
Vicenza non è una città per candidati, abbiamo parafrasato il film dei fratelli Coen per evidenziare che il capoluogo berico schiera pochi candidati nella partita delle Regionali.
Occasione persa o scelta scientificamente architettata? Ci si poteva aspettare che avviati verso la conclusione del secondo anno di mandato amministrativo per il comune, le elezioni per palazzo Ferro Fini potessero diventare un banco di prova per qualche aspirante candidato-sindaco, se non proprio una sorta di primarie tra più autorevoli pretendenti a mettersi in gioco alla prossima tornata per palazzo Trissino. Invece quasi nulla si è mosso e pochi sono i "cittadini" che si presentano ai nastri di partenza della corsa per Venezia, i partiti non è escluso abbiano scientemente preferito rimandare ogni tipo di investitura anche la più ufficiosa.

Del resto si sarà detto, nelle segreterie politiche, manca ancora così tanto che è meglio aspettare e non creare illusioni ad alcuno, meglio tenere tutti! sullo stesso piano del resto Lega e PdL, dopo la debacle del 2008, non possono permettersi errori nella scelta della strategia ancor prima che del candidato da opporre a Variati, sempre ammesso che l'attuale sindaco abbia intenzione di rimettersi in gioco per palazzo Trissino, anche se le sirene romane stavolta potrebbero "rapirlo", dicono i bene informati. Sarebbe logico, aggiunge qualche amico di Achille, anche perché la strada che porta a una riconferma a Vicenza è piena di incognite, quella che conduce nella capitale appare molto più sicura se non in discesa, visto il permanere del sistema elettorale senza preferenze.

Torniamo alle Regionali, come si diceva nell'elenco dei candidati spicca la mancanza dei "cittadini", non ci sono tra i papabili del PD, che governa la città con Variati: chi corre per Venezia viene dalla Provincia, Stefano Fracasso da Arzignano, Giuseppe Berlato Sella da Schio, Mauro Beraldin da Bassano e il più prossimo a piazza dei Signori è l'uscente Claudio Rizzato che ha casa a Quinto Vicentino. Anche l'Udc ha alla fine rinunciato al suo "cittadino", infatti Massimo Pecori ha rinunciato alla candidatura e l'unico con la targa "Vi" è Alberto Giuliari, figlio dell'ex parlamentare Francesco, sponsorizzato da Massimo Calearo e dalla "sua" Alleanza per l'Italia.
C'è poca città nelle liste dei due partiti che dovrebbero riuscire a "staccare" il maggior numero di passaporti per Venezia, ossia la Lega Nord, che candida Daniele Borò, consigliere comunale, e il PdL che rilancia Nadia Qualarsa, a meno che non si voglia far passare per "cittadino" il caldognese Costantino Toniolo, che qualcuno comincia a indicare come una delle figure che potrebbero, in caso di mancata elezione in Regione, ma in forza di un buon risultato personale, cominciare ad indossare i gradi del possibile candidato sindaco del capoluogo. Rimane il fatto che Vicenza rischia, salvo exploit di Borò, improbabile, o di Qualarsa, meno improbabile, di rimanere spettatrice di un evento elettorale che vede derby molto più infuocati in Provincia, appunto in centri come Arzignano, Schio e Bassano dove è corsa all'ultimo voto, ma del resto manca ancora così tanto alle elezioni a Vicenza!
nr. 07 anno XV del 27 febbraio 2010