NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
la domenica di vicenza
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La siccità imporrà altre scelte agli agricoltori?

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La siccità imporrà altre scelte agli agricoltori?

Prima domanda della serie: come sono i rilevamenti a oggi del livello della falda in tutta la provincia?

LORENZO ALTISSIMO (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)LORENZO ALTISSIMO- Il 2003 è stato l’anno del grande caldo e della siccità con 60% in meno di piogge; il triennio dal 2008 al 2010 ci ha fatto conoscere una inversione con 40/45% di pioggia in più e il 2010 è finito con la alluvione che ricordiamo. Subito mi viene da dire che negli ultimi 15 anni assistiamo a una estremizzazione dei fenomeni, la legge del pendolo che va da un lato e dall’altro come si dice, certo è che il trarsi nel sottosuolo e alimenta le falde che contengono miliardi di metri cubi, ma quando arrivano a un determinato livello inevitabilmente le risorgive fanno uscire l’acqua in più e tutto va nei fiumi e nelle rogge. La situazione del livello di oggi è due metri al disotto delle medie del periodo e anche del 2003 in questo stesso periodo. Nei mesi estivi è raro che le falde risalgano per cui dobbiamo sperare che nei prossimi due mesi ci siano precipitazione significative altrimenti questo livello continuerà a scendere. L’unico anno di controtendenza è stato il 2002, con partenza a livelli più bassi rispetto a oggi, ma poi da maggio in su compreso agosto c’è stata intensificazione con esondazione addirittura dell’Orolo. Caso raro, unico negli ultimi 15 anni.

ANTONIO NANI- Le scelte degli agricoltori rischiano di essere condizionate da questa situazione. Le valutazioni spettano a loro e debbono essere molto attente. Stiamo per andare in Regione a parlarne e vedremo. Ho alcuni dati di Vicenza e Verona dove un bacino di contenimento dell’acqua non c’è; nel Brenta ce n’è uno di 60milioni di metri cubi in cui un terzo soffre la non manutenzione di anni ed ha un terzo circa dell’invaso. Nel Veneto più Friuli siamo sui 300milioni di invaso. Siamo al minimo anche se gli invasi bassi in questa stagione sono la norma e non l’eccezione perché in caso di molta pioggia c’è capacità di assorbimento. Ora però abbiamo in più il problema dell’assoluta mancanza di neve, da novembre a fine febbraio per cui non c’è quel particolare rifornimento. Per noi c’è una riserva nell’Adige che ci serve all’irrigazione delle basse di Vicenza, Verona e Padova. La situazione è questa. Cosa fare? Cosa dire agli agricoltori che ora debbono seminare il mais? Di sicuro bisogna risparmiare acqua, centrifugare meno per l’energia elettrica e cercare così di tentare di economizzare, un punto di equilibrio che a questo punto è un punto fermo e anche un nuovo buon senso perché una soluzione occorre al più presto.

C’è però una firma inequivocabile sia per la siccità, sia per le alluvioni e la firma è la nostra cioè quella dell’uomo. Difetti di comportamento che si ritrovano negli anni a carico delle amministrazioni locali che non hanno fatto nulla per prevenire i disastri nell’uno o nell’altro senso…

ANGELO GUZZO (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)ANGELO GUZZO- Una settimana fa ero a Marsiglia per il forum mondiale dell’acqua; in quel contesto mi sono reso conto che entrando in una logica diversa dal nostro territorio immediatamente capisci che una colpo noi ce l’abbiamo davvero ed è di essere stati troppo fortunati finora rispetto a tantissime altre parti del mondo. L’acqua l’abbiamo avuta come risorsa quasi gratis in modo importante per tutti gli usi dall’industria, vedi le prime grandi imprese tessili, all’agricoltura che è cresciuta in modo importante nel settore lattiero caseario con addirittura cinque o sei tagli di erba e altre produzioni ancora; questa troppa fortuna quasi gratuita di un bene primario è diventato l’elemento che più ha pesato nella mancanza di programmazione di un bene che invece ne aveva assoluto bisogno. Ora come ente gestore facciamo opera di promozione importantissima, le dieci buone regole che portiamo nelle scuole. In agricoltura si può fare molto. Dobbiamo pensare a tutte le iniziative che servono a utilizzare bene l’acqua. Accanto a tutte le cose quotidiane che si possono fare, compreso il recupero delle acque da pioggia, ci sono intervento strutturali completamente mancati e che bisogna preoccuparci di attuare.

La prospettiva non è però tranquillizzante: vero che ora ci siamo accorti finalmente del problema, ma dal novembre 2010 non s’è mossa pietra se non per riparare gli argini.

ANGELO GUZZO- Da una parte è mancato il coraggio e quindi la voglia di sacrificarci su un terreno che silenziosamente abbiamo considerato per anni sotto controllo e comunque non di primaria importanza, dall’altra c’è un altro grande problema: in Italia manca il dittatore dell’acqua, il quale non dico che ci debba essere, ma certo ci deve essere una pianificazione idrica. Sicuramente qualcuno che sia messo nelle condizioni di fare sintesi e decidere dopo avere dialogato con tutti coloro che operano neri settori coinvolti compreso quello amministrativo. Guardare indietro serve per capire cosa fare in futuro per cui dico che queste due lezioni debbono essere imparate fino in fondo anche perché il cambiamento climatico potrebbe portare il pendolo di cui parlava Lorenzo Altissimo ad ampliare il suo movimento e creare quindi difficoltà ancora maggiori perchè ancora meno prevedibili.

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