NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
la domenica di vicenza
google
  • Newsletter Iscriviti!
 
 

E ancora una volta paga l’auto (tanto per cambiare)

facebookStampa la pagina invia la pagina

E ancora una volta paga l’auto (tanto per cambiare

Partiamo dal tema suggerito dal titolo di questa trasmissione: perché l'auto soffre di questa scarsissima considerazione, come si trattasse della pecora nera di famiglia e non invece di un mezzo che media lavora e reddito per una vastissima fascia di popolazione italiana?

romano pigato (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)ROMANO PIGATO- Le cifre parlano chiaro, 20% in meno di auto vuol dire 20% in meno per i consumi petroliferi, per le officine, per le carrozzerie, eccetera; e pensate che si parte in questo conto dai dati dell'anno scorso che erano già in calo forte, per cui si presume a spanne che il mercato dell'auto da meno di due anni a questa parte abbia perso il 35% della sua potenzialità. Bisson che le vende le auto può dire meglio di me qual è la situazione reale del mercato.

VITTORINO BISSON- È una grave crisi che ci riporta al 93/97, crisi già vissuta per cui sappiamo come reagisce il mercato dell'auto alla crisi, prima di tutto con i consumi ridotti. C'è una situazione pesante per tutti. Produttori generalisti come le grandi marche subiscono tagli di volumi più importanti rispetto alle produzioni di nicchia che per quanto si riducano non arrivano mai alla vera crisi. Qui però credo che siamo alla situazione classica del gatto che si morde la coda; abbiamo stimato che quest'anno in assenza di una inversione di tendenza il mercato chiuderà con 1milione e 400mila auto in Italia che significa una riduzione di introiti per lo Stato di quasi tre miliardi di euro, per cui è una situazione che non fa bene neppure allo Stato stesso. Abbiamo chiesto l'introduzione di incentivi per alleviare il peso della crisi e ridurre questo gap. L'impatto anche sull'occupazione sarà importante perché si perderanno una settantina di mandati e circa settemila addetti che diventeranno disoccupati o in cassa integrazione.

NATALE BERNARDI- Abbiamo imprese in difficoltà con personale in pericolo per quanto riguarda il posto di lavoro; abbiamo perso ad esempio lavori di controllo periodico che si facevano, come il bollino blu, e tutto naturalmente pesa alla fine sull'equilibrio di una impresa che ha pochi addetti, un bilancio piccolo, un reddito netto ancora più piccolo. La salute della macchina è importante, ma evidentemente fuori dagli obblighi è ben raro che il singolo si decida a fare il controllo. Ora siamo avviati al controllo di revisione ogni due anni, momento su cui converge anche il bollino blu annuale ora abolito. Tutto questo non fa certo bene alla salute di nessuno, dall'auto stessa alla gente che lavora nel settore. Francamente spero che ci ripensino, il bollino blu era necessario, non era un capriccio, aveva un senso.

gastone vicari (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)GASTONE VICARI- Il nostro settore è nella stessa situazione se non peggio; i cambiamenti riguardo alle accise ha portato il prezzo del carburante così in alto che la gente ora fatica a fare rifornimento; un dato importante: l'anno scorso eravamo al decimo posto in area euro per il prezzo del carburante ma oggi siamo al primo posto, da noi si paga di più. L'auto viene usata quotidianamente ma è chiaro che la spesa continua per rifornirsi non permette di spendere altro per riparazioni o controlli. Pensate che dopo il ministero Bersani è già la quarta volta che si vuole liberalizzare il nostro settore, il quale è già libero. Ma il fatto è che Bersani aveva detto che la liberalizzazione presumeva la chiusura di 7500 mentre invece è successo tutto il contrario perchè i distributori anziché diminuire sono aumentati ed è per questo che riducendosi ulteriormente i margini la situazione del settore è sempre più difficile. A noi restano gli spiccioli.

Qual è il senso di questa esplosione del prezzo/litro? È vero che tra tasse e iva il margine di guadagno per gli operatori a partire dai grossisti si riduce al 30 per cento scarso?

ROMANO PIGATO- Secondo i miei dati se non arriviamo al 70% di “detrazione” sull'intero costo del litro poco ci manca. Su 1.776 euro al litro, 632 millesimi sono accise, 124 millesimi sono l'introito delle società petrolifere e per gli impianti, 306 millesimi sono di iva: vuol dire che su un litro sfioriamo quella quota che si diceva, le tasse schiacciano i guadagni.

roberto cazzaro (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)ROBERTO CAZZARO- Vedo il calo del lavoro e mi pare che non si possa non essere d'accordo con quanto ho sentito finora. Una parentesi: cala tutto a cominciare dai clienti tranne che i premi assicurativi, quelli aumentano sempre. È vero anche che si allarga sempre più il fenomeno di quelli che non pagano a tempo il premio. Aggiungo che il governo dovrebbe sentire le piccole e medie imprese e dare quelli incentivi di cui parlava Bisson, tipo tornare agli impianti gpl o metano sulle vetture datate, con l'autorizzazione da restituire alle officine di autoriparazione. È un modo per far fronte alla crisi, ma bisogna pensarci alla svelta. Tra l'altro si tratta di pensare anche alla salvaguardia dell'ambiente e gpl e metano funzionano bene anche sotto questo aspetto.

« ritorna

continua »

Come installare l'app
nel tuo smartphone
o tablet

Guarda il video per
Android    Apple® IOS®
- P.I. 01261960247
Engineered SITEngine by Telemar