NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
la domenica di vicenza
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A spasso con le bacchette magiche

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A spasso con le bacchette magiche

Lo sforzo fisico controllato richiede qualche precauzione?

PIERGIORGIO_ZORZ (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)PIERGIORGIO ZORZO- In questi anni nel mondo riabilitativo si tenta sempre di più la fase attiva su cui si punta per le persone che hanno avuto qualche problema muscolare o scheletrico. Molti lavori sono sedentari, le ore che passiamo al tavolino sono tante, le patologie sono altrettanto importanti a carico di ginocchia,m caviglie, spalle, colonna vertebrale. Questo movimento è espressamente naturale e fa anche lavorare la testa., Chi ha avuto un infortunio ed ha dovuto stare mesi fermo con sovraccarichi per le parti sane del corpo, asimmetrie varie per cui anche la testa ha imparato a camminare male. È opportuno un reset totale del nostro cervello per reimparare e camminare. Qui c’è l’appoggio del piede a terra il movimento delle anche delle ginocchia delle spalle e dell’alternanza dei movimento, l’impegno stesso della testa, come dicevo, che attraverso la progressione di questa armonia tra i vari movimenti riprende possesso del sistema complessivo. Va fatto in modo regolare senza aggressioni alle articolazioni, curando quel che si può e che non si può più fare. Il Nordic è una continuazione naturale di un percorso riabilitativo, una volta che si è reimparato a muovere l’articolazione si deve continuare in proporzione con quanto si fa poi nella vita. È un’attività ideale e può essere praticata anche tutti i giorni. Tanti fanno sport solo nei quindici giorni di ferie e quando tornano sono a pezzi. Se si fa per più mesi all’anno un’attività rispettosa delle articolazioni e continuativa fa benissimo perché sei all’aria aperta e continui ad esercitarti. Non c’è niente di ripetitivo o di noioso, si è a contatto con la natura: questo è il segreto, non c’è noia e non c’è costrizione nei confronti della mente che invece al chiuso e nella ripetitività di certi sport soffre notevolmente.

camilla_maggioni (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)CAMILLA MAGGIONI- Dal versante della salute e dell’alimentazione parto dalla mia esperienza personale e dei casi che tutti i giorni tocco con mano. Molte persone dopo aver fatto indagini cliniche e analisi di tutti i generi vanno dal medico e si sentono consigliare un corretto stile di vita che è corretta alimentazi0one, adeguato movimento. È il medico che parte da qui prima di ordinare farmaci. Quando vengono da me e mi chiedono cosa fare debbo ovviamente esaminare il caso e poi decidere. Camminare non vuol dire andare in centro o a fare la spesa. Io propongo il Nordic perché secondo me è una terapia. Queste persone rappresentano una settanta per cento della gente che si muove da zero a una volta la settimana. Cominciamo a farli muovere almeno una volta un paio d’re, diamo loro informazioni generali su come distribuire i loro pasti, dopo un paio di mesi di movimento e adeguata alimentazione vediamo qual è il risultato, se sono variate le conclusioni anche cliniche. Mi rivolgo soprattutto a donne, che vengono da me in percentuale di 5 su 6, con problematiche legate a fasi della loro vita e che cercano prima di tutto di uscire di casa, di cercare un grippo aggregante, che sia stimolante dal punto di vista del bene stare con gli altri, senza pressioni di nessun genere, senza richiesta di prestazioni sportive. Alla base il movimento corretto, sapere come si usano i bastoncini e poi provare. Usare bene i bastoncini fa stare meglio perché si bruciano più calorie, si riduce il peso, si riducono glicemia colesterolo trigliceridi. Insomma, divertendosi un po’ senza molta fatica, all’aria aperta, si ottengono risultati compreso quello di vedere migliorare l’umore medio. Occorre naturalmente costanza oltre che la determinazione di aumentare il lavoro perché si capisce che aumentare significherà avere ancora migliori risultati nella vita con se stessi. Teniamo presente che il livello benessere ottiene una velocità media di quattro chilometri all’ora. Direi che è l’ideale per il progetto che si vuole portare a termine. E ognuno deve andare come può, questo va detto. Non bisogna forzare e per progredire c’è sempre tempo, lo si ottiene con la costanza. Gli istruttori servono proprio a questo, ad accompagnare il singolo nel percorso migliore naturalmente nel contesto generale di un gruppo che comunque procede assieme, in grande armonia, proprio perché come diceva Mario Campoli questo è un modo di stare assieme che forse non ha equivalenti in altre attività sportive e naturalmente non agonistiche.

Ci sono limiti a questa possibilità di seguire tutti?

MARIO CAMPOLI- Abbiamo una media di un istruttore ogni venti persone per cui diventa difficile quando si superano i numeri. Certo che comunque ognuno di noi va avanti indietro durante l’uscita e corregge dove e quando può. Poi certo c’è un gruppo di testa uno di centro e poi dietro i neofiti o magari quelli che sono venuti solo quel giorno e vogliono capire di cosa si tratta. Ma i livelli sono diversi e possiamo dire che a ciascuno spetta il suo fermo restando il concetto che si parte assieme e non ci si divide praticamente mai.

LUCIA ZOCCHE- Io sono entrata seguendo Remo e ho imparato molto perché lui mi spiega molto e mi segue. Poi ci sono momenti in cui sono più tranquilla e seguo il gruppo. Non è una cosa così rigida come si potrebbe pensare sentendo che ci sono allievi e istruttori. C’è una base, sicuramente, ma poi si va avanti senza tensioni. Questo aiuta molto ad ottenere poi il migliore risultato da una uscita che deve essere appunto un incontro con amici e con la natura che ci circonda.

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