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Amore per l'Italia
Il poeta coltivò fin da giovanissimo l'amore per l'Italia e l'ideale della sua unità e celebrò il suo paese nei molti suoi aspetti, da quello naturale e paesaggistico, a quello religioso, culturale, scientifico, artistico e storico nell'antichità classica, nel Medioevo, nel Rinascimento, nell'epoca moderna e in quella a lui contemporanea. In particolare il poeta mostra fin dalle sue prime composizioni il suo amore per l'Italia che, citando Dante, non voleva «serva...di dolore ostello, / nave sanza nocchiero in gran tempesta, / non donna di provincie, ma bordello», ma come canta nell'ode "L'uomo è nato nella società" del 1846: «pe' tuoi giardini, Italia, / innamorato io movo; / dal Brennero al Vesuvio / fratelli ovunque io trovo», poesia postuma che esprime le speranze degli italiani per l'elezione a papa di Pio IX: «Anch'io festeggio, anch'io / spero tenor di splendidi / destin del Nono Pio!». Egli la celebra nel suo capolavoro "La conchiglia fossile" quando la descrive emergere, "suora de' polipi e de' ceruli coralli", dai flutti del mare dopo gli immani sconvolgimenti geologici della terra nell'era quaternaria.
Gli avvenimenti del 1848
C
ome attesta il Lampertico egli rivela l'amore per la patria in uno dei suoi primi componimenti come "Colombo si dispone al viaggio in America", in cui canta: «Che ti giova, o patria mia, averne il merto, / se tua non è la fulgida corona? / Piangi tu, mentre io guido a niun secondo / quasi sposa l'Iberia a un nuovo mondo». Il poeta seguì con trepidazione e partecipazione gli avvenimenti del 1848, che videro i giovani vicentini battersi come leoni contro le truppe austriache, ma non si impegnò direttamente seguendo l'esempio di altri sacerdoti come Giovanni Rossi e Giuseppe Fogazzaro, che parteciparono al governo della città nel Comitato provvisorio, predicò le Quaranta Ore nella chiesa di Santa Caterina, accennando positivamente alla rivolta di Venezia e alle Cinque giornate di Milano. Subito dopo intervenne la repressione austriaca che perquisì il seminario e in quell'occasione pare che egli abbia distrutto le sue poesie patriottiche e una serie di compiti di alunni che riferivano degli eccidi compiuti nel 1510 dagli Imperiali nel Vicentino durante gli avvenimenti della lega di Cambrai.