NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
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La rabiosa, l'acqua
e il fiume scomparso

di Alessandro Scandale
a.scandale@gmail.com

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Il fiume sono io

Il suo è un romanzo, ma racconta una storia vera: quali difficoltà ha incontrato nell'impostare il lavoro in questa forma?

Il fiume sono io (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)"Inizialmente, circa dieci anni fa, intendevo scrivere un saggio. Stavo raccogliendo diverso materiale - rapporti ambientali, dossier sul distretto conciario, testimonianze dirette raccolte attraverso interviste - ma ad un certo punto il lavoro si è inceppato. Mancavano l’istinto, le emozioni. È anche attraverso di queste – mi sono accorto – che il nostro rapporto con l’ambiente si instaura e si modifica. Ho pertanto ripreso a scrivere badando di più al mio vissuto privato, quello legato alla vita domestica, lavorativa, sociale e ho rivoluzionato il progetto iniziale inserendo un tessuto narrante che prima mancava. In questo modo è emersa la vera questione del nostro tempo: chi si sta occupando dell’ambiente? Perché è venuto meno il senso di responsabilità? Cosa comporta il fatto di aver delegato la tutela ambientale alle istituzioni?"

Nino Franzin è il protagonista del romanzo, che uomo è e in cosa crede?

"È innanzitutto un bambino che cresce. Attraversa la fase della giovinezza, che vive in simbiosi con il fiume Rabiosa, poi quella adulta in cui incontra Anna, la sua compagna, fa dei progetti ed entra in un mondo lavorativo che tuttavia lo allontana dal fiume. La sua storia è un percorso di ricongiungimento con il fiume ma anche con se stesso. Non si tratta di un eroe, a meno di considerare eroica la sua capacità di mettersi a nudo, di andare nel profondo della sua anima - dote tutt’altro che scontata ai nostri tempi - . Crede in una irrinunciabile forza che viene dalla natura, e nella capacità di mantenere uno sguardo che se ne accorga. È lo sguardo alla natura che lo salva, che lo rende partecipe di un ciclo più importante di lui, che non finisce con lui. E questo è lo sguardo che appartiene ai bambini, qualcosa che lui riesce a recuperare".

Il libro, pur in forma romanzata, tratta temi scottanti e attualissimi: che accoglienza ha avuto dal pubblico e nelle presentazioni?

Il fiume sono io (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)"È stata una scommessa. Ho investito moltissimo tempo senza avere alcuna garanzia circa il fatto di trovare una casa editrice e quindi di pubblicarlo. L’indagine narrativa – perché è così che definisco il genere particolare del mio romanzo – contribuiva ad alimentare queste incertezze. Devo dire però che ho creduto fermamente nel valore di ciò che stavo producendo e in cuor mio ho sempre immaginato, o se non altro sperato, che il libro avrebbe fatto la sua strada. Ho ricevuto importanti riconoscimenti letterari: finalista al Premio Latisana per il Nord Est, il Premio Gambrinus, ma è sempre il riscontro diretto con il pubblico che mi conferma di aver raggiunto il mio obiettivo. Molti si riconoscono nel mio personaggio e sentono rappresentata la storia contemporanea della propria terra, cosa di cui evidentemente si sentiva il bisogno. Molti sentono il bisogno di leggere il libro una seconda volta perché sono diversi i livelli di lettura a cui si presta. Le presentazioni al pubblico sono sempre molto calorose, partecipate, sentite. Specialmente quelle organizzate sui luoghi toccati dal libro. È il mio modo di restituire alla Rabiosa il bene che ho ricevuto da lei".

Lei è laureato in Scienze Ambientali: che emozioni ha provato scrivendo un libro che tratta quel tema e quanto è importante per lei?

"Le Scienze Ambientali formano non tanto specialisti, quanto professionisti in grado di interloquire con i vari settori in cui le conoscenze relative all’ambiente sono di norma frammentate. Mi riferisco alla chimica, alla fisica, alla biologia, alle scienze naturali ma anche all’economia, al diritto. È un percorso in cui si rinuncia ad essere esperti per acquisire piuttosto una capacità di dialogare con tutti coloro che già esperti lo sono. Scrivere Il fiume sono io ha ulteriormente esteso questo processo. Ho rinunciato a certi dettagli scientifici, per esempio. Ma allo stesso tempo ho saputo inserire nella descrizione scientifica una narrazione che investe la spiritualità, la vita sociale, il sistema delle nostre relazioni".

I recenti problemi ambientali legati alle acque nel Vicentino (e in Veneto) sono secondo lei figli di scelte politiche, amministrative, industriali sbagliate e cosa auspica per il futuro?

"Senz’altro lo sono. Queste scelte sbagliate tuttavia sono avvenute in un tempo in cui il Veneto aveva rinunciato a guardare alla terra. C’è stata una vera e propria smania di distaccarsi dal legame arcaico con i campi e questo ha allontanato lo sguardo anche dall’acqua e dalla consapevolezza che l’acqua è vita. La Rabiosa veniva inquinata sotto gli occhi di tutti, ma erano occhi per la maggior parte distratti. Questo tuttavia non deve alimentare l’idea di una responsabilità che sia sempre e soltanto di tipo diffuso. Dire “abbiamo inquinato” o “l’uomo ha inquinato” è fuorviante. Serve invece una capacità di riconoscere chi è stato, a fronte di quali profitti e secondo quale lungimiranza. Questo è un concetto che va ben oltre la necessità della pur legittima giustizia e pone le basi per riconoscere anche i conflitti ambientali attuali, per saper giocare il proprio ruolo, per pretendere dalle istituzioni che facciano il proprio. Auspico che il mio libro contribuisca ad alimentare questa consapevolezza".

 

Alessandro Tasinato, dottore in Scienze Ambientali, ha svolto indagini sui cicli produttivi della chimica, del cloro, del petrolio e dei rifiuti nei grandi impianti industriali e si è occupato di energia, fonti rinnovabili e cambiamenti climatici. Per la Bassa Padovana è stato tra i promotori del “Parlamento” per la salvaguardia del fiume Fratta-Gorzone e ha scritto articoli per la rivista Con i Piedi per Terra. Nel 2017 ha fondato I.D.E.A. – associazione senza scopo di lucro per la divulgazione sull’etica ambientale.



nr. 06 anno XXIV del 16 febbraio 2019

Il fiume sono io (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)

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