NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
la domenica di vicenza
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Dopo il diluvio

di Pietro Rossi

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Dopo il diluvio

In realtà i piani per migliorare l'assetto idrogeologico ci sono da anni. E anno dopo anno hanno subito delle evoluzioni. Gli ultimi risalgono al 2001 e parlano di 3 bacini di contenimento nella zona nord dell'area urbana vicentina. Il più urgente è localizzato a Cresole, in quella ormai tristemente famosa località in cui il fiume Timonchio ha divelto l'argine.

«I lavori devono diventare una priorità nel vicentino - ha specificato Corò - in questi anni non solo non si sono effettuati ma contemporaneamente il territorio veneto ha avuto un incremento del 10% di urbanizzazione, mentre tutto il sistema idrico è ancora convogliato in poche direttrici».

Il progetto di risistemazione del bacino del Timonchio è attualmente concluso e si va verso l'inizio dell'iter di realizzazione. Anche se, parole di Vezzaro, «l'accordo con i proprietari per gli espropri non è così semplice». E poi, l'alluvione ha già fatto sollevare i primi dubbi sul piano. «La stima di contenimento è prevista in 3,5 milioni di metri cubi di acqua - ha spiegato Chiambetti - troppo piccolo rispetto a quello che è successo in questo giorni». Ma l'assessore aggiunge che «Quello che è successo a Cresole ha diverse concause, non ultima quella delle nutrie che hanno indebolito i nostri argini e per questo devono essere contenute». Il "myocastor coypus", nome scientifico del roditore, naturalmente non può difendersi. Ma, essendo un animale, e non avendo il libero arbitrio, non ha sicuramente le colpe degli uomini, i quali, prima l'hanno introdotto in Italia dall'America per farne pellicce e poi, al fallimento del settore, l'hanno liberata nei campi. Adesso, buona per la caccia (ma non è ancora stata declassata a "specie infestante"), contribuisce ad indebolire argini già deboli e sovra carichi. Ma potrebbe far sorridere pensare ad un castorino vegetariano e poi guardare una territorio devastato.

In ogni caso la rottura di quell'argine a Cresole, a dirla tutta, condannando il paese ha evitato danni ancora più gravi alla città. L'affluente del Bacchiglione ha infatti impedito una esondazione maggiormente violenta a Vicenza. «L'acqua uscita a Cresole ha aiutato lo sfogo», ha confermato Marco Ravito.

Lui ed il suo amico Alessandro Marconi sono appassionati di meteorologia e hanno un forum in rete nel quale pubblicano i bollettini della loro piccola stazione meteo. «È possibile ipotizzare un intenso peggioramento e l'esondazione a causa di quantitativi molto alti di pioggia, di neve in via di scioglimento sulle montagne e al vento caldo di scirocco». Le considerazioni le hanno scritte nella loro chat, giovedì 28 ottobre. «Non l'abbiamo detto alle autorità provinciali, se per caso avessimo sbagliato potevamo prendere qualche denuncia. Di fatto eravamo in dubbio se farlo oppure no». Legittimo. Visto il precedente di Giuliani, il ricercatore denunciato per procurato allarme dopo aver previsto il terremoto dell'Aquila. Sono in pochi a leggere http://www.nordestmeteo.it/ quel giorno. Quarantotto ore dopo comincia a piovere. Ed il Bacchilione cresce. Attorno alle 23 e 30 di domenica 31 ottobre arriva a 5 metri e 20. A quell'ora l'Arpav già sapeva?

A quanto sembra, il giorno prima (venerdì 29), un'allerta inondazioni del servizio meteo europeo della Commissione ambiente sarebbe stata inviata all'Arpav. L'agenzia regionale si muove però solo sabato. Nel pomeriggio, ad uffici comunali chiusi, manda due fax. Uno al Comune di Caldogno e l'altro al Comune di Vicenza. In quei documenti c'è la descrizione della criticità: "moderata". Solo il giorno di Ognissanti, 48 ore dopo, il bollettino (sempre via fax) avverte che il rischio è "elevato". Sono le 14 del primo novembre. Il Bacchiglione non ha rispettato la burocrazia. È già esondato da 7 ore. Vicenza e Caldogno sono sotto acqua.

«Si è trattata di una procedura assolutamente conforme che è stata seguita in maniera precisa - ha spiegato Chiambetti davanti alle telecamere di Tva - quando c'è un allarme si attiva il C.O.C. (Centro Operativo Comunale). È un sito che viene sempre aggiornato. Un operatore si mette a scrivere questi bollettini ogni 4 ore e monitora l'evolversi della situazione». Il sistema, anche se conforme, appare però quantomeno superato. Il fatto che siano caduti oltre 400 millimetri d'acqua (quasi il triplo dei 150 previsti) lo dimostra. Il fiume si ingrossa più velocemente di ogni previsione e sul campo, nel fine settimana ci sono solo i sindaci con le loro poche risorse. Sulle strade, la mattina di Ognissanti, c'è solo l'acqua».

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