È vero che non tutto ciò che lamentano i familiari va preso come oro colato, mai come stavolta saremmo rasserenati nel venire a sapere che abbiamo sbagliato a dar credito a queste segnalazioni. Aspettiamo che chi ha responsabilità operative, tecniche e politiche sull'Ipab dia, più che a noi, alla città delle spiegazioni, auspicando che nessuno scelga, se non in attesa di approfondimenti e verifiche, la strada del "no comment", al silenzio purtroppo sono spesso obbligati per varie patologie molti degli ospiti dell'Ipab, che altrimenti avrebbero titolo, prima di tutti, di intervenire sulla vicenda.
Il Salvi nella bufera dopo la denuncia di un rappresentante del comitato degli ospiti dell'Istituzione. A tre mesi dalla defenestrazione del Cda di centro- destra retto da Gerardo Meridio, e dall'arrivo del Commissario regionale Roberto Zenere, la situazione all'interno dell'Ente per anziani non sembra certo essere migliorata, anzi. «Qualche mese fa non era così», ammettono gli stessi detrattori di Meridio. Ed ora l'Ipab di Vicenza torna nelle cronache cittadine non per questioni politiche, ma per una vicenda di disservizio che rischia di travolgere lo stesso commissario e l'amministrazione comunale della città.
Nessuno sembra aver voglia di commentare quanto denunciato da un familiare direttamente al nostro settimanale: «Il direttore generale Angelo Fiorin è in ferie -ci spiega una zelante segretaria dell'Istituto di Via S. Pietro- Tornerà la prossima settimana; ha letto le sue domande ma risponderà quando sarà di nuovo in servizio». Poca voglia di parlare, anche se qualcosa dice, per l'assessore ai servizi sociali John Giuliari. La prossima settimana però il responsabile al referato dei servizi sociali ha già fissato in agenda un incontro con i rappresentanti dei familiari dell'Istituzione.
Pochi operatori, ospiti seguiti male
«C'è qualcosa che all'Ipab non va - scrive il familiare che ha denunciato il fatto- Recentemente sono andata dalla mamma che è ospite del Salvi ai Chiostri uno, e come altre volte (soprattutto al sabato e domenica) alle 10.30 la mamma era ancora a letto e non aveva un odore gradevole. Gli operatori mi hanno informata che per tutta la settimana hanno lavorato in turni di quattro persone più l' infermiere e un operatore per la cucina. Nel reparto ci sono 45 ospiti. È chiaro che in queste condizioni non possono offrire un servizio di qualità. Gli ospiti di quel reparto (non so gli altri) vengono lavati ogni 13/15 giorni. Probabilmente in prigione i detenuti hanno la possibilità di lavarsi più spesso - continua il familiare- Chi è stata costretta come me per una condizione di invalidità non gestibile a casa a ricorrere ad una struttura residenziale per anziani soffre nel vedere il proprio caro gestito in quel modo. Tutti diventiamo vecchi e credo nessuno gradirebbe trovarsi in quella situazione. Molti ospiti non possono, per la tipologia di demenza che li ha colpiti, segnalare i vari tipi di disservizio e i familiari hanno solo il coordinatore o gli operatori che non hanno però nessun potere sugli amministratori dell'Ente. I sindacati dei lavoratori dell'Ente difendono anche quei lavoratori che sono un peso per l'Ente stesso e così non si risolve il problema».
La denuncia coinvolge anche l'ente comunale: «Il comune non ha ancora preso posizione, speriamo lo faccia presto. A questo punto la richiesta di aumento delle rette sembra proprio uno scherzo di carnevale», riferendosi all'aumento avvenuto ad inizio anno delle rette all'Ipab.
Il familiare in questione non si è però perso d'animo ed ha preso a piene mani l'iniziativa per cercare di risolvere almeno parzialmente la questione legata alla propria madre ospite al Salvi.
«Ho parlato poi con il coordinatore del reparto per sapere come mai alla mamma non veniva fatto il bagno dall'8 di febbraio - quindi da 17 giorni - (ho una persona in regola che va due volte al giorno a far compagnia alla mamma che mi costa circa 400 euro al mese più contributi ferie, Tfr e tredicesima - che tiene controllata la sua igiene); mi ha spiegato che manca il personale per vari motivi e che quindi sono costretti ad effettuare i servizi essenziali (cambio pannolini, alzare le persone dal letto, nutrirli ecc.)». E qui la terribile comunicazione che sa di vera e propria beffa: «Quello del bagno completo purtroppo non lo è (si pensi solo all'odore dei capelli!). Gli ho detto che apprezzo sicuramente quello che il poco personale riesce a fare, ma che l'amministrazione a cui mi sarei rivolta per protestare, mi aveva chiesto l' aumento della retta senza darmi un servizio dignitoso. Poco dopo la signora che segue mia mamma mi ha detto che l'avevano finalmente lavata. Sono certa che avranno fatto i miracoli e li ho ringraziati. Non è possibile andare avanti così. Stressante per me e stressante per quei poveri operatori che finiranno per odiare il loro lavoro. C'è qualcosa all'Ipab che non va».