NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
la domenica di vicenza
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Variati apre ad un centro giovanile di destra in città

di Luca Faietti
faiettil@tvavicenza.it

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Variati apre ad un centro giovanile di destra in c

È possibile superare la dicotomia politica destra-sinistra nell'approccio alle questioni legate agli spazi da dedicare ai giovani?

Giovine: «Dovrebbe esVariati apre ad un centro giovanile di destra in c (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)sere la mission di un’ amministrazione comunale superare la dicotomia destra sinistra quando si affrontano questioni legate agli spazi giovanili. Spiace constatare che l’amministrazione Variati abbia intrapreso la direzione opposta. L’assessore Moretti si ostina a criticare la scelta della Giovane Italia Vicenza di non partecipare più al Vi lab ma si dovrebbe ricordare che inizialmente avevamo accolto con favore l’idea di un tavolo che affrontasse questioni legati alle politiche giovanili arrivando a fare diverse proposte concrete dal centro giovanile alle convenzioni sui taxi senza contare le nostre continue pressioni affinché la Bertoliana potesse diventare una biblioteca al passo con i tempi dotata di wi-fi e impianto di aria condizionata. Quando abbiamo capito che il vicesindaco concepiva il vi lab come una sorta di contentino da dare a dei ragazzini abbiamo deciso di non perdere ulteriormente tempo considerando che non vi era la minima intenzione di concretizzare alcunché».

Benigno: «Di certo non si supera con la concessione di spazi pubblici ad associazioni i cui membri escludono a priori dei giovani che hanno idee distinte dalle loro. Detto questo per me la dicotomia destra-sinistra non dovrebbe nemmeno porsi perché un’amministrazione seria dovrebbe pensare a concedere spazi e a dare opportunità che coinvolgano l’intera gioventù di una città. Variati e Moretti, invece, a differenza di quanto promesso in campagna elettorale, per i giovani non stanno facendo nulla se non difendere le rendite di posizione di qualcuno.
Basti pensare all’ultima ordinanza sui locali che dimostra l’incapacità di rivitalizzare il centro, andando nel verso contrario rispetto a quelle che sono le esigenze dei giovani vicentini».

Abalti: «C’è anche qui molta improvvisazione nella retorica degli spazi per i giovani. La richiesta-bisogno di spazi arriva sempre da gruppi autoreferenziali e poco rappresentativi del mondo giovanile. Sono i terminali di frange minime che non hanno a cuore i bisogni veri del mondo giovanile. Siamo qui a perdere tempo su un tema superato dalla storia quando abbiamo problemi ben più pesanti e che riguardano le nuove generazioni. Farò qualche esempio per andare sul concreto: disoccupazione giovanile altissima e risposte da parte delle istituzioni bassissime, a tutti i livelli, nessuno escluso. Cosa fa questa Amministrazione per contrastare la disoccupazione giovanile? Non vi è traccia di alcuna misura. Ma andiamo avanti, sul tema della casa c’è un drammatico bisogno di scelte forti che incoraggino le giovani generazioni a diventare adulti anche con la scelta di andare a vivere da soli o con il proprio partner, ma non ci sono corsie preferenziali per i giovani; invece di dare regole e responsabilità si emanano ordinanze che mortificano il tempo libero dei ragazzi; se un giovane vuole iniziare un percorso da imprenditore o professionista non trova credito nelle banche se non ha la famiglia a garantire per lui. Questi sono i problemi veri dei giovani, o meglio del 90% dei giovani. Gli spazi sono debiti elettorali che il centrosinistra sta pagando a chi gli ha garantito un’insperata vittoria alle elezioni».

RuVariati apre ad un centro giovanile di destra in c (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)cco: «Credo che francamente sia difficile superare questa dicotomia, anche se sono stati fatti passi da gigante nel tempo rispetto a 20-30 anni fa. Un esempio delle difficoltà che si incontrano sul tema è dato dalla recente esperienza di VI Lab [foto a des.] dove esponenti della maggioranza continuano a dipingerla come un’esperienza positiva di aggregazione socio-culturale giovanile. Resta la circostanza essenziale che i giovani di alcuni movimenti politici giovanili hanno abbandonato il tavolo perché non realmente garantiti da chi predica (male) il concetto della partecipazione democratica».

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