NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
la domenica di vicenza
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Ma perchè Monti piace così tanto?

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Ma perchè Monti piace così tanto?

A che pro i provvedimenti di Monti se non sono sparsi su tutti compresi quelli che debbono dare di più e in particolare le banche?

Ma perchè Monti piace così tanto? (Art. corrente, Pag. 3, Foto generica)MASSIMO CALEARO- Credo che sia una tesi comune, un grido comune; sentivo ieri Vescovi che segue il credito che diceva non ce la facciamo più; mio nonno usava dire che la banca ti dà l'ombrello quando c'è il sole mentre quando piove non te lo dà più o te lo toglie. È evidente che in questo momento così difficile le banche dovrebbero essere molto vicine alle imprese, mentre lo sono a quelle forti trascurando quelle deboli, cioè la stragrande maggioranza del sistema produttivo nazionale che è fatto al 90 per cento di aziende con dieci o meno dipendenti. Il mercato interno nazionale è fermo, un imprenditore che vende fascia alta con una serie di negozi e si trova in uno stato di pausa totale perché la gente ha paura di spendere. Secondo me, e non lo dico da oggi, occorre una maggiore trasparenza da parte delle imprese, dalla più piccola alla più grande, ma le banche non possono limitarsi a guardare soli i bilanci, debbono guardare i budget e guardare il futuro; in un momento così difficile bisogna dare speranza e attaccarsi al discorso dell'1% che faceva Paolo Franco, cioè il denaro arrivato dall'Europa alle banche per il credito, e non trovarsi invece a richiedere un credito che quando ti viene dato va ben oltre il 10, se ci capiamo, al punto che chi cerca credito ora comincia a cercarlo nella banche estere perché lì il denaro costa molto meno. Mi auguro che Monti riesca a far diminuire notevolmente il rischio paese proprio per il discorso della dimensione delle nostre imprese. I piccoli dove vanno a chiedere i soldi? In Italia naturalmente e le banche come rispondono? Si deve dare un segnale molto forte finora mancato: in k100 giorni tutto non si può pretendere ma nemmeno dobbiamo arrivare a 200 giorni perché rischiamo di trovarci con un cimitero di imprese. Sui giornali le banche si dichiarano favorevoli al credito, quando le vai a consultare da singolo imprenditore la prima cosa che ti chiedono è una valanga di garanzie anche di tipo ipotecario. Bisogna fare in modo che anche gli istituti di credito comincino a rischiare esattamente come le imprese e come del resto avviene in altri paesi. Qui tutte le forze politiche debbono andare battere su questo chiodo e convincere il governo che ora è il momento di cambiare anche con le banche.

PAOLO FRANCO- Io sono assolutamente d'accordo con quanto dice Massimo Calearo a parte le conclusioni; in questo governo c'è Passera che è un esponente di spicco del sistema bancario e finanziario, ma tutti gli interventi di questo 100 giorni sono stati di tutela delle banche non diversamente. Esempio, il ricorso alla fideiussione in favore delle banche: certo che non debbono fallire, ma non viene previsto nulla a proposito del fatto che anche loro abbiano da dare in cambio qualcosa rispetto a quanto ricevono; mi viene il sospetto che questo ministro alle attività produttive, il più importante dopo il premier, non sia un ministro degli italiani ma il ministro delle banche perché le banche non sono tenute a dare nulla in maniera diretta o indiretta: pensioni, conti correnti, molteplicità di interventi a favore degli istituti di credito non registrano in cambio nessun onere per le banche. È assolutamente squilibrato questo sistema perché quando si andrà in banca di nuovo la gente si arrabbierà e forse questo sondaggio cambierà colore. Avevamo fatto con Tremonti i famosi bond per le banche che avrebbero potuto essere finanziati, ma la garanzia dello Stato non è stata raccolta, non ha avuto risultato se non a livelli molto modesti.

Ma perchè Monti piace così tanto? (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)STEFANO FRACASSO- Non vi hanno fatto ricorso per i motivi che dice Franco ma anche perché avrebbero dovuto scoprire il loro stato di estrema difficoltà perché si erano concentrate sulle attività finanziarie e speculative, titoli tossici e derivati, ecc. Accedere allora significava scoprirsi in trasparenza. Un conto è stato pagato da altri sistemi in Europa qui no; è vero che senza il sistema bancario in Italia non si può fare niente. L'intreccio tra sistema produttivo e sistema finanziario fatto nel veneto da banche che sono piccole come le imprese mi fa pensare che occorre non solo dal governo ma anche dall'Europa una operazione che stringa sulle banche e produca risultato.

MASSIMO CALEARO- La situazione è di reale difficoltà e credo che il governo stia facendo una rivisitazione completa del sistema paese: siamo sempre le formiche d'Europa, ma la difficoltà c'è. Quello che bisogna fare assolutamente è far ripartire i consumi perché ci sono famiglie che non arrivano a fine mese e altre che perdono il lavoro. Purtroppo c'è il l30% degli italiani che mantiene il 70%, quelli che lavorano nel privato e gli altri che stanno sulle spalle degli altri. Nel 70% ci sono i bravissimi che vengono pagati però come i fannulloni. Chi lavora nel privato deve correre e anche il pubblico deve essere messo in concorrenza nel sistema paese. Il pubblico non ha cassa integrazione e anche queste disparità vanno ripensate: vedo con favore che finalmente si dichiarino certe cose, come il reddito di un ministro che guadagna 7 milioni e ne paga quattro di tasse: un modo per far capire che chi ha di più non è necessariamente un ladro, ma solo uno che guadagna di più e contribuisce alla spesa sociale con le tasse che paga regolarmente. Se fossimo un po' più calvinisti la gente comincerebbe ad avere dell'orizzonte una visione un po' più realistica,

STEFANO DALL'ARA- A proposito delle difficoltà: leggevo che nel solo mese di dicembre il credito alle aziende si è ridotto di 20 miliardi, mentre per il settore artigiano il calo è dell'1%. Si tratta di cifre impressionanti. Le banche hanno preso parecchi soldi. Forse uno spiraglio è nel documento per la crescita europea in cui si parla proprio di banche che debbono cominciare a rispondere in proprio. Ieri Passera ha fatto un intervento sull'accesso al credito difficile che sommato al costo del lavoro fa veramente paura. Tra 2010 e 2011 il vicentino ha perso 2000 posti di lavoro, mentre ad esempio la capacità dello Stato di pagare le imprese a cui è debitore è sempre più in calo. Da medico ho contatto con tanta gente che conosco bene: l'artigiano vorrebbe assumere e prima di licenziare ci pensa cento volte; ma andare avanti è difficile, i pagamenti sono lentissimi.

Ma perchè Monti piace così tanto? (Art. corrente, Pag. 3, Foto generica)

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