NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
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La famiglia anagrafica e quella di fatto

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La famiglia anagrafica e quella di fatto

L’avvio del dibattito è tutto attorno alla domanda chiave che dovrebbe chiarire tutta questa spinosa questione: posto che una legge del 54 era ed è evidentemente disattesa, che cosa ha ispirato il comitato Dir. Vi. Alla richiesta presentata al sindaco?

mattia stella (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)MATTIA STELLA- Noi di questo comitato che si propone la difesa dei diritti civili ci siamo posti il problema della questione del riconoscimento delle coppie non sposate che sono numericamente molto numerose; l’amministrazione dovrà decidere la concessione di una dichiarazione secondo cui due coabitanti convivono per vincolo affettivo come per matrimonio.; la famiglia anagrafica è diversa dalla convivenza e la supera. Per noi è un riconoscimento che il Comune potrebbe dare con un semplice ordine all’anagrafe da parte del Sindaco. Dopo di che si aprono possibilità ulteriori secondo un migliore esercizio di alcuni diritti specifici. A Padova e Bologna è una prassi già in atto e ci pare stia dando buoni risultati.

MASSIMO PECORI- In un primo tempo ero per una chiusura decisa alla proposta, poi tutto si è chiarito perché la questione non era su una istituzione di una anagrafe parallela cioè di un registro delle coppie di fatto; del resto era un tema affrontato da me come difensore civico quando avevo notato la forma illegittima di una certificazione di questo tipo. Successivamente grazie ad incontri anche con Dir. Vi. Si è accertato che le cose non erano in quei termini e la questione è rientrata nella realtà che prevede non un registro ma una cosa diversa, cioè una attestazione del fatto che due persone convivono in quanto legati da vincolo affettivo. In questo caso la legge c’è e dà ai Comuni questa possibilità. Di fronte a questo ho manifestato la mia apertura a questa ipotesi. Una amministrazione non può non riconoscere una legge ed applicarla. Dopo c’è tutta una serie di questioni su cui bisognerà parlare. Oggi il registro anagrafico delle coppie sposate non può essere affiancato da un registro delle coppie di fatto.

ENRICO PERONI- La posizione del PD già votata in gennaio dall’esecutivo è quella di appoggio al comitato Dir. Vi. Di cui facciamo parte. Oltre alla singola questione come riflessione nel partito riflessione che spetta a tutti i partiti perché la società è in costante mutamento e merita analisi attente, siamo partiti da una nostra analisi a cui hanno contribuito anche psicoterapeuti attorni alla trasformazione nella società e nella famiglia: molte coppie giovani soprattutto per ragioni economiche non vedono nel matrimonio il punto di partenza. Può piacere o no dal punto di vista etico, ma dato che l’obiettivo del legislatore è la tutela dei cittadini per situazioni di fatto similari in cui alcuni scelgono il matrimonio altri no è giusto che alcuni diritti di base siano garantiti. Abbiamo lo strumento nazionale che è la legge anagrafica, cerchiamo di sfruttarlo con questo attestato. Ad ora la coppia di fatto deve dimostrare di esserlo e senza il certificato in questione non può farlo.

maurizio franzina (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)MAURIZIO FRANZINA- Faccio un passo in là. Alla fine che il certificato sia dato non risolve granché. Il problema vero è che la società vive mutamenti tali che le forze politiche debbono saper leggere ed analizzare. Se la politica non fa questo non è politica. Oggi tutti noi abbiamo amici parenti e conoscenti che sono coppie di fatto, vogliamo dare a queste persone una serie di diritti che ci sono anche se non saranno gli stessi del matrimonio? È giusto dare questi diritti. La politica deve saper costruire norme che danno risposte ai problemi della società. Bisogna insomma saper vedere la società che c’è, con prudenza, intelligenza, ma con rispetto di tutti. Il comitato sta chiedendo poco tutto sommato perché in fondo dovrebbe chiedere tutti i diritti per le persone che si amano etero o omosessuali senza problemi.

MASSIMO PECORI- Attenzione però, lo stato della legislazione non è più così carente, diritti che non erano riconosciuti oggi lo sono. Non pensiamo che una volta ottenuto questo pezzo di carta di apra un mondo che non c’è almeno per ora. Il mondo si apre se ci sono norme: procreazione assistititi, diritto di astensione alla testimonianza, adozioni, costituzione di parte civile, colloqui con detenuti, alloggi di edilizia residenziale: sono tutti diritti già riconosciuti. Detto che nessuno può negare diritti fondamentali, bisogna rendersi conto che la famiglia di fatto e quella anagrafica sono meritevoli di riconoscimenti, ma non equiparabili ad altre fattispecie. Aggiungo che qualsiasi riconoscimento fino ad ora è regolabile con l’autocertificazione che poi il Comune va a controllare.

MATTIA STELLA- Scusate: noi abbiamo chiesto solo quanto ci è concesso dalla legge. Abbiamo in risposta questo che è un parto e poi vediamo…

FRANCESCO RUCCO- Io voglio partire da una distinzione che secondo me è preliminare e fondamentale: da una parte la battaglia culturale del comitato Dir. Vi. che assolutamente rispetto avendo fatto esperienze in passato, anche se qui avrei proposto questa azione senza i partiti perché le posizioni di questo genere prescindono dall’appartenenza di partito; secondo me c’è diversità tra quel che dice la Dir. Vi. e il presidente del consiglio comunale Paletto che ha parlato di un’altra cosa, un registro di coppie di fatto, un provvedimento che non aveva legittimità non avendo competenza il Comune. Su quella posizione ho dichiarato totale contrarietà così come una gran parte del PDL perché lo scopo della battaglia politica di Poletto è strumentalizzare l’argomento e distogliere dall’inefficienza dell’amministrazione. Per quanto riguarda Variati che un anno fa era contrario non mi spiego perché abbia cambiato posizione, forse anche per il vento della campagna elettorale; per quel che riguarda la battaglia culturale posso dire che se è una questione di certificato anagrafico la questione non si pone.

Torniamo ai tempi di maturazione della legge e ai 45 anni necessari per darle il regolamento attuativo? E perché non ci domandiamo perché questa sospensione di diritti vera e propria si debba sopportare dopo altri 23 anni da 1989? Franzina parla della lettura necessaria dei fenomeni sociali da parte della politica, ma qui di lettura ce n’è stata poca…

francesco rucco (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)FRANCESCO RUCCO- Un bel periodo certo, sicuramente considerato chi ha governato dal 54 ad oggi le forze sono per la maggior parte conservatrici per cui c’era una concreta resistenza alla legge non ultima la presenza dei cattolici nella politica. Personalmente al di là dell’inefficienza dico da cattolico impegnato sul territorio ho principi che condivido e che sono distanti dalle posizioni del comitato e del segretario cittadino del PD. Anche se mi rendo conto che la società è in continuo cambiamento ma non approvo parlare delle coppie di fatto come si trattasse di coppie regolate nel matrimonio. Debbo aggiungere anche che come legale vedo direttamente le difficoltà di unioni non regolate dal matrimonio dove ci sono figli anche piccoli, problemi superiori rispetto a qualsiasi altra situazione; bisogna trovare rimedi a una legislazione che spesso non ne produce. Piano piano si prevedono diritti nuovi, ad esempio il risarcimento in caso di incidenti, ecc. On questi casi la giurisprudenza si è sostituita al legislatore ed ha rimediato di fatto. Da cattolico ritengo che i valori dettati anche dalla carta costituzionale siano quelli in cui mi debbo riconoscere.

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