NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
la domenica di vicenza
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Quel correre in auto che non perde di fascino

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Quel correre in auto che non perde di fascino

La tradizione vicentina e veneta è di grande importanza: Biasion, Cunico, Munari e molti altri, proprio per limitarci. E quanto a quel che diceva Bizzotto sulla mancanza di incentivi e iniziative dell'autorità automobilistica sportiva italiana, cosa ne dice la CSAI che ha diretta voce in capitolo proprio su questo tema?

Patrizia Capuzzo (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)PATRIZIA CAPUZZO- Bizzotto ha ragione ma fino a un certo punto. Sta cambiando tutto, la mia esperienza di delegato CSAI la sto ricoprendo dal 2005 anche se lavoro nei rally dal 1974, quindi da molto tempo, ed i rally li conosco benissimo e so benissimo che il Veneto è la regione italiana che ha dato e dà di più. Il pubblico continua ad esserci con un grande feeling adeguata alla grande storia del rallismo veneto. Va ricostruita e ridisegnata proprio questa storia perché i tempi sono cambiati; l'attuale presidenza ha incentivato tantissimo i corsi per individuare i nuovi talenti; il mondo kart porta alla ribalta ragazzini da 8 anni in su e a 16 sono in formula Abarth, da 17 a 18 vanno da formula 3 a formula 1; c'è lo sbilanciamento per i patentini perché a meno di 18 anni per legge non si può guidare in strada. Da 16 a 18 anni il patentino permette di partecipare ad eventi in pista, non in strada; al mondo rallistico si arriva così molto più avanti. Il problema è che se il panorama italiano di quattro decenni fa era fortemente supportato dalla Fiat attraverso i trofei di marca e non solo del mondo rally, vedi il Fiat Abarth, il Fiat Day, eccetera, ora non lo è più; in Francia sono andati avanti con Renault, qui nessuno ha incentivato più niente, una federazione non supportata da una casa di grande possibilità non può fare che poche cose, il rilancio deve passare attraverso quelle che sono le forze di riferimento principale e cioè ancora una volta un costruttore di livello internazionale.

MAURO PERUZZI- Oggi non c'è più né la grande casa in questione né l'interesse a fare: è stato tentato il discorso del trofeo 500 ma non c'è stata risposta. Vorrei invece dire che la Scuderia Palladio gestisce tanti ragazzini, una quarantina che possono correre in macchina; ma oltre a mancare i soldi ritengo che sia finita la passione; una volta c'era disponibilità e volontà di fare molto più sacrificio a livello personale, si andava a correre con le gomme che trovavi, ora invece se la gomma non è quella giusta c'è un rifiuto ed è tipico di oggi. Con Franco che era già professionista bastava parlare e dirgli che le gomme non erano giuste ma che si doveva fare con quelle e lui da professionista faceva proprio con quelle. E vinceva anche, vinceva cose importanti tra cui un mondiale, tanto per dire...

Franco Cunico (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)FRANCO CUNICO- Tutto vero, io però mi riallaccio alla federazione con cui sono in lotta da 30, anni; alla mia amica Patrizia debbo dire che non condivido niente di quello che ha detto. La colpa è sempre di chi amministra e governa, se non ci sono incentivi a sufficienza e se le situazioni diventano deficitarie c'è un solo interlocutore a disposizione ed è quello che governa e amministra. La situazione economica è quella che è, ma alla federazione paghiamo contribuiti economici altissimi, licenze, eccetera. È stato eliminato qualcosa i cui costi potevano essere girati ad altre necessità. Serve un intervento economico che non c'è, non c'è gratificazione. Con Gigi abbiamo parlato tante volte di queste cose e sicuramente la federazione non si è dimostrata all'altezza del momento storico: anche in Spagna manca il costruttore ma c'è una attività incredibile ed è una attività qualificata, che produce piloti e che fa anche vendere macchine. Qui da noi paradossalmente c'è perfino un eccesso di attività che però va dispersa senza ottenere risultati. La mia idea è togliere gare, tagliare incassi alla federazione, ma ij compenso qualifichiamo i nostri campionati in cui non si capisce mai bene chi vince e chi perde e chi vince, come è successo a me con il titolo SAI Trofeo Indipendenti, manco lo invitano alla premiazione a fine anno. Dimenticanze? Forse, ma anche mancanza di riguardo molto grave. Un guaio terribile...

Lucky Battistolli (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)GIGI BATTISTOLLI- Non posso non condividere quel che dice Franco Cunico; da molto tempo la CSAI ha perso lo smalto che aveva ai nostri anni e questo ha portato ad impoverire la specialità dei rally; sono sicuramente troppi, ogni domenica c'è una vera guerra a cominciare dalla guerra per scrivere il calendario che non va mai bene a nessuno. Alcune gare si sovrappongono, altre gare si perdono per strada e non si fanno. Comunque c'è un'attività troppo intensa che nonostante i numeri non serve alla qualità delle manifestazioni. Quando correvo io c'erano due campionati e quando si era lì l'attenzione di tutto il mondo rallistico era puntato lì. Ora è cambiato tutto. E le gomme? Si correva sicuramente con più sacrificio ma con una macchina anche approssimativa di preparazione ma in mano ad un pilota bravo si stava davanti a una bella macchina con un pilota meno bravo. Adesso la macchina conta più del pilota, le prove sprint e i terreni agevoli mettono in risalto più la macchina dell'uomo.

MAURO PERUZZI- È vero ci sono contraddizioni spaventose; oggi costano più le gomme che la preparazione della macchina, il che vuol dire che c'è qualcosa che non va...

FRANCO CUNICO- Chiaro che c'è qualcosa che non quadra ed è qui che addebito alla federazione la sua poca presenza; se non interviene in una questione come questa dove le gomme incidono più del costo meccanico della vettura su che cosa interviene mai?

PATRIZIA CAPUZZO- Lasciatemi dire che la federazione ogni anno a livello regionale indice consulte che hanno avuto da sempre scarsa partecipazione da parte di chi dovrebbe proporre come piloti, costruttori, eccetera; queste consulte si sono trasformate da un anno in consulte provinciali e il risultato è diventato molto buono, con un confronto tra tecnici e delegati portato in seguito a Venezia; il documento che ne è uscito è arrivato in commissione nazionale, 32 persone che discutono delle modifiche regolamentari per il nuovo anno. Molte proposte del Veneto sono state accettate e portate al regolamento 2012: se ci sono ulteriori interventi da fare ben vengano. La verità è che per criticare il sistema bisogna entrarci e lavorarci...

FRANCO CUNICO- Io nel sistema c'ero e ci sono rimasto due mesi, dopo di che ho deciso di andarmene perché mi sono trovato molto a disagio; c'è un distacco notevole tra la base dei rally e le persone che decidono, proprio come succede nella politica tra quelli che la fanno e la gente che poi va a votare...

PATRIZIA CAPUZZO- Ma dal 2005 ad oggi ho imparato che bisogna impegnarsi e continuare finché si hanno riconoscimenti che tra l'altro il Veneto si merita. Ai nostri tempi la vettura con cui si gareggiava era la stessa con cui si andava a lavorare il lunedì: oggi si raccoglie il budget, sei mesi prima i piloti cercano i soldi e con quelli vanno ad affittare la macchia che costa un tot al chilometro: non c'è passione, c'è la voglia di mostrarsi e basta... Poi c'è la questione della pubblicità sui giornali che parlano di rally e di auto, ma io dico che ora c'è la rete dove trovi di tutto comprese le classifiche e tutte le notizie che cerchi; non è più tempo di cronache sui giornali.

GIGI BATTISTOLLI- Chiudo la mia parte di questa partecipazione dicendo che così come Franco sono convinto che davvero è il sistema ad aver bisogno di correzioni; qui non si fanno polemiche personali e meno che meno con Patrizia che è da sempre una di noi. È proprio questione di sistema da riformare e bisognerà trovare la forza per farla questa riforma.

Quel correre in auto che non perde di fascino (Art. corrente, Pag. 3, Foto generica)

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