 |
 |
|
  |
||
 |
 |
|
Ma c’è anche un altro modo di viaggiare: lo ha inaugurato BlaBlaCar che affitta posti in macchina con offerta e richiesta ed i prezzi sono bassissimi…
OLIVIER BREMER- Nasciamo proprio dalle vostre esperienze così ben descritte in questo incontro. BlaBlaCar è stato un modo per creare una alternativa ai problemi del viaggiatore, è una iniziativa partita dal basso ed ora può contare su tre milioni di presenze nel sito. Ognuno contribuisce alle spese, può parlare o no in auto, lo specifica nel suo profilo dove si parla assieme alle altre caratteristiche di chi chiede il passaggio anche del grado di loquacità personale: ci sono tre Bla, a seconda della voglia di comunicare durante il viaggio, da una a tre “stelle” e questo disegna in particolare la voglia di parlare durante il viaggio. Per quanto riguarda i prezzi, il tratto Milano Roma a 30 euro è un classico; la Vicenza Milano costa 12 Euro e se pensiamo che la FrecciaBianca costa 27 si capisce subito che il confronto col treno è evidentemente vantaggioso. È un servizio creato dai cittadini direttamente. L’idea è nata prima molti anni fa dopo la seconda guerra mondiale ed stato in Germania dove si erano aperte tante piccole agenzie che raccoglievano le richieste. Con l’arrivo di Internet evidentemente è cambiato tutto, la Francia è ora forse il paese meglio disposto a questi servizi e negli ultimi cinque anni abbiamo complessivamente quintuplicato le presenze e i viaggi. Berti e Bombieri che fanno 70 chilometri al giorno e ritorno sulla Bassano-Venezia spenderebbero 3 o 4 euro a viaggio. La scelta in alternativa al treno dipende evidentemente anche dalle tratte: può essere che qualcuno abbia perplessità sul fatto che il treno è comunque il mezzo pubblico più comodo e ampio per la persona, ma certo che questo nostro nuovo modo di viaggiare in auto e in compagnia diventa preferibile ad esempio se il viaggio è su un percorso autostradale. In Francia succede che treno e BlaBlaCar non si trovano in contrasto ma convivono benissimo come due scelte effettivamente possibili in alternativa l’una all’altra.
L’aspetto ora più preoccupante del treno è che l’organizzazione dei turni di lavoro del personale è completamente computerizzato per cui all’accumulo di ritardi di ciascun treno si verifica a cascata un effetto domino per cui ogni treno deve attendere l’altro prima di poter partire per il proprio viaggio.
DARIO BERTI- Abbiamo assistito all’introduzione delle nuove tecnologie che nella logica dovrebbero migliorare mentre invece hanno peggiorato la situazione: sono stati dilatati i parametri di distanza tra i treni con conseguente allungamento dei tempi di percorrenza. Un singolo ritardo non permette di rimediare come si faceva una volta con i capi stazione che potevano mettersi d’accordo tra loro e riuscire a far circolare i treni ugualmente superando il momento di crisi. Ora invece il cervellone di Mestre regola tutto e se un treno è in ritardo quello che va in senso contrario sta fermo e aspetta che arrivi perdendo minuti e minuti. Poi c’è la questione del personale: le ragioni delle soppressioni sono legate a mancanza di materiale che va in manutenzione o si rompe, ma anche al personale viaggiante è indispensabile per fare il treno: se non ci sono macchinista e/o capotreno non si va. A causa dei ritardi succede che il convoglio che arriva in stazione non trova il personale a cui tocca sostituire i colleghi: è allora che il treno viene soppresso. Ammodernare sistemi di gestione, orari, materiali e personale in questa chiave crea problemi ora insolubili come è stato drammaticamente dimostrato dalle Ferrovie Nord nel milanese, bloccate per settimane e ora in leggero miglioramento ma sempre dentro grossi problemi.
