NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
la domenica di vicenza
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Minaccia alluvioni
i rischi dell'autunno

di Giulio Ardinghi

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Minaccia alluvioni<br>
i rischi dell'autunno

La questione pesantissima delle alluvioni d'autunno è ormai da anni diventata quel che la cosiddetta zona Cesarini rappresentava per il calcio: non si sa esattamente quando e dove, e neppure si conoscono le modalità, ma di sicuro si sa che arriverà presto o tardi. Nel calcio si parla di gol con l’arbitro che già sta per fischiare la fine, per le alluvioni si parla invece di un allarme che va ovviamente disposto in tempo leggendo con la massima attenzione le carte della meteorologia. Mentre si fanno i conti ancora una volta più desolanti sul costo-beneficio di difendere preventivamente il territorio e si arriva a dire che per rimediare ai danni, per ricostruire, si spendono quattro volte i soldi che occorrerebbero per mettersi al sicuro. L’alluvione ha già dato qualche segnale preoccupante soprattutto nel sud, tra Puglia e Campania. Stiamo parlando di tempo d’autunno ed eventuali problemi connessi -il passato più recente ha insegnato a questa provincia che fidarsi troppo può nuocere…- nonostante la situazione attuale sia tutt’altro che interpretabile nel senso di temere alluvioni o grandi piogge. A parte qualche forte ma breve precipitazione tra fine agosto e settembre i dati alla mano di chi controlla quotidianamente lo stato delle falde dicono che la situazione è esattamente opposta: le riserve di acqua del sottosuolo sono calate fino a meno di un metro sulla media e se non si può parlare di siccità si può certamente affermare che senza precipitazioni a breve termine si arriverà presto a quel limite già toccato più volte specialmente nei periodi che coprono in genere i mesi di gennaio e febbraio, fondamentali per le aspettative dell’agricoltura che si prepara alla semine. Quanto all’agricoltura, come vedremo tra poco, lo stato attuale è tutt’altro che negativo. Negli ultimi cinquanta giorni c’è stata una crescita di eccezionale qualità nei vigneti, mentre attualmente tutte le altre colture sono alla conclusione di una stagione giudicata buona. Da una parte quindi il maturare di mesi che solitamente qualche problema lo pongono, dall’altra invece la constatazione che nonostante qualche periodo di mancate precipitazioni lo stato delle falde non è preoccupante, non almeno per quel che riguarda gli agricoltori. Ma per tornare alla questione piogge/alluvioni facciamo riferimento una volta di più al Centro Idrico di Novoledo, da quasi vent’anni a presidio stabile della situazione delle falde con un lavoro corredato da laboratorio di analisi e specialisti sul territorio per la misurazione giorno per giorno dei livelli dei pozzi.

Minaccia alluvioni<br>i rischi dell'autunno (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)COMPLETARE LA PREVENZIONE- Il direttore del Centro Altissimo dice che a fronte di una situazione che non si discosta troppo dai valori medi del periodo, ma aggiunge anche che bisogna fare riferimento alla cintura degli impianti di prevenzione “nel caso che”… La mappa allargata di quanto è stato fatto ed è ancora in progetto per alleggerire da nord la pressione delle eventuali piene e contemporaneamente scongiurare praticamente del tutto i pericoli connessi, testimonia che dal 2010 ad oggi le opere realizzate in concreto non sono molte: da quei terribili giorni di novembre, praticamente soltanto Caldogno ha allestito un fronte di resistenza in grado di risolvere il problema: due vasche di laminazione per quasi 4mila metri cubi rappresentano una sicurezza effettiva per quella parte di territorio che la grande alluvione aveva letteralmente saccheggiato non più di sei anni fa. Rimane il resto: lavori di arginatura effettuati a Vicenza tra le zone Diaz e Pusterla, una vasca di laminazione a Trissino a fare il paio con quella di Montebello (anni 20 del 900), ancora di là da venire la vera e propria vasca di laminazione di Vicenza perché dopo i progetti non si è arrivati ancora alla conclusione dei lavori. La cintura in questione una volta completata prospetta una difesa del territorio da nord i cui benefici non si fermano a Vicenza ma vanno molto oltre, fino a tutta l’area del Basso Vicentino. Completare la prevenzione significa proprio questo. Il che vale anche per tutta la zona tra Breganze e Sandrigo dove si va a mettere sotto controllo il corso dell’Astico. Detto questo, ritorniamo al dott. Altissimo che riprende il discorso sullo stato delle falde. Senza pioggia ancora per un po’, spiega, soffriranno, ma con qualche precipitazione tempestiva le cose torneranno al loro posto: “Facciamo rilevamenti quotidiani anche nei pozzi; quel che vediamo oggi è che si è ad un livello di poco oltre cinquanta centimetri sotto la media della stagione con la conseguente necessità di un rifornimento dentro un tempo accettabile. Non possiamo parlare di siccità, tra l’altro i lavori dei campi sono praticamente conclusi e sappiamo che il rifornimento di acqua è stato costante per tutto il periodo estivo. Il problema è ora quello della ricarica delle falde, obbiettivo che si raggiungerà abbastanza agevolmente con le consuete prime piogge ai autunno. Basta che si tengano sulle medie. Nessuno si augura eccessi, siamo troppo assuefatti alle alluvioni determinate soprattutto dal fatto che il territorio è eccessivamente impermeabilizzato e non permette un assorbimento naturale delle precipitazioni. Dal 2010 ad oggi almeno nella parte nord che comprende Caldogno, Dueville, Novoledo, Villaverla c’è stata la realizzazione delle vasche di Caldogno che con la loro capacità di raccolta delle piene credo assicurino la sicurezza. Se si fa anche tutto il resto è ovvio che il quadro di difesa diventa completo. Resta sempre sullo sfondo l’uso del territorio: nei decenni non ce ne siamo curati troppo e questo è stato l’errore, a partire dall’aver costruito intere zone produttive al margine dei percorsi di fiumi e torrenti…”. L’esempio di Caldogno lungo i mandati di due sindaci, Toniolo e Vezzaro, spiega nei fatti che è questa la strada da seguire per creare una vera resistenza vincente al problema delle alluvioni.



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