NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
la domenica di vicenza
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Minaccia alluvioni i rischi dell'autunno

di Giulio Ardinghi

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Minaccia alluvioni i rischi dell'autunno

Minaccia alluvioni<br>i rischi dell'autunno (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)METEOROLOGIA E PREVEDIBILITÀ- Pur dimostrate reiteratamente dal calendario annuale che scandisce l'andamento di ciascun mese, le tesi dell’osservazione del tempo secondo la tradizione contadina non sono condivise da chi fa della metereologia una scienza non empirica, ma al contrario basata su dati oggettivi offerti da una tecnologia ed una ricerca in continua crescita. Marco Rabito meteorologo che collabora con TVA Vicenza, è tuttavia molto prudente anche nel tagliare troppo con l'accetta l'empirismo del Poiana. Ammette che la metereologia è in effetti una scienza, ma "una scienza dell'inesatto perchè basata sull'elemento caotico di parametri in continua variabilità: una previsione affidabile non va oltre la settimana di analisi, mentre il tempo ideale di previsione è costituito da tre giorni. Dentro questo tempo si può fornire un'immagine affidabile della variabilità del tempo. Il problema è che basta un errore qualsiasi nell'analisi delle condizioni di un certo momento, analisi pur fondate sui dati radar e su quelli del satellite, per provocare un effetto a catena di propagazione dell'errore che al fondo del periodo di variabilità provoca un errore proporzionalmente ancora più grande, qualcosa a cui non si poteva neppure pensare all'inizio. Per quanto riguarda la nostra scienza meteorologica debbo dire che secondo me siamo praticamente al top delle possibilità in campo; oltre sarà ben difficile andare. Dipende da quel che ho detto e cioè che la possibilità di chiudere una previsione dentro parametri validi oltre un certo periodo di tempo è praticamente inesistente. Magari ci sarà ancora un progresso nella capacità scientifica di analizzare secondo questa tecnologia che comunque non si ferma qui, ma i margini di miglioramento ulteriore sono davvero stretti. Per quanto riguarda le previsioni estratte empiricamente dalle statistiche anche molto antiche debbo dire che si tratta pur sempre di elementi empirici, basati su dati storici che per nessuna equazione conosciuta possono essere ritenuti certi. Purtroppo ci si sbaglia sempre e da quel che vediamo ad ogni stagione che avanza continuiamo a commettere errori. Il problema dei danni al territorio è un altro ancora: dipende esclusivamente dalla cattiva gestione che ne ha fatto l'uomo nei decenni. Non è colpa delle perturbazioni, è colpa dell'aver voluto imbrigliare i corsi d'acqua in percorsi che non erano e non sono i loro, dell'averci costruito sopra. Le conseguenze sono inevitabilmente quelle che vediamo, la meteorologia in questo non ha alcuna responsabilità. Per evitare questi eventi bisognerebbe poter tenere sotto controllo ogni punto dell'atmosfera 24 ore al giorno e rapportare i dati ricavati con il territorio e il suo profilo orografico. Chiaramente non è possibile arrivare a tanto. In questo periodo stiamo assistendo ad una fase siccitosa che secondo le previsioni fino ai primi dieci giorni di ottobre potrebbe continuare esattamente in questo modo perché il regime di alta pressione sembra dover continuare salvo poi lasciare il passo alle inevitabili precipitazioni che di solito arrivano tra ottobre e novembre a volte con conseguenze anche gravi. I modelli di cui la meteorologia dispone dicono comunque chiaramente che l’empirismo dell’osservazione e della previsione non ha più spazio anche perché c’è stata una fortissima accelerazione dei mutamenti climatici, un fenomeno dietro l’altro ad intervalli sempre più ridotti. In questa realtà non credo che ci si possa ancora basare sul ciclo e riciclo a cui si faceva riferimento un tempo. Ora nell’arco di dieci anni i fenomeni sono così diversi ed intensi che pensare ad una osservazione allargata a tre decenni non sembra più una opzione praticabile".

MANCATI ALLARMI E COMPETENZE- Un’alluvione riporta d'altra parte in campo oltre che i danni anche le polemiche feroci sulle competenze e sulla capacità di rispondere adeguatamente alle situazioni di emergenza, che vuol dire anche costruire un sistema preventivo importante ed efficiente che sia utile a saper dire e indicare qualcosa prima che l'emergenza ci cada addosso. Uno dei problemi maggiori che stanno emergendo -a parte il ruolo rovinosamente determinante della burocrazia nell'assenza di tempi decenti per costruire difese adeguate ed evitare centinaia di giorni di ritardo quando scatta la tagliola dei ricorsi, anche di quelli più fantasiosi- è quello del coordinamento dei segnali che dalla tecnologia debbono essere trasferiti alla parte operativa destinata ad intervenire. Il prof. Franco Prodi del CNR settore meteorologia ha dichiarato ai notiziari radio il suo punto di vista secondo cui il sistema di allertamento nazionale distribuito alle ARPAV regionali dovrebbe a questo punto tornare ad essere centralizzato e questo allo scopo di sfruttare appieno la dotazione tecnologica che esiste, è importante, e su cui si può contare; Prodi dice che occorre anche disporre di un soggetto di coordinamento in grado di dare informazioni e istruzioni tempestivamente per quanto riguarda tutto il territorio. Per arrivare a questo risultato c'è il sostegno della rete costituita dall'analisi dei dati del radar e del satellite che combinati nelle varie situazioni territoriali sono un'arma scientifica di primo piano per combattere i pericoli delle alluvioni ed evitare quindi i gravissimi danni che ormai ogni anno vengono causati dai fiumi. I mancati allarmi, ovvero: gli allarmi infondati o in grave ritardo, costituiscono secondo lo scienziato del CNR un punto chiave per cominciare a cambiare marcia e passo, pena ritrovarsi ancora una volta nelle stesse condizioni dell'ultimo fine settimana. Resta sempre da considerare il progetto di riforma delle Arpav venete, quello che dovrebbe ridurle di numero e compattarle in due o tre sedi complessivamente. E’ un’idea molto complicata perché negli anni ogni singola entità si è dotata di laboratori di analisi e di personale specializzato che agisce sul territorio. Come possa funzionare altrettanto efficacemente questo genere di riforma è tutto da scoprire, Nel frattempo tuttavia si sta procedendo secondo la logica ed i mezzi di sempre. Se davvero arriverà la riforma è pinione che non sarà prima di un paio di anni.



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