Bene, se vi venisse mai l'idea di andare a Vienna nel cuore dell'inverno, ricordatevi di portare il cappello di lana. Noi lo abbiamo portato ininterrottamente per quattro giorni e pare sia l'indumento più usato in questa bellissima città ghiacciata. Diversamente da come siamo abituati in Italia, qui nessuno gira a capo scoperto e le temperature, unite al vento gelido, inducono a massima prudenza ogni volta che si esce da casa, dalla metropolitana, da un museo. Se pensate che il nostro sia stato un inverno rigido, allora non sapete cosa sia l'inverno al di là dell'arco protettivo delle grandi Alpi: un salto termico che vi posso raccontare così: siamo partiti da Vienna alle cinque del pomeriggio con il termometro a meno due. Siamo arrivati dalle parti di Klagenfurt, nel viaggio di ritorno, con la temperatura a meno sette. Passate le Alpi abbiamo registrato più uno e, una volta raggiunta la pianura Padana, la colonnina di mercurio segnava sette gradi sopra lo zero, pur essendo ormai mezzanotte.
Ma andiamo con ordine e cerchiamo di scoprire insieme questa città meravigliosa, capitale di un impero e spesso avvolta dalla fama di essere ormai decadente: niente di più falso. È un centro dinamico, perfettamente al centro di una Europa che sconta il periodo di crisi economica, ma che non rinuncia alla ricerca sia in campo tecnologico che delle arti. Vienna offre, anche al viaggiatore più distratto, il volto di un centro giovane, perché pieno dei giovani studenti che affollano le sue ottime università e che giungono in riva al Danubio da ogni parte d'Europa per frequentare qui corsi specialistici o attraverso i programmi Erasmus.