NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
la domenica di vicenza
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E ancora una volta paga l’auto (tanto per cambiare)

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E ancora una volta paga l’auto (tanto per cambiare

A proposito di inquinamento da traffico: cosa diciamo del fatto che proibendo alle auto l'ingresso nei centri storici non si tiene conto che i più grossi inquinatori sono i bus di vecchia fatturazione e il parco è difficilmente rinnovabile se persistono queste restrizioni nella disponibilità di finanziamenti per le amministrazioni locali.

ROBERTO CAZZARO- Anche questo. Ma voglio dire che una cosa per sostenerci tutti potrebbe essere un'azione sull'iva rivolta alla messa in sicurezza delle vetture. Un abbassamento dell'aliquota iva andrebbe in direzione di un miglioramento generale di tutto, senza pensare che si sta parlando di iva al 23...

natale bernardi (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)NATALE BERNARDI- Proprio sulla questione dei bus sono d'accordo. Non solo la questione dei controlli riguarda da vicino tutte le auto private con una cadenza periodica che era e dovrebbe tornare precisa, ma i mezzi pubblici dovrebbero essere sottoposti allo stesso regìme. Il bollino blu ogni due anni non va bene, anche le vetture moderne danno segni di debolezza in qualche settore meccanico o elettronico, qualcosa non funziona sempre bene e la nuova tecnologia non è detto che non nasconda intoppi di qualche tipo.

vittorino bisson (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)VITTORINO BISSON- Noi compriamo e rivendiamo sì sulla fiducia ma aiutati anche da dati attendibili di mercato; sulle emissioni inquinanti oggi direi che siamo più che tranquilli, ci sono indici tali nelle vetture di nuova tecnologia che non lasciano dubbi con una quantità di CO2 per chilometro che equivale a un terzo della media delle altre che circolano. La differenza si sente addirittura a naso. Quello che andava bene 10 anni fa oggi è superato di quattro volte nel vantaggio delle salvaguardie di vario tipo. Se facciamo l'ipotesi di un piano triennale per svecchiare il parco auto andiamo nella direzione giusta; perché tre anni? Perché le famiglie hanno il tempo per preparare un investimento specifico e su questa base un ragionamento lo si può fare. Farebbe uscire dalle strade tante auto vecchie e lo Stato riporterebbe nelle sue casse quei quasi tre miliardi di cui parlavo prima e che ora sta perdendo sicuramente. Gli incentivi servono, se sono legati ai vari livelli con quel criterio di un piano sistematico nel tempo servono ancora di più.

GASTONE VICARI- Che la situazione sia difficile non ci sono dubbi. Da noi viene un cliente che chiede il nostro parere di meccanici con una piccola officina in distributore prima di andare a farsi aggiustare l'auto dalla grande officina. Tenete presente che noi siamo aperti spesso sabato e domenica per cui un modo per riceve assistenza il cliente lo ha sempre. Il problema dell'inquinamento è creato oltre che dalla qualità dei fumi anche dagli intasamenti, dalla mancanza di rapidità nel passaggio del traffico che non ha abbastanza spazi e abbastanza strade.

La differenza tra un angolo e l'altro del quartiere, uno nella zona protetta, l'altro no, è davvero senza senso, l'aria non si ferma da una parte per non andare dall'altra. Aggiungiamo al discorso che la crisi è anche e soprattutto di soldi: un anno fa il pieno di carburante costava 16 euro meno di oggi, si fa presto a creare dei problemi alla gente andando avanti così.

Qual è la forza contrattuale dell'ACI per andare a parlare con il premier Monti e dirgli che così non si può andare avanti?

ROMANO PIGATO- Vorrei dire che abbiamo una forza contrattuale, ma la verità è che non ne abbiamo una. L'ACI su queste cose non può fare molto con i suoi soci che sono un milione e mezzo a fronte degli automobilisti in circolazione che sono forse 20 milioni o giù di lì. Non siamo un sindacato anche se possiamo dire qualcosa. Siamo favorevoli sull'analisi di Vicari: abbiamo necessità di strade e infrastrutture e non le abbiamo, viaggiamo a 50 all'ora se va bene da Vicenza a Bassano e su qualunque percorso in provincia; come si fa a pensare che una economia di movimento com'è quella moderna possa spostarsi a queste velocità? Impossibile. Meglio però cercare di reagire come nel dopoguerra, quando però c'era meno burocrazia e la gente era più invogliata a fare. Con l'auto il mondo ha deciso di vivere, non è che si possa cambiare la realtà adesso dopo tanti anni in cui questa scelta ha proseguito nella stessa direzione. Capisco i gestori di carburante che si lamentano perché vendono meno, però anche qui bisogna andare in cerca della forma per uscirne.

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