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Cosa l'ha particolarmente colpita nel paesaggio naturale dell'Altipiano?
"Come tutte le montagna in Europa, l’Altipiano dei Sette Comuni è un paesaggio molto segnato dall’uomo. Ma quello che mi ha colpito quando sono venuto dalla Normandia è stato l'aspetto naturale, anche selvatico, di questo paesaggio modellato dall’uomo. Anche oggi, dopo otto soggiorni sull’Altipiano, mi piace moltissimo l’armonia che emerge dal paesaggio. È come se questa montagna avesse sempre aspettato questo gruppo umano dell’Europa del nord che, più di mille anni fa, l’ha occupato, trasformato, lavorato. È una idea un po' letteraria, romanzata naturalmente, ma ciò che voglio dire è che i paesaggi di montagna lavorati dall’uomo possono essere bellissimi e conservare un aspetto naturale".
Che cosa le è rimasto della sua amicizia con Rigoni Stern?
"Ho conosciuto Rigoni Stern solo per un giorno, ma i suoi lettori mi capiranno, credo, se dico che mi sentivo già in amicizia con lui prima di incontrarlo, come si dice in francese, dopo aver letto alcuni dei suoi libri. La sua opera è ricca di vicinanza e di fraternità: il concetto di condivisione era importante per lui. Quando sono partito della sua casa quel giorno del 2007, dopo aver fatto la sua conoscenza, dopo che mi aveva lasciato fare due pellicole di ritratti di lui, mi ha detto 'Ciao a tutti gli amici della Francia!', questo riassume il rapporto che aveva con i suoi lettori. Questo incontro è stato molto importante per me: la forza che ho percepito in lui, il suo carisma, e tutte le storie che portava dentro mi hanno spinto a tornare per fotografare la sua terra, e mi accompagnano giorno dopo giorno".
Qual è a suo avviso il messaggio che lui ha lasciato con le sue opere letterarie?
"È un messaggio che la nostra epoca confusa e distruttiva dovrebbe ascoltare e seguire. (Forse tutte le epoche sono stato distruttive, ma questa volta il pericolo è globale. È un messaggio umanista, pacifista, naturalista. Rigoni Stern ci mostra una via possibile per raggiungere l'armonia con la natura e la pace tra gli uomini. E, in un modo o nell'altro, ne ha parlato in tutta la sua opera, sia nelle storie di guerra che nelle cronache della vita di montagna. Sono lieto di vedere che i temi che gli erano cari servono come base per migliaia di iniziative locali in tutto il mondo, applicati da persone che non vogliono piu questo sistema che distrugge e divide. Non necessariamente sono lettori di Rigoni, ma persone di buona volontà che agiscono con rispetto per la natura, gli animali e gli uomini, senza distinzione".
I suoi connazionali conoscono l'Altipiano? Si farà "ambasciatore" di questi luoghi?
"Sono ancora pochi i francesi che conoscono l'Altipiano. In quest'anni, ne ho parlato con tale entusiasmo che molti amici ci vogliono andare. Inoltre, in questo periodo tornerò ad Asiago con i genitori e tre amici della famiglia che hanno voglia di vedere 'il paese di Rigoni', che tutti leggono da molto anni. L'estate scorsa, per caso, ho incontrato due turisti francesi a Roana, che cercavano il sentiero per scendere nel val d'Assa e vedere le incisione rupestri. Ho avuto il piacere di fare da guida per loro, io che sono un forestiero! Con la mostra e il libro spero di ispirare una visita a piu persone e di essere ambasciatore di questa terra bellissima che ora amo molto. Dopo Riva del Garda e Asiago, porterò la mostra a Venezia e in futuro anche in Francia, dove pubblicherò il libro in versione francese".
nr. 38 anno XXI del 29 ottobre 2016
