NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
la domenica di vicenza
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Cucina, dove la semplicità sprizza genio

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Cucina, dove la semplicità sprizza genio

Il successo di Antonio Chemello provoca anche riflessi mediatici su tutta l'immagine della terra vicentina e dei suoi prodotti: vediamo come.

ANTONIO CHEMELLO (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)ANTONIO CHEMELLO- Rivedo e rivivo quel momento. È vero che si è trattato di una nostra affermazione come vicentini, con tutta l'emozione che mi provoca ancora. Questa è la soddisfazione più grande, la vittoria di un territorio, tantissimi voti che hanno permesso a me e a mio figlio che eravamo a questa punto la punta dell'iceberg di una terra di avere una affermazione come questa per cui risparmio anche TVA Vicenza, il Giornale di Vicenza, la Confcommercio: ci avete supportato in modo splendido ed è stata una vittoria che ancora mi emoziona, come ho detto. L'emozione più grande è stata quella di avere al mio fianco mio figlio e credo che possiate capirmi. Un bel regalo. È come comunicare tradizione passione e anche un po' di talento e molta voglia di fare, questo passa a partire da mia nonna per arrivare fino a mio figlio. Insomma, una continuità che fa bene, tra l'altro mio figlio si è appena laureato in scienze dell'alimentazione, come dire restiamo sempre in tema, e va benissimo.

GIANLUCA TOMASI- Noi della Nazionale Cuochi siamo di tutte le regioni italiane a partire dal Veneto. Queste manifestazioni televisive ci danno grande lustro, si tratta di intervenire in un mezzo mediatico importantissimo e lo vediamo da come in questi anni sono cresciute le edizioni e gli spettacoli che riguardano la cucina. Il cuoco naturalmente ha una figura che va oltre, non è “bello” come si vede, ma si forma con una grande storia di lavoro e di sacrifici. Senza di che non si riesce a niente, anche se si ha talento peraltro indispensabile, ma non unico ingrediente di un successo come questo di Antonio.

ANTONIO CHEMELLO- Vero, sicuramente la base è l'abilità del cuoco, ma occorrono prodotti buoni che però bisogna saper scegliere e solo in quel momento la proposta di un piatto diventa possibile. L'abilità dello chef è quella di non rovinare quel che il territorio ha prodotto e offre. Mantenere le caratteristiche salienti del prodotto senza cadere nella tentazione di strafare che produce invece un possibile danno e snatura la stessa qualità del prodotto della terra. Posso aggiungere che come abbiamo visto molto dipende proprio dalla semplicità di quanto si offre come dal modo col quale lo si offre. Abbiamo cercato di portare le cose vicentine, il bacalà, straordinariamente buono, semplice, ancora poco conosciuto secondo me, così come laborioso e bisognoso di pazienza. Benetazzo quella volta ha avuto un'idea geniale nell'inventare la confraternita, il bacalà era andato nel dimenticatoio, lasciato in disparte. Se non ti ricordi più di un piatto così che richiede un lungo lavoro e anche una mano buona è chiaro che non lasci eredità a nessuno. Ora invece con quella mantella all'Antonella Clerici abbiamo fatto un colpo davvero grosso perché anche i nostri prodotti sono andati in primo piano. Sono buoni e non dobbiamo avere paura di farci avanti. Ero arcisicuro che non avrei vinto, invece è andata diversamente e le cose che ho portato assieme al bacalà, gnocchi e altro, tutto semplice e fatto da sempre, sono piaciute moltissimo. Dobbiamo fare i complimenti ai nostri produttori, ai nostri chef e anche alle nostre nonne che questi piatti se li sono inventati tanto tempo fa e ce li hanno lasciati come eredità. È necessario non abbandonare ora quegli insegnamenti, questa è la cosa più importante.

ERNESTO BOSCHIERO (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)ERNESTO BOSCHIERO- Come Confcommercio abbiamo pensato a questa categoria che per noi è di 1100 associati ai quali si aggiungono anche tutti quelli che hanno bar e in qualche modo approdano al cibo. Siamo sempre attenti alle esigenze del mercato, le aziende quasi tutti i giorni manifestano esigenze precise, ci chiedono persone che siano in grado di lavorare in cucina e che abbiano mano con i piatti tradizionali. Proprio con Antonio abbiamo avuto molto da lavorare assieme perché avevamo bisogno dio consulenza. Oltre che creare vere e proprie lezioni ora abbiamo creato nel giro di un anno il nuovo centro di formazione di ESAC che è un ente di servizio che opera da anni nel settore della formazione, ma ora aggiunge allo studio manageriale della aziende del turismo e dei servizi anche alla formazione del settore della ristorazione. Attività che era divisa in varie sedi con la necessità di seguire tutti i corsi. Dopo di che abbiamo concentrato tutto nella sede unica di Creazzo, duemila metri quadri in cui un terzo è dedicato al settore food con cucina didattica, cucina dimostrativa, sezione di pasticceria,, gelateria e assaggio vino ed olio. Una realizzazione che ci permette di approfondire praticamente tutti i temi della ristorazione e dell'alberghiero con una risposta effettiva alle esigenze. Abbiamo puntato sulla qualità di quanto si offre, ma anche sulla storia di quanto si offre. Parlavamo di nonne: tutto arriva dalle generazioni che ci hanno preceduto. Se non facciamo questo investimento tutta la nostra tradizione va perduta e non si recupera. I giovani che escono dalle scuole alberghiere e hanno ora le basi ricevono in questo modo quello step in più che li porta al monto del lavoro con cognizione di causa, non si trovano allo scoperto di esperienza e di possibilità di rispondere a quanto si chiede loro. Gli studenti che escono dal quinto anno della scuola alberghiera in particolare affrontano così un mondo non facile come questo con gli strumenti necessari per dare seguito a quanto hanno studiato a scuola. Dalla teoria alla pratica e all'approfondimento. Importante questo come importante è l'utilizzo con conoscenza vera del prodotto locale e della sua qualità effettiva. Il buon piatto riesce bene se vicino all'amore della trasformazione del prodotto c'è una qualità di base indiscutibile.

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