NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
la domenica di vicenza
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Giacomo Zanella, ovvero il poeta dell’Unità d’Italia

di Gianni Giolo
giolo.giovanni@tiscali.it

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Giacomo Zanella, ovvero il poeta dell’Unità d’Ital

Amore per l'Italia

Il poeta coltivò fin da giovanissimo l'amore per l'Italia e l'ideale della sua unità e celebrò il suo paese nei molti suoi aspetti, da quello naturale e paesaggistico, a quello religioso, culturale, scientifico, artistico e storico nell'antichità classica, nel Medioevo, nel Rinascimento, nell'epoca moderna e in quella a lui contemporanea. In particolare il poeta mostra fin dalle sue prime composizioni il suo amore per l'Italia che, citando Dante, non voleva «serva...di dolore ostello, / nave sanza nocchiero in gran tempesta, / non donna di provincie, ma bordello», ma come canta nell'ode "L'uomo è nato nella società" del 1846: «pe' tuoi giardini, Italia, / innamorato io movo; / dal Brennero al Vesuvio / fratelli ovunque io trovo», poesia postuma che esprime le speranze degli italiani per l'elezione a papa di Pio IX: «Anch'io festeggio, anch'io / spero tenor di splendidi / destin del Nono Pio!». Egli la celebra nel suo capolavoro "La conchiglia fossile" quando la descrive emergere, "suora de' polipi e de' ceruli coralli", dai flutti del mare dopo gli immani sconvolgimenti geologici della terra nell'era quaternaria.

Gli avvenimenti del 1848

Come attesta il Lampertico egli rivela l'amore per la patria in uno dei suoi primi componimenti come "Colombo si dispone al viaggio in America", in cui canta: «Che ti giova, o patria mia, averne il merto, / se tua non è la fulgida corona? / Piangi tu, mentre io guido a niun secondo / quasi sposa l'Iberia a un nuovo mondo». Il poeta seguì con trepidazione e partecipazione gli avvenimenti del 1848, che videro i giovani vicentini battersi come leoni contro le truppe austriache, ma non si impegnò direttamente seguendo l'esempio di altri sacerdoti come Giovanni Rossi e Giuseppe Fogazzaro, che parteciparono al governo della città nel Comitato provvisorio, predicò le Quaranta Ore nella chiesa di Santa Caterina, accennando positivamente alla rivolta di Venezia e alle Cinque giornate di Milano. Subito dopo intervenne la repressione austriaca che perquisì il seminario e in quell'occasione pare che egli abbia distrutto le sue poesie patriottiche e una serie di compiti di alunni che riferivano degli eccidi compiuti nel 1510 dagli Imperiali nel Vicentino durante gli avvenimenti della lega di Cambrai.

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