NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
la domenica di vicenza
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Nel gioco più innocenza o più malizia?

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Nel gioco più innocenza o più malizia?

Allo psicologo chiediamo una puntualizzazione tecnica del problema dipendenze dal gioco: nascono e si sviluppano in che modo? E quanto tempo occorre ad uno specialista per venirne a capo?

sandro pilan (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)SANDRO PILAN- Mi occupo di dipendenza da parecchi anni, si tratta di un terreno molto complesso e vasto. Partirei dal fatto che l’introito dal gioco (76 miliardi nel 2011) quasi raddoppiato in quattro anni dice già delle proporzioni del fenomeno. Le problematiche aumentano in proporzione, il numero delle persone che chiedono aiuto sale in modo progressivo, tra il 2007 e il 2011 sono raddoppiate; seguo prevalentemente persone dipendenti con conclamata una malattia di questo tipo; l’incremento di malattia è alla pari con quello degli introiti da gioco. È un argomento sempre più pesante, va trattata su due versanti: la prevenzione strutturale e spetta allo Stato anche se in questo caso è il Comune che la porta avanti anche se ha mezzi limitati per cui la proiezione nazionale è quella che deve incidere con leggi e regolamenti ben precisi; abbiamo esempi in Europa che basterebbero ad illuminarci un po’ le idee; la seconda prevenzione è quella verso gli individui, i giovani, per informare tutti su come alcuni giochi e tipologie di gioco, compresa la regolarità del gioco, possono diventare pericolosi. Ci sono grosse differenze tra Bingo e macchinette aggressive che ti fanno perdere la concezione del tempo, il senso delle proporzioni, e ti danno illusioni forti che poi sono perlopiù ingannevoli. Occorre tutta una serie di informazioni sul gioco, come e in che modo, oltre che indagare sul marketing che non è sicuramente molto morale: guardata il grattaevinci e vi convincete subito. Bastano i titoli, il miliardario, il maximiliardario, il milleeunanotte, winforlife, cioè vinciperlavita, eccetera: è lo Stato che favorisce tutto questo ingannando di fatto le persone e quelle più vulnerabili subiscono i messaggi ricevendo dei danni effettivi, gli resta un segno: cominciano piano per ricreazione, ma poi precipitando nella dipendenza perché coltivare l’illusione della dipendenza dà sistematicità al fenomeno del gioco.

Calcolato 10 l’incidenza delle dipendenze da gioco rispetto a alcol e droga, il gioco quanto vale in proporzione?

SANDRO PILAN- Leggevo un dato che mi ha colpito: le dipendenze curate dai vari sert in tutta Italia sono intorno ai 140mila casi, stimandone però il doppio, e le persone dipendenti da gioco sono stimate intorno alle 800mila. Il gioco clandestino? Non credo che sia compreso in queste proiezioni statistiche. La dipendenza è perdita di controllo, compulsione, conseguenze disastrose su famiglia, portafogli, rapporti con la legge in qualche caso, truffe e furti, indebitamento con finanziarie o addirittura con il mondo dell’usura. Una qualche forma di controllo deve essere messa in atto compreso il settore del prestito, dell’attingere a risorse economiche illimitate come può essere ad esempio il caso dei prestiti delle finanziarie. In preda alla compulsione non si può avere mano libera per continuare a giocare e a perdere denaro affondando sempre di più.

Esiste un tempo medio di recupero fatta salva la differenza tra caso e caso?

SANDRO PILAN- Noi diciamo che il giocatore dipendente deve darsi un periodo di recupero di almeno sei mesi; inizialmente siamo più aggressivi delle macchinette dal punto di vista terapeutico portando il giocatore all’astinenza per togliere il sintomo della compulsione; dopo si procede nella terapia agendo sullo stile di vita, sul recupero dei rapporti famigliari, le radici che hanno portato a scatenare la dipendenza. Gli aspetti personali sono importanti e pesantissimi e su questi bisogna agire.

CRISTINA SCETTRO DANESE- Parliamo di Ottocentomila persone, ma mi chiedo se non sarebbe più corretto parlare di ottocentomila famiglie…

SANDRO PILAN- Sì è molto più corretto considerare la questione da questo punto di vista perché il gioco comporta sofferenza individuale per chi gioca ma anche sofferenza per tutti i suoi; quando il giocatore viene scoperto perché è costretto a dire la verità magari dopo anni di bugie si sente liberato di questo peso, ma questo peso si scarica tutto sulla famiglia, mi pare ovvio, e la famiglia soffre altrettanto se non di più.

TIZIANO CUNICO- Aggiungo una notizia: i Monopoli stanno studiando un nuovo gioco che viene ad aggiungersi a tutti gli altri: ci si potrà giocare il resto della spesa, il che vorrà dire munire le casse del market di una macchinetta con cui si potrà scommettere proprio la piccola somma di resto che ti spetta dopo la spesa.

RAFFAELE COLOMBARA- Aggiungo anch’io qualcosa: l’anno scorso sono stati spesi in Italia un po’ più di 50miliardi di euro per alimentazione mentre per il gioco i miliardi sono oltre 70; le liberalizzazioni di oggi sono in deroga alla Costituzione per quanto riguarda il gioco e altra cosa ancora è anche la Comunità europea da una ventina di anni chiede all’Italia di mettersi in regola con la normativa sul gioco che ancora non c’è. Il rischio è che tutta la liberalizzazione abbia sul gioco un effetto disastroso proprio perché non essendoci una legislazione vera è una specie di campo completamente spoglio su cui seminare quel che si vuole.

Nel gioco più innocenza o più malizia? (Art. corrente, Pag. 3, Foto generica)

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