NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
la domenica di vicenza
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Non solo una striscia d’acqua che passa sotto il Ponte

di Alessandro Scandale
a.scandale@gmail.com

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FESTIVAL DELL’ACQUA

Per approfondire il tema abbiamo incontrato uno degli organizzatori, il bassanese Paolo Vangelista.

FESTIVAL DELL’ACQUA (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)Quali sono i temi che tratterete e su quali argomenti volete focalizzare l’attenzione del pubblico?

«Il Festival ha come tema principale l’Acqua e vogliamo richiamare l’attenzione su un ampio ventaglio di informazioni in merito, dagli argomenti di grande attualità e di interesse pubblico come il rischio idrogeologico e la potabilità. Ma vogliamo anche contribuire a rivalutare luoghi abitualmente poco frequentati fornendo un’occasione di riscoperta agli abitanti del territorio che il più delle volte vedono il Brenta come una semplice striscia d’acqua che passa sotto ad un ponte».

FESTIVAL DELL’ACQUA (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)I luoghi interessati dalla rassegna fanno parte del bacino del Brenta. Quale importanza ha il fiume per il Bassanese? Quali problemi ci sono oggi?

«La scelta di utilizzare l’area del Brenta come luogo geografico lungo il quale sviluppare il Festival, è stata indotta da motivazioni che rendono il fiume da sempre importante per il territorio che attraversa. Geograficamente il Brenta è l’asse baricentrico del Veneto, storicamente è legato alla Laguna e alla Serenissima sia per motivi economici che geografici tanto da farlo deviare per evitare problemi noti sin dal 1300. Con queste premesse, non parlerei solo dell’importanza che il fiume ha per una sua zona specifica, ma tratterei l’argomento da un punto di vista più ampio: la risoluzione dei problemi, non spetta quindi ad una singola zona, anche se sappiamo che il fiume o meglio l’acqua che poi forma il fiume ha andamenti diversi sul territorio e di conseguenza possono crearsi problemi differenti a seconda della zona in cui si focalizza l’attenzione. Il fiume è uno ed unico quindi va visto in primo luogo nel suo insieme, questo forse è ancora difficile da fare, per questo come organizzatori cerchiamo di sensibilizzare la gente e il territorio».

Vicenza ha avuto i suoi problemi di recente con i fiumi... anche il Brenta corre questi rischi e cosa bisognerebbe fare per evitarli?

«La recente alluvione che ha colpito il Veneto e in particolare Vicenza ha riportato l’attenzione sul problema del rischio idrogeologico nel Veneto. Senza andare troppo indietro negli anni, basti ricordare l’alluvione del 1966 e quali danni abbia fatto il Brenta nella discesa verso il mare. La situazione attuale del fiume e la gestione del rischio è uno dei temi trattati nei convegni che il Festival propone. Non si cerca una soluzione unica, l’idea è quella di avviare uno scambio di idee e un coordinamento dei progetti esistenti, in modo da pensare a molteplici soluzioni che siano però positive per tutti. Non si può pensare a compartimenti stagni quando si parla di fiumi».

Non sarà solo una rassegna di spettacoli, ma anche un’occasione di incontri: si parlerà di risparmio idrico domestico, di gestione delle risorse dopo il famoso referendum e altro ancora.

«Il programma è molto articolato sia per i contenuti proposti che per la dislocazione geografica e la scelta stessa dei luoghi, alcuni di importanza storico-artistica altri di importanza ambientale. Ad aprire il Festival, sarà un importante convegno nazionale sul tema dei fiumi, dei piani di gestione delle acque e del rischio alluvioni. Ci sarà però anche spazio per il teatro e l’intrattenimento».

A questo proposito, parliamo della rappresentazione A perdifiato. Perché questa scelta? È sempre attuale, anche dopo decenni?

«Tina Merlin e il Vajont potrebbe essere messa da parte se non avesse più nulla da insegnare, ma negli ultimi anni artisti come Paolini, Corona e molti altri hanno ripreso a parlare della tragedia, a richiamare l’interesse per quello che è successo ormai 50 anni fa. L’attualità di un fatto, o di un testo in questo caso, dal nostro punto di vista è data da come questo testo viene presentato, da quale impatto crea nel pubblico e in quale luogo viene proposta la rilettura. Non a caso lo spettacolo della Zanco abbiamo deciso di farlo in un luogo affascinante e poco conosciuto, la centrale idroelettrica di San Lazzaro a Bassano. Lo spazio scenico sarà l’invaso di chiusura del vecchio nodo di smistamento delle acque del fiume Brenta, dove già dal 1600 si diramavano le molte rogge che portavano l’acqua nelle campagne venete».

FESTIVAL DELL’ACQUA (Art. corrente, Pag. 3, Foto generica)

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