NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
la domenica di vicenza
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La scena dell'Olimpico:
Palladio o Scamozzi?

di Tiziano Bullato
bullatot@tvavicenza.it

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La scena dell'Olimpico: Palladio o Scamozzi?

Per capire la nostra storia bisogna cominciare dal 1556. È in quell'anno, infatti, che a Vicenza un gruppo di nobili dà vita ad una associazione culturale che sopravvive ancor oggi e che illumina la vita culturale della città con riflessioni ed opere di grande respiro: si tratta dell'Accademia Olimpica. Fin dall'inizio anche lo stesso Andrea Palladio viene chiamato a farne parte e per l'Accademia si sa che Palladio curò l'allestimento di alcune scene per rappresentazioni teatrali che avevano come "teatro" il cortile di palazzi patrizi oppure la sala grande al primo piano della Basilica. Solo nel 1579 e dopo non poche peripezie burocratiche, l'Accademia Olimpica ottiene dal Comune di Vicenza di poter intervenire in quello che allora era il palazzo del Territorio o Castello del Territorio. Si trattava di una vecchia fortezza medievale, posta all'ingresso sud della città, di fronte a quello che oggi è il ponte degli Angeli. La struttura, già in epoca palladiana, era in parte in disuso e in parte utilizzata come prigione o come polveriera.

Palladio, come detto membro fondatore dell'Accademia, venne immediatamente interpellato per dare vita al teatro stabile di Vicenza e i lavori iniziarono nel 1580. Andrea Palladio persegue l'idea di poter finalmente riproporre in chiave moderna il "tipo" ideale di uno degli edifici più importanti del periodo classico: il teatro appunto. Ne studia le caratteristiche attraverso uno dei libri più importanti dell'epoca, l'edizione del 1556 del "De Architectura" di Vitruvio e soprattutto si ritrova a poter studiare direttamente a Vicenza i ruderi, allora più evidenti di quelli attuali, del teatro romano di Berga in città. La struttura perfettamente inserita in un cerchio, la partizione strutturale e formale, lo spazio delle gradinate chiuso in alto da un colonnato. Tutto viene studiato da Palladio per offrire alla città un edificio che è straordinario. Al museo R.I.B.A di Londra è conservato lo schizzo preparatorio per il prospetto del teatro. Per certi versi può essere considerato simile a quello poi realizzato da Scamozzi, ma in realtà Palladio pensa ad una fuga prospettica centrale e chiude le altre partizioni con delle tele dipinte. È una idea, nel tempo potrebbe averne sviluppate altre, ma la morte lo coglie prima. Il teatro Olimpico rimane il primo teatro stabile in Europa ed è il primo ad essere coperto. I teatri greci, appoggiati sul fianco di verdi colline, erano a cielo aperto. I teatri romani, pur costruiti su più livelli, sfruttando ordini di archi sovrapposti e pur disponendo di ingegnosi sistemi di copertura mobile per proteggere gli spettatori dal sole e dalle intemperie, erano scoperti. Gli stessi teatri rinascimentali a Vicenza erano realizzati in modo provvisorio e ospitati nei cortili dei palazzi o nelle ville. Il teatro coperto non esisteva, lo realizza quel gran genio di Andrea Palladio e sul soffitto cosa troviamo? Un cielo dipinto.

 

Nelle foto: in alto, Palladio: Pianta del teatro antico di Vicenza (Teatro Berga); qui sotto, Palladio: Schema della pianta delle gradinate e della scena del teatro vitruviano - immagini riprese dal libro di Lionello Puppi, Breve storia del Teatro Olimpico, Neri Pozza Editore

 

 

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