NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
la domenica di vicenza
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Patto per il territorio per vincere la crisi

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Patto per il territorio per vincere la crisi

Qual è la valutazione degli imprenditori industriali e artigiani della posizione assunta dalla CISL con questo progetto presentato al congresso provinciale?

GIORGIO_XOCCATO (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)GIORGIO XOCCATO- La CISL con Refosco ha tratteggiato un panorama di collaborazione progettuale nel nostro territorio di un modello che possa permettere di fronteggiare meglio la situazione attuale molto difficile; nel nostro territorio le parti sociali e istituzionali si sono sempre parlate in modo positivo e fluido, ma oggi Refosco ci ha detto che bisogna fare di più proprio perché il livello di difficoltà si è enormemente alzato. Positivo il nostro riscontro nel momento in cui riusciremo a tradurre questa progettualità in atti concreti per tutti. La sfida che abbiamo davanti e che stiano già percorrendo in queste difficili settimane è proprio questa di dare corpo al programma: se prima eravamo tutti sulla stessa barca ora lo siamo di più. Trovare la possibilità di concretizzare è essenziale. Le parti sociali, grandi e piccoli imprenditori, servizi e tutti, compresi i sindacati mai come ora hanno avuto unità di intenti così forte. Se ci sono differenze sono piccole e tecnicali. È evidente che per una buona casa occorrono fondamenta importanti che debbono venire dalle istituzioni, dalla disponibilità di risorse anche pubbliche e da un sistema paese che invece ci preoccupa molto perché si sottrae al confronto.

PIERO_FRANCESCO_DE_LOTTO (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)PIETRO FRANCESCO DE LOTTO- Sono in larghissima parte d'accordo. Il documento di Refosco è particolarmente coraggioso. Non ne siamo stati stupiti perché siamo abituati a questi approcci diversi. Abbiamo fiducia che si possa costruire qualcosa di nuovo. Usciamo da periodi di concertazione e di confronto oggi più orientati al dialogo. Tutti sappiamo però che non solo la congiuntura è importante, ma anche la realtà produttiva territoriale che necessita di risposte nuove. È un documento coraggioso quello della CISL che sottolinea particolari come il welfare e le nuove relazioni che debbono nascere pur nel rispetto dei ruoli. Ognuno fa il suo mestiere ma tutti si impegnano al patto di sviluppo per questo territorio, patto che deve essere totalmente rivisitato e ripensato. È cambiato un intero assetto produttivo ed è questo che bisogna ripensare e riqualificare. Grandi temi in primo piano, insomma, e non tecnicalità o piccole cose. Non è più il momento. Siamo tutti disponibili a cercare il bene collettivo, la profonda mancanza però è di un soggetto terzo rappresentato dalle istituzioni anche locali. È da qui che forse per difficoltà di disponibilità di finanza pubblica ma non solo sottolineiamo l'assenza di un interlocutore. Come ha detto il presidente di Confindustria Squinzi è proprio la politica assente ed è da qui che si deve ripartire. Non si può negare che questo sia vero, in tutti i nostri dibattiti il silenzio assordante di una proposta politica davvero alta è assoluto. Abbiamo bisogno di interloquire con le istituzioni di tutti i livelli perché in assenza di queste siamo in balia di qualsiasi congiuntura. Per affrontare un patto non si può pensare realisticamente di essere semplicemente parti economiche, ma al contrario parti sociali come impresa e come lavoratori e come tali agire. Per ora siamo alla rincorsa ancora di prodotti cartacei delle istituzioni anziché di sintesi. Invece prima ancora dei regolamenti e della normativa bisognerebbe sedersi e pensare a come contribuire in totale responsabilità a disegnare un percorso. L'effetto fotocopia oggi non è più possibile.

Ma come si adatta tutto questo alla differenza stridente tra situazione provinciale e cittadina di Vicenza e la realtà nazionale che è sicuramente e di gran lunga peggiore? Sentiamo l'altro interlocutore del sindacato CISL e cioè le altre due confederazioni qui presenti con Marina Bergamin e Grazia Chisin.

MARINA_BERGAMIN (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)MARINA BERGAMIN- Abbiamo seguito con grande attenzione le proposte di Refosco che in grande parte condividiamo. Lavorare tutti assieme facendo sistema: lo avevamo manifestato nel 2011 al Cuoa e lì parlavamo della crisi pensando forse che la luce fosse vicina; fatto sta che allora ci chiedevamo che cosa si poteva fare per trovare nuove traiettorie di crescita. Con i sindacati e gli imprenditori avevamo cominciato il ragionamento consapevoli che non era più possibile continuare a procedere isolati ognuno per proprio conto. La domanda era: è possibile avere una regia più sistematica rispetto alle cose da fare e chi prende il bandolo per cominciare? Tutti i tentativi da allora non sono approdati dal dire al fare, la crisi è diventata più lunga e ora preoccupati come siamo e avendo messo sacchi di sabbia sugli argini vogliamo dare più strutturalità al confronto. Bisogna cambiare modello, scegliere quello più vantaggioso, gli enti locali debbono fare diversamente e mettersi insieme, ulss comprese, perché a Vicenza quattro sono davvero troppe e la Regione non ha fatto il lavoro di sintesi che le si chiedeva. Il cammino nuovo com'è? Nel mantenimento ma nella forte innovazione del settore manifatturiero spina dorsale del nostro sistema economico. C'è una manifattura ancora esistente e ancora con lavoro, settori che bisogna preservare e poi immettere innovazione e tecnologia in altri settori che stanno sotto il cappello della cosiddetta green economy che vuol dire pensare a come e cosa produrre, come trasportare, come vendere, quale terziario di qualità richiedere a servizio delle imprese e dei cittadini, quale turismo va incrementato ecc. La ricerca di un tavolo di progetti e proposte ci vede assolutamente disponibili. Spero solo che questa crisi non la si voglia affrontare per una via bassa con la contrazione dei diritti o dei redditi dei lavoratori. Il tema salariale è sempre molto importante. Se questo nuovo stimolo ci serve a riqualificare le relazioni industriali siamo contenti, non possiamo essere considerati utili nella cattiva sorte e poi dimenticati quando le cose vanno meglio. Buone relazioni industriali sono un valore aggiunto sia nella crisi sia quando si redistribuisce ricchezza. Per il resto non ci siamo mai tirati indietro, nemmeno quando si parlava di flessibilità e solidarietà...

GRAZIA_CHISIN (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)GRAZIA CHISIN- La relazione di Gianfranco Refosco non può che trovarmi d'accordo per il messaggio che ha lanciato anche a noi del sindacato, del resto è un anno almeno che lavoriamo tutte e tre le confederazioni in maniera unitaria. Dalla flessibilità alla solidarietà dobbiamo preoccuparci di tutto perché non sappiamo quanto sarà ancora disponibile il sostegno al reddito dato che ormai c'è un conto alla rovescia sulle risorse come la cassa integrazione, È un grande tema su cui ci confrontiamo ma vogliamo allargarlo alla politica che manca non solo a livello nazionale ma anche al nostro livello provinciale. La politica deve fare il suo ruolo perché normativa decreti e tutto il resto accompagnano la vita economica e sociale e vengono di corredo con quanto decidiamo nelle nostre proposte; però bisogna anche vedere come. Sugli stessi accorpamenti delle varie provincie Refosco ha sottolineato il ruolo che dovranno avere e poi per la stessa mappatura del resto del Veneto: su questo va costruito un altro dibattito importante per non isolarci su temi come ad esempio le infrastrutture e in genere la capacità di produrre come nell'export che continua ad andare discretamente. Moltissimo da fare, ma certamente ci manca la politica come interlocutore che ci dia sicurezza di coordinamento e di sintesi conclusive una volta che si sono trovate le linee di accordo per i vari problemi.

GIANFRANCO_REFOSCO (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)GIANFRANCO REFOSCO- Dobbiamo valorizzare il modello delle ulss vicentine. I provvedimenti che ha preso il ministero della sanità qui sono già attuati anche se ci sono altri margini di miglioramento che vanno individuati con la contrattazione. I tagli lineari penalizzano i più virtuosi, quelli che hanno lavorato meglio. Se gli altri si portassero al nostro livello molto si risparmierebbe. Poi c'è il ragionamento sul modello che deve spostare l'assistenza dall'ospedale al territorio, un cambiamento epocale che permetterà di mantenere le eccellenze già presenti e importanti nei nostri ospedali.



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