NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
la domenica di vicenza
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Thiene sta diventando laboratorio politico?

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Thiene sta diventando laboratorio politico?

La situazione della contropolitica e quella dell'astensionismo: anche su questo si giocano le novità più evidenti e destabilizzanti per la normalità della situazione politica tradizionale. Ma come si supera davvero questo momento, mettendoci dentro anche questa nuova realtà del movimento di Grillo?

RAFFAELE GRAZIA- Oggi cinquanta elettori su cento dichiarano di non voler andare a votare. Si dichiarano schifati dalla politica. Di quei cinquanta che vanno a votare ormai c'è un venti per cento che piega verso un movimento nato sul web sfruttando i mezzi di comunicazione a disposizione sfruttando la non capacità dei partiti di rappresentare le necessità dei cittadini e anche perché un governo come quello di Berlusconi sostenuto da una maggioranza mai così forte in Italia ha sostanzialmente fallito la propria missione per cui si è stati obbligati a scegliere un governo di tecnici.. Ma non ha fallito solo il governo Berlusconi, hanno fallito tutti e quella che stanno dando oggi i partiti sui temi più scottanti in epoca di crisi è una non risposta. Si fa fatica a trovare lavoro, e anche ad arrivare alla seconda settimana del mese: la gente non accetta che il finanziamento pubblico dei partiti sia quel che sia, non accetta che rimangano oltre le buone intenzioni questi 960 parlamentari, eccetera. I cittadini non trovando capacità di esprimere consenso verso qualcuno o si astengono o si rivolgono ad altre realtà. I partiti poi, e parlo anche del mio che conosco meglio, non capiscono che non basta più andare oltre il concetto della formazione, ma debbono andare oltre sul piano della classe dirigente. Il partito non è un prodotto da vendere e se poi non tira più basta cambiargli l'etichetta per venderlo in altra maniera e su altro mercato. L'era del berlusconismo ci ha dato questo, l'idea di un partito come prodotto da scaffale di supermercato. Competenze, meritocrazia, capacità, sono state dimenticate, una miscela esplosiva che non ha risolto i problemi del paese e nemmeno ipotizzato risposte autorevoli e corrette.

valerio sorrentino (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)VALERIO SORRENTINO- Vorrei intanto sfatare questo mito del movimento di Grillo che parla sul web, su cui tra l'altro si è costruita la fortuna politica di Grillo. Io non credo sia così perché l'approccio mediatico della rete è limitato; l'attrazione vera viene dall'amplificazione della rete che giornali e televisioni fanno nel loro dare messaggi. Porta a Porta, Ballarò, i grandi giornali, o fanno amplificazione del movimento di Grillo e ne fanno la fortuna. Perché questo? Perché dall'altra parte c'è il nulla, ci sono partiti in crisi fortissima non di contenuti ma di presentabilità; in questo momento potremmo portare chiunque in video e non ci guarderebbero perché quelli che van no in tv dei nostri partiti non vengono guardati perché hanno perso credibilità e c'è una crisi di rigetto totale, un dato obiettivo che travolge tutto il sistema politico tradizionale. Chiaro che i cittadini guardano altrove. Se poi andiamo ad analizzare le cose concrete, come ha fatto Bersani, allora Grillo si arrabbia. Gli si chiede se si può basare una proposta politica soltanto sul dire no e naturalmente la risposta non c'è. Stiamo attenti a non mitizzare questo apporto della rete perché l'enfasi e la visibilità la danno i giornali e le televisioni e forse tutto questo accade proprio perché in alternativa non c'è niente.

FEDERICO GINATO- In questo momento non si riesce neppure ad arrivare ai contenuti perché c'è una crisi terribile di legittimazione da parte dell'elettorato che toglie del tutto la possibilità di essere visibili. Concordo con Sorrentino. Nel momento in cui Monti vara il decreto salvaItalia aumenta l'età pensionabile, aumenta le tasse, fa una manovra a cui diamo appoggio come fa un parlamentare a non prendere decisioni che coinvolgano anche se stesso? Un segnale lo deve dare, deve esprimere vicinanza alla gente; la chiave su cui si incrina il rapporto con i partiti è questa. I politici non hanno capito questa semplicissima cosa e se il PD ha retto è perché con tutti i nostri difetti ci siamo aperti alla partecipazione, con le primarie ad esempio, con tutti i pro e i contro perché abbiamo visto vincere altri; ma il meccanismo e la volontà ci sono. Ora chiediamo al nostro partito di continuare con le primarie. Contribuiranno comunque a mettere i parlamentari di fronte all'elettorato anche in presenza di una legge elettorale che non sembra cambiare. Il confronto dirà che cosa vuole la gente e dovremo tenere conto di quanto verrà detto per cui non avrà più senso scegliere i parlamentari, perlomeno i nostri, calandoli dall'alto delle segreterie. È il territorio che deve poter scegliere. Dai sondaggi sappiamo più o meno quanti parlamentari avremo: se ci sono le primarie a livello di provincia o di collegio elettorale che si proporzioni ila partecipazione sulla base di quanto dice il territorio.

roberto ciambetti (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)ROBERTO CIAMBETTI- Torniamo al Cinque stelle, come diceva Valerio: mi sono fatto per un mese la rassegna stampa per capire cosa si diceva della Lega e ho trovato pagine e pagine tra aprile le maggio dedicate al movimento di Grillo, una massa di informazione notevole che ha accompagnato come un volano la campagna elettorale. Si è creato un alone positivo attorno a questo movimento. Dal Punto di vista elettorale regionale mi sono anche accorto che il programma di questo movimento era è unico, uguale sul territorio in qualunque punto, Sandrigo o Vigonza non conta. Naturalmente così non può essere, calare concetti del genere sulle nostre realtà non ha davvero senso. Non si spiegano al di fuori di questo accompagnamento mediatico i successi ottenuti, a partire da Mira, Parma,, eccetera, dove sindaci capaci si sono visti ribaltare al secondo turno una situazione che doveva essere favorevole per chi aveva lavorato bene. Leggendo i programmi all'elettore sarebbe venuto qualche dubbio. L'ho detto prima: la situazione nazionale è molto fluida, mi confronto ogni settimana con il governo per il rapporto con le Regioni e quel che vedo è una grande confusione e vedo una politica che non dà risposte concrete così necessarie in questo momento. Parentesi: se le cose che sta facendo questo governo le avesse fatte il governo Berlusconi sarebbe stato distrutto dai media. Ora non avviene. La situazione è di cambiamento molto particolare. Noi come Lega stiamo facendo una rivoluzione interna portando in evidenza ai congressi la situazione e vogliamo dare una svolta alla gestione interna del nostro partito. Lo facciamo in modo anche visibile, più che nel passato, è indispensabile per dare una svolta sostanziale ed una dimostrazione che ci si sta rinnovando. Diciamo che anche prima la nostra gavetta ce la siamo fatta tutti per cui ci è sempre stata chiesta una crescita prima di arrivare a delle responsabilità legislative. Se è successo qualcosa di spiacevole non è la regola: la regola è che prima di avere nomine si milita e si lavora moltissimo, ora ancora più di prima, con verifiche precise a livello locale prima di esprimere candidature a tutti i livelli, compreso quello nazionale o europeo. Se tutto questo non è bastato troveremo il modo per garantire la verifica della rappresentanza a livello locale.

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