NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
la domenica di vicenza
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Due anni dopo sempre a rischio di alluvione

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Due anni dopo sempre a rischio di alluvione

Due anni dopo: a che punto siamo e quanto i ritardi ancora visibili incidono sulla vita di un territorio?

MARCELLO VEZZARO- Rispetto a due anni fa sono stati fatti vari lavori lungo Bacchiglione e Timonchio sia su Vicenza sia nella nostra zona e in quelle più a monte; lavori di consolidamento degli argini soprattutto e in qualche caso anche di pulizia del fiume. Altri lavori sono finanziati e in arrivo. Ora la Regione ha anche la copertura finanziaria e può bandire la gara per il progetto della vasca di laminazione e per l’affidamento dei lavori; il bacino di Trissino e quello Caldogno se non daranno sicurezza totale (ma ci vorrebbero altri bacini a monte) saranno comunque una realizzazione chiave non solo per noi ma anche per il Padovano. Quanto dobbiamo aspettare ancora? Ci sono circa 50 milioni di euro tra lavori, indennizzi, spese tecniche, iva, ecc.: sei mesi per la gara, affidamento nel giro della metà 2013, dopo di che due anni di lavori, il che vuol dire che dovremo gestire altri due autunni in maniera diversa. È cambiato anche che c’è più sensibilità, un coordinamento diverso da parte dei vari enti e di collaborazione con la protezione civile. Il Genio civile di Vicenza si è molto adoperato per questa progettualità di monitorare lo stato dei fiumi e ottenere un flusso costante di notizie e avere possibilità di prendere misure di difesa. Prima non c’era neppure un dato statistico, non esisteva nemmeno il coordinamento tra le varie protezioni civili e quindi mancavano dati essenziali per i Comuni che ora avranno la possibilità di dare l’allarme nei tempi giusti.

Due anni dopo sempre a rischio di alluvione (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)PIERANGELO CANGINI- Con il sistema che abbiamo ora messo in piedi anche con le sirene di allarme siamo in condizione di intervenire in tempo a difesa del centro storico nei punti più delicati. C’è uno studio fatto dalla Regione con un modello previsionale delle piene e noi con Aim ci siamo attivati per la zona critica da nord, Timonchio e Pasubio, per avere appunto dati e notizie in tempo reale quando ci servono. Concorrono vari fattori al concatenarsi del concetto di difesa e prevenzione. È una combinazione di apporti tecnici che permette di avvertire in tempo. Il test del 27 di ottobre con le sirene ha in gran parte funzionato bene, ci sono punti da perfezionare -ma il test è servito proprio ad accertare questo- ma sostanzialmente siamo sulla buona strada. Stiamo ora ancora elaborando le risposte che i cittadini ci hanno inviato collaborando alle nostre richieste e ci inviano ancora e poi tireremo le conclusioni.

Piovesse oggi, cosa ci succederebbe rispetto a due anni fa?

ENZO ZENNARO- A distanza di due anni il ripetersi di eventi come quello sarebbe subito in maniera altrettanto pesante, non molto diversa, in particolare dalla città di Vicenza mentre credo di poter dire che Caldogno è in condizione migliore perché i lavori realizzati mi fanno pensare che una piena anche simile a quella del 2010 passerebbe senza danni o rotte. La Regione per la sicurezza idraulica del Veneto ha disposto un piano complessivo per due miliardi 700 milioni, dei quali un centinaio sono destinati al bacino del Bacchiglione. A tutt’oggi dalle fonti del bilancio regionale sappiamo che sono stati spesi finora poco più di 100milioni di euro e nella provincia di Vicenza siamo attorno a una trentina. C’è disparità tra le cifre che servono per la sicurezza definitiva e gli interventi realizzati: si può facilmente comprendere come una sicurezza idraulica per Vicenza non sia raggiunta anche se la fase dell’emergenza è superata; i danni sono stati riparati mentre stiamo affrontando la fase delle opere strutturali, difesa idraulica, argini, contenimento delle piene. Alla fine di questi interventi avremo fatto sicuramente un salto di qualità notevole. Oggi come oggi il rischio c’è ancora e chiaramente bisogna confidare nel fatto che non arrivino eventi rovinosi come quello, ma bisogna anche valorizzare quanto hanno detto Vezzaro e Cangini e cioè la messa in campo delle iniziative di protezione civile, allerta, monitoraggio e interventi vari che non sono assolutamente trascurabili nell’intero contesto della sicurezza idraulica.

Le amministrazioni sanno di dover fare opere indispensabili, le vogliono fare, ma alla fine non riescono a farle: perché? E qual è la responsabilità della burocrazia di cui nessuno riesce a dare peraltro una descrizione credibile, una identità visibile che esca dai soliti clichè della non personalizzazione…

Due anni dopo sempre a rischio di alluvione (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)MASSIMO FACCIN- Una settimana fa di fronte a una notte di vento e pioggia la prima idea che ci è venuta e che fossimo di nuovo alla vigilia di un’altra alluvione. Alta marea a Venezia, scirocco che soffiava: unica differenza la neve che non c’era, perlomeno non in quella quantità. Certi lavori sono stati fatti, soprattutto argini e riparazione delle rotte a nord di Cresole, però quella sicurezza che ci darebbe il bacino di laminazione non c’è ancora ed è quello che aspettiamo. Secondo noi non è stato fatto tutto quel che si poteva ad esempio nella ripulitura a nord di Caldogno dei mucchi di ghiaia alti oltre un metro e mezzo che lasciati lì potrebbero essere di ostacolo alla portata del fiume se aumentasse di nuovo. La bonifica dei fiumi era periodica una volta, diciamo un intervento all’anno; ora non capisco perché la manutenzione ordinaria non esista più: ora l’acqua quando si alza lo fa in qualche ora, non più in un paio di giorni, e la gente si ritrova sui ponti a guardare e ad aver paura. Prima erano i consorzi che se ne occupavano e il Genio civile faceva controllo. Resta il fatto che le nostre case hanno ancora sulla testa la spada di Damocle del fiume, il che causa anche un danno patrimoniale vero e proprio dato che in quei territori rimangono punti di domanda precisi a proposito delle case…

ENZO ZENNARO- I consorzi non funzionavano tutti, difatti sono stati soppressi almeno per un certo numero. Il controllo del Genio civile era comunque presente anche se ora sta cambiando la situazione dato che è la Regione ad assumere tutto il controllo demandando al Genio civile la funzione di suo braccio operativo.

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