NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
la domenica di vicenza
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La bacchetta del Mago Wiz per bloccare i ciclisti

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La bacchetta del Mago Wiz per bloccare i ciclisti

Problemi di controllo e problemi di filosofia dell'intervento: a che serve l'obbligo del giubbetto fosforescente o delle luci sul mezzo quando nessuno controlla? Pare essere tornati alla ordinanza Bordin sui motori da spegnere al semaforo rosso. Mai rispettato da a nessuno e neanche l'ombra di una multa naturalmente. Ben diversa tanto per cambiare la gestione del problema all'estero, dalla Spagna alla Francia alla Svezia...

STEFANO_FERRIO (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)STEFANO FERRIO- In giro si vede intanto meno cemento, un'offerta di civiltà diversa: attraversando la Francia ho avuto la sensazione di vivere in un altro mondo da questo punto di vista. Le Vicenze della Francia probabilmente vivendoci e conoscendole a fondo hanno un buon rapporto con la bicicletta. Credo che sia perfettamente condivisibile il concetto della necessità di incentivare l'educazione alla bicicletta come qualcosa che può accompagnare fin dalla più tenera età il cittadino, Siamo in un mondo che per forza dovrà risparmiare sempre più energia in futuro per cui la bici è l'ideale. Non so quanto Vicenza si adeguerà tempestivamente a questa necessità, ma è certo che bisogna cercare una città più vivibile e percorribile da tutti senza muri divisori.

UCCIO CAVALLIN- Certo che la prima cosa è dare regole che possano essere rispettate, che siano credibili in quanto tali. Se gli interventi ufficiali sono al limite dell'assurdo non servono e anzi incoraggiano la trasgressione. Qui da noi abbiamo per molti versi una legislazione molto avanzata, ma il problema è appunto quello di non avere momenti di controllo verifica e sanzione, cosa necessaria. Se manca la sanzione manca da parte nostra la percezione di una situazione precisa, manca la coscienza civile. In nord Europa la bicicletta è uno strumento indispensabile, ma le persone hanno un senso veramente corretto dello stare in strada, di rispettare il loro dovere ed esigere i loro diritti in modo molto diverso dal nostro. Le nostre leggi evolute non vanno assieme al senso del rispetto. Certo che il vigile che vigila è utile, ma se rendiamo la trasgressione un vero e proprio diritto siamo al cane che si morde la coda. Poche piste ciclabili? ma anche poche biciclette usate, se mi permettete. Il vigilare del vigile è chiaramente una questione alternante nell'intensità: se non c'è strategia ovviamente non c'è tattica credibile

TONI VEDÙ- Del discorso di Stefani mi colpisce anche la questione delle rotatorie: alla prima apparizione della pista marchiata in rosso ho provato a percorrere il tracciato in Piazza Matteotti, ci ho provato due o tre volte in quella rotatoria, ho sperimentato, ed ho avuto la sensazione che effettivamente gli automobilisti non sappiano affatto che quell'anello rosso è una pista ciclabile. D'altra parte bisogna mettersi d'accordo, vero che il rosso indica pericolo, ma c'è troppo rimescolamento di colori, dal giallo al blu e poi al rosso. Non deve stupire se la gente non sa e non capisce. C'è uno scarso senso civico che peraltro è abbastanza recente: ho imparato ad andare in bici e a circolare in bici, segnalando i cambi di direzione, utilizzando lo specchietto retrovisore che ora non c'è più. Dieci anni fa, non di più, c'erano sicuramente meno auto ma non c'erano piste ciclabili e questo tipo di comportamento non esisteva. Oggi trovo padri con figlioletti al seguito che circolano contromano, ho visto una vecchietta con la spesa che arrancava in salita, sempre contromano, a San Silvestro. Tutti quelli che hanno imparato ad andare in bici con regole precise adesso non le seguono più o se ne sono dimenticati, questo è il vero problema perché perfino i pensionati sono travolti dalle cattive abitudini della collettività.

STEFANO FERRIO- Mi piacerebbe vedere i vigili che dialogano con la gente in bici, basterebbe quello, senza arrivare a repressioni fastidiose, basterebbe far osservare a chi sta commettendo una infrazione che si trova appunto in una condizione di difetto. Invece che nascondersi per piombare sul reprobo i vigili dovrebbero parlare e spiegare quali sono le regole. Magari cominciando col suggerire i rimedi, come lo specchietto.

TONI_VEDU (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)TONI VEDÙ - Come in Irlanda nell'80 dove era appena partito l'obbligo per le cinture di sicurezza. La polizia in vari posti di blocco non ti fermava, ma faceva il segno della cintura che non avevi e così imparavi che era qualcosa a cui ci si doveva uniformare e non dimenticarsene più.

UCCIO CAVALLIN- Non è che noi latini abbiamo bisogno di qualcuno che ci governi un po'? Secondo me ci vorrebbe creatività anche nella repressione, ti buco la gomma, ti rompo il fanalino. La prossima volta ci pensi. Non c'è spazio per il romanticismo, niente in due sulla bici, neanche se innamorati.

TONI VEDÙ- Mi ricordo che un vigile mi ha chiesto perché non avevo il fanale; perché è una bici da corsa, gli ho risposto, e lui ha chiesto di vedere una tessera di qualche gruppo ciclistico che provasse la cosa. Malintesi che capitano.

ALBERTO CERIONI- Ritengo che tutto questo dipenda anche dalla reale difficoltà di applicazione delle regole. Ci fosse con noi ora qualche rappresentante della polizia o dei vigili direbbe che non c'è il tempo per fermarsi e dialogare, discutere, e men che meno per prendere a bastonate il reprobo. Non dico le vie di fatto o la rappresaglia, però...

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