Esordio felice per un autore vicentino. I giorni della Bastia è un romanzo storico - il primo - di Luciano Cazzola, artigiano a Montecchio Precalcino con una spiccata passione per la storia e la scrittura. La vicenda narrata prende avvio nell'estate del 1386, quando un ragazzino di 11 anni, Vito, si muove con il suo gregge sulla collina di Montecchio Precalcino, villaggio disteso sull’ultima propaggine dei monti a nord dei Vicenza. Il piccolo borgo è alle prese con la nuova, devastante alluvione dell’Astico, i quotidiani diverbi tra nobili e contadini e la guerra tra Carraresi e Scaligeri che stanno rinforzando sul colle la Bastia, l’originaria fortificazione difensiva. Vito incontra nel bosco uno straniero, Jacopo, che torna dall’ultima crociata.
La simpatia è immediata e nasce un’amicizia destinata a mutare profondamente il destino del ragazzo. Da questo momento la loro storia si intreccia con quella degli altri protagonisti del racconto: Sigonfredo da Beseno, capitano della guarnigione scaligera, Tomaso, il prete del paese, Magister, l’eretico cacciato da Vicenza e soprattutto Arcoano Buzzacarini, podestà della nemica Bassano, risoluto a sferrare l’attacco mortale contro il castello scaligero. I sentieri e le valli della collina sono lo spazio in cui si muovono anche Neri e Tessa, gli amici di Vito, il Nebbia, Doraluna e le Fade, creature notturne dei boschi, ma anche la figura sinistra di Bonissolo da Barbano che spingerà gli avvenimenti verso il tragico epilogo. La vicenda narrata nel libro pubblicato dalle edizioni grafiche Leoni di Fara Vicentino, pur essendo in buona parte costruita con la fantasia e l'abilità narrativa dell'autore, si basa su fatti storici realmente accaduti e prende liberamente spunto da un fatto d’armi avvenuto di cui l'autore ha trovato abbondanti tracce nelle pubblicazioni su Montecchio Precalcino, successivamente approfondite nel contesto sociale, culturale e militare in cui la storia è inserita. Cazzola ringrazia pubblicamente Nico Garzaro e Franca Monticello per la loro preziosa amicizia e collaborazione. "Senza entrare a gamba tesa nel manoscritto - scrive in premessa - mi hanno accompagnato nella stesura del racconto che sarebbe rimasto, altrimenti, solo nella mia fantasia. Nico mi ha messo a disposizione la sua documentazione di storia e di toponomastica, elargendomi consigli, precisazioni e punti di vista personali nel corso di tante serate passate assieme, mentre Franca mi ha preso per ano nell’appassionata revisione e correzione del testo". Nico Garzaro, storico locale, è autore, assieme al fratello don Giuseppe, di tutte le pubblicazioni sulla storia e la toponomastica locale. Franca Monticello, dopo una vita come insegnante, è autrice di numerosi libri per i bambini, molti dei quali premiati in vari concorsi. Il libro di Luciano Cazzola sarà presentato domenica 19 maggio alle 18.00 al centro Proti di Vicenza alla presenza dell'autore.
Sono trascorsi ormai parecchi anni dai fatti qui narrati, molte cose sono state dette, altre resteranno per sempre nascoste ai più - si legge nell'introduzione - . Quello che è passato, soprattutto se riguarda gli avvenimenti tragici della vita, come la guerra, la carestia o la peste, tende a essere dimenticato in fretta, come per esorcizzare eventi che non si vorrebbero veder ripetere. Ma, si sa, la storia umana sembra prendersi gioco di tutto ciò. Ora che anche nei nostri villaggi stiamo lentamente dimenticando il passato, rallegrandoci per la pace raggiunta e guardando con fiducia ad un futuro meno incerto, ritengo sia giunto il momento di scrivere l’onesta verità su quanto accaduto nel nostro territorio verso la fine del secolo scorso. L’idea di farlo si manifestò, non molto tempo fa, in un momento particolare del mio servizio che mi chiamò ad assistere alcuni malati affetti da una di quelle malattie ancora sconosciute alla medicina. È a uno di questi infermi e alla sua preziosa testimonianza, resa con lucida memoria e singolare obiettività,che devo riconoscenza per avermi fatto partecipe di quegli avvenimenti ormai remoti. Per la verità. Come avrebbe potuto dimenticare quei giorni? Era molto giovane allora, ma essi sono impressi e ancora attuali nella sua mente e, anche a distanza di anni, il ricordo del fatto d’armi di cui fu testimone riesce a sorprenderlo e a porgli interrogativi a cui non riesce a dare una adeguata risposta. La sorte gli riservò di essere presente, ma solo molto tempo dopo fu in grado di capire l’importanza degli avvenimenti a cui aveva assistito, e questo grazie alla testimonianza di persone in essi coinvolte. Ormai avanti con gli anni, ma con la mente lucidissima, è diventato, suo malgrado o per sua fortuna, la memoria storica di quei fatti e ancora oggi la gente lo interroga curiosa, chiede chiarimenti, vuol conoscere il destino dei protagonisti di quel drammatico avvenimento. I loro nomi stanno inesorabilmente scomparendo nella nebbia dell’oblio, per cui mi sono deciso a fissare la sua testimonianza su questi fogli.
Abbiamo incontrato l'autore vicentino dialogando sul suo libro d'esordio.