quale prendere l’avvio per alcune valutazioni sull’economia vicentina. Nel lunghissimo arco di tempo che caratterizza l’ultima crisi di vocazione e quindi di produzioni si disegna sicuramente una nuova realtà sulle cui dimensioni bisognerà continuare a ragionare, ma che tuttavia già in questi ultimi cinque anni dimostra una spiccata tendenza alla conferma: se è vero che tutta l’economia vicentina, industriale, artigianale ed agricola, si regge da sempre sulla capacità dei punti di manifattura, a partire da quelli di dimensione più raccolta, è anche vero che le opportunità suggerite da sempre maggiori correnti di flusso turistico hanno finito con il suggerire soluzioni ed investimenti sostanzialmente diversi rispetto a prima. Ci sono i numeri a testimoniare che il cambiamento è in corso ed anche se nessuno in questo momento può prevedere fino a che punto sarà tale è indicativo che siano nate molte imprese indirizzate a produrre servizi in direzione del turismo. Si va dalle cooperative o società di trasporto a quelle di organizzazione dei percorsi attrezzati, fino a comprendere in tutto questo discorso anche i punti di ristoro, gli agriturismo e i bed&breakfast che stanno a tutti gli effetti ripopolando la campagna e la mezza montagna vicentina. Come vedremo tra poco a dimostrare questo andamento di tendenza che sta caratterizzando i conti economici della provincia vicentina basterebbe citare le mura storiche di Marostica o i quasi 100 chilometri di sentieri assistiti (senza bisogno di essere specialisti del trekking e percorribili da chiunque) che stanno formando una nuova e molto interessante mappa localizzata nella zona di Marostica e di Bassano. Come d’altra parte sarebbe sufficiente citare i nuovi dati di Vicenza città che per la prima volta da sempre registra il superamento di due veri e propri tabù ritenuti proibitivi per arrivi e presenze: oltre 250mila ed oltre 500mila. Ricordiamo che gli arrivi rappresentano il numero dei visitatori in transito mentre le presenze forniscono il numero delle soste, della permanenza in albergo

STRANA MAPPA DEL VENETO- Aggiungiamo nemmeno troppo tra parentesi qualche considerazione sui modi di lettura dei dati che dovrebbero fornire per un’amministrazione la base di partenza per le giuste interpretazioni e le conseguenti decisioni. Per esempio, se cercate su Google Regione Veneto chiamate dalla rete la pagina Home della Regione. Prima ancora di andare a consultare i vari link che vi interessano, notate in alto a destra affiancata al logo del Leone di San Marco la mappa del territorio veneto siglata in codice map data 2016 GeoBasis e sulla quale si scopre una specie di poco comprensibile licenza poetica; è descritta la geografia regionale che però risulta limitata a soltanto tre riferimenti: ovviamente Venezia e poi Verona e Padova. Non è una svista: perché questo assetto descrittivo a riassumere viene confermato proprio sotto la mappa stessa dove ci sono i dati di territorio, popolazione ecc. Le immagini di sintesi che chiudono questa parte del sito riguardano sempre le stesse tre città. Come dire che tutto quel che il Veneto può produrre e testimoniare di storia insieme con il prezioso patrimonio di Venezia Verona e Padova non necessariamente deve essere ricordato o sottolineato. Compreso Andrea Palladio e la sua settantina di ville sparse nel Veneto ma per quasi la metà realizzate nel vicentino. Abbastanza singolare che una lacuna di questa dimensione si nasconda proprio dove la descrizione più precisa dell’offerta turistica e la promozione dovrebbero vantare un ruolo non discutibile. Senza voler arrivare a ricordare una volta di più quanto sia già stato sottolineato in negativo il problema della non completamente soddisfacente rappresentatività vicentina a Venezia, non si vede come non si possa ritenere stridente questa chiave descrittiva di un territorio che non può permettersi di dimenticare o sottovalutare le sue componenti più importanti. Dove è sparita Vicenza e dove si nascondono realtà di punta del turismo internazionale come Bassano e Marostica? Proprio i segnali del turismo che cresce (e la componente soprattutto europea è forte) crediamo impongano anche di ripetere una volta di più la stessa domanda.

Turismo, una carta che cresce di valore (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)INVESTIMENTI E CORAGGIO- Sono i dati statisticamente interessanti della crescita turistica nella provincia di Vicenza e in città a suggerire qualche progetto di respiro più ampio. Secondo Vladimiro Riva, responsabile del Consorzio VicenzaÈ, un obiettivo finalmente misurato sulle potenzialità reali del patrimonio storico artistico e paesaggistico che rappresenta l’offerta potrebbe essere raggiunto se si entrasse nell’ordine di idee che bisogna muoversi anche per direttrici diverse da quelle istituzionali. Riva sottolinea tra l’altro che non si possono ignorare o sottovalutare i limiti di impegno economico che caratterizzano i Comuni: “Anche quelli che hanno idee molto apprezzabili, e non sono pochi, alla fine del percorso dei progetti più ambiziosi si trovano a dover fare i conti con il bilancio. E lì si ferma tutto. Credo che i nuovi dati del turismo di Vicenza e di tutta la sua provincia a questo punto debbano suggerire altre soluzioni, magari integrate tra pubblico e privato, ma che sicuramente chiamino in prima linea proprio gli investimenti privati. È al coraggio degli imprenditori che bisogna fare appello, sono loro che hanno la possibilità di investire, ma per farlo è chiaro che debbono essere incoraggiati al massimo. Questo è attualmente il compito maggiore delle amministratori, l’affiancamento con provvedimenti concreti e visibili di quelle forze imprenditoriali che si sentono in grado di investire e debbono superare per questo le proprie incertezze. Sappiamo tutti che un investimento qualsiasi non produce utili al primo anno e deve essere graduato come aspettative. Ma sappiamo anche che il risultato è garantito da un buon investimento, sempre che abbia avuto premesse e sostegni adeguatamente equilibrati. Vicenza è quel gioiello medievale e rinascimentale che il mondo sta imparando a conoscere sempre più direttamente, assieme alla sua provincia è in grado di presentarsi sul mercato turistico con una offerta di primissima qualità. Tante cose vanno realizzate pensando che ci siano investitori convinti e pronti a muoversi: la città dovrebbe avere dei posteggi di bici pubbliche a partire dalla stazione, dovrebbe essere istituito un servizio di bus funzionante magari soltanto nei fine settimana con percorsi più che interessanti che sono anche facilmente identificabili, a partire dai monumenti per arrivare fino alle ville palladiane. Per tutto questo bisogna mettere assieme le forze di tutti: gli imprenditori che vogliano investire, le amministrazioni che restringano il più possibile le limitazioni della burocrazia, l’organizzazione in generale della comunità che assicuri a tutti uno stato di sicurezza superiore a quello attuale. Intanto qui in città sappiamo che investendo anche solo su Basilica, Canta Corona e Museo Chiericati l’amministrazione comunale ha ottenuto un forte incremento nei dati del turismo: le soglie dei 250mila arrivi e delle 500mila presenze sono un traguardo oggi ampiamente superato. È il segnale giusto per capire che ad un investimento corrisponde sempre un risultato”.



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