NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
la domenica di vicenza
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Vista dagli anziani, categoria di serie B

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Vista dagli anziani, categoria di serie B

Il primario Riboni ha parlato di una diversa catalogazione delle definizioni: quando una persona viene valutata anziana e quando no? E quando scatta il limite del cosiddetto grande anziano? L’organizzazione sanitaria ha l’elasticità necessaria al cambiamento anche rapido?

VINCENZO RIBONI- Caratterizziamo il fatto che come ospedale ci mettiamo in contrapposizione o ancor peggio di rifiuto all’ipotesi che all’accesso per l’urgenza ci sia una rilevante popolazione anziana; ci poniamo il problema che nell’organizzazione dell’ospedale, dei reparti, della patologia e della necessità di un appoggio psicologico alle persone che vengono ricoverate ci sia la possibilità di gestire la complessità di situazioni in modo da dare una risposta che non sia solo determinata dal ricovero ospedaliero. È importante che risolta la problematica del fatto acuto resta il problema della soluzione soddisfacente e in tempi rapidi e concreti al dopo, a come la persona segue la propria strada dopo il ricovero. Le forze ci sono, le disponibilità anche, il lavoro del territorio e quello amministrativo dei Comuni sono riferimenti sempre preziosi oltre che disponibili; ci sono i medici di medicina generale con cui ci confrontiamo in ottimo rapporto: tutto questo per facilitare il deflusso, il rientro o comunque l’uscita; dove sia la destinazione anche momentanea in alternativa alla casa e alla famiglia l’anziano deve avere un’offerta. Quanto all’età, sappiamo quanto si è allungata la vita media e quanto un sessantenne di oggi non sia neppure lontanamente paragonabile a quello di anche solo quindici o venti anni fa: è chiaro che con l’età cambiano anche i termini con cui si valutano anziani e anche bambini (l’età pediatrica è altrettanto diversa). Oggi si può parlare di età anziana da 80 anni in su il che cambia tutti i meccanismi dalla geriatria alle medicine; il grande anziano va da 90 anni in su. Secondo una statistica che ho seguito personalmente 76mila accessi qualcosa più di 15mila erano al di sopra degli 80 anni; anche nelle dinamiche di classificazione si può cambiare e cambiare i riferimenti.

NICOLA FERRONATO (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)NICOLA FERRONATO- Nell’ambito amministrativo questa è già una realtà perché la domanda arriva dalle direzioni più disparate. Nella fase post-acuta debbo dire che abbiamo fatto una forte battaglia per avere lo stesso numero di impegnative nelle case di riposo per far fronte al problema. Qualche anno fa con l’aiuto dell’azienda ulss e l’ufficio anziani abbiamo messo in piedi le cosiddette impegnative temporanee, i ricoveri sollievo che sono diventati utilissimi per togliere dall’ospedale e aiutare la famiglia prima del rientro vero. Mi riallaccio anche all’altro discorso sullo sviluppo delle cure domiciliari: sarà l’asso nella manica del futuro; bisogna anche dire che da amministratore locale non posso dimenticare il problema della sostenibilità economica della spesa. La quota sanitaria si eroga con il contributo della Regione la quota sociale è a carico dei Comuni; oggi siamo quasi all’asfissia e l’aumento della quota capitaria rischia di diventare insostenibile. C’è anche questo problema, della sostenibilità. Nel confronto tra amministrazioni e azienda sanitaria c’è già uno sforzo per la qualità nonostante i tagli di risorse. Sarà nostro compito riuscirci.

renzo grison (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)RENZO GRISON- Siamo di fronte ad una sfida che è anche una necessità. In questi ultimi mesi stiamo realizzando ad esempio i nuclei di cure domiciliari come le cure palliative ai malati di tumore. Nella nostra ulss siamo in grado di gestire questo settore curando gli aspetti più pesanti come il dolore l’ansia e tutto quanto connesso con una grave patologia. L’elasticità del cambiamento non ci manca, assieme alla collaborazione di tutte le componenti assistiamo oggi ad un grado di assistenza domiciliare che non ha precedenti. La situazione post-acuta del resto riguarda tutti, esiti di infarti, decadimento cognitivo, problemi di disfagia grave, per cui tutto il concetto di post-acuto si vede coinvolto in quanto stiamo dicendo, non parliamo più soltanto di anziani ma di tutto coloro che si trovano in questa condizione; discutiamo continuamente di casi un cui tra strutture protette e sistemazione in famiglia la famiglia sceglie per la seconda soluzione. Qui occorre l’intervento di appoggio per aiutare appunto la famiglia che molto spesso è sottoposta ad un carico insopportabile di stress quando gestisce in casa un malato grave di qualsiasi natura sia la malattia. L’aiuto serve ad evitare di creare altri ammalati, altre patologie.

NICOLA FERRONATO- Insisto sul fatto che l’assistenza domiciliare sarà il grande passo del futuro più prossimo sia per la diversa qualità che si produrrà sia per il fatto che occorre un bilanciamento diverso dei carichi di spesa perché il rischio per le amministrazioni comunali che distribuiscono assistenza sociale è di arrivare a non avere più le disponibilità necessarie.

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