NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
la domenica di vicenza
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Vicenza. Liscia, gassata o… minerale?

di Alessandro Scandale
a.scandale@gmail.com

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Minerali del vicentino

Si potrebbe pensare che il tema sia di nicchi, invece il libro sta avendo un gran successo: secondo lei perché?

«Il territorio vicentino è ben noto, almeno fin dal 1500, per la presenza di piccoli giacimenti minerari che furono intensamente sfruttati per ricavarne argento, piombo, ferro e rame dalla Repubblica di Venezia. Nel 1700 e nel secolo successivo, naturalisti e studiosi si occuparono della zona lasciandoci preziosi resoconti, attratti dalla varietà delle rocce presenti e dai fenomeni geologici ad esse collegati. In tempi più recenti, anche nella nostra provincia, come nel resto d'Italia, si è sviluppato il collezionismo di minerali ed anche i vicentini si sono avvicinati maggiormente a questo mondo, attratti dal fascino di questi misteriosi oggetti naturali che non sono facilmente alla portata dell'osservazione comune, come lo possono essere invece i fiori, gli alberi, gli uccelli, gli animali, gli insetti, i funghi. É indubbio tuttavia che il successo di questo libro, anche se rivolto principalmente agli studiosi, è dovuto alla bellezza delle immagini che esaltano le forme e i colori esibiti da questi tesori della natura».

Minerali del vicentino (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)Un libro scritto da quattro autori non è una cosa frequente: com'è stato condividerne la stesura con gli altri?

«Ci ha unito la grande passione per la mineralogia ma anche il desiderio di acquisire una migliore conoscenza del nostro territorio. Ciascuno dei quattro colleziona minerali da decenni e ha esplorato ogni angolo del Vicentino, documentando nel tempo ambienti, località, ritrovamenti. Abbiamo ritenuto doveroso aggiornare una analoga pubblicazione del 1975, édita dalla sezione di Vicenza del Cai in quanto il patrimonio mineralogico locale si era nel frattempo arricchito, arrivando a 175 località mineralogiche dalle circa sessanta conosciute nel 1975 e al ragguardevole numero di 240 specie, rispetto alle circa 145 note. Interessante segnalare che tra le specie di nuova caratterizzazione per il territorio, ve sono un paio che rappresentano novità a livello mondiale e altre assai rare. La raccolta dei dati e la stesura della pubblicazione hanno richiesto almeno un paio d'anni. Un particolare contributo è stato fornito da Antonio Zordan, che ha realizzato praticamente tutte le foto a colori dei minerali utilizzando esemplari della sua collezione personale».

Com'è nata la sua passione per i minerali?

«Ho sempre avuto una passione per la natura in genere. Già in prima elementare chiesi a mio padre che mi portasse a vedere una miniera dove ai tempi si scavava il carbone a Lusiana, dove sono nato. Sono poi ritornato in quel luogo con i miei compagni di scuola quando frequentavo la quinta elementare e ho raccolto il mio primo campione di minerale: un piccolo nodulo metallico giallo dorato pesante e lucente, sembrava proprio oro ma era pirite e me ne sono accorto subito perché l'ho messo sul fuoco del camino ed è bruciato con un terribile e soffocante odore di zolfo. Intanto l'interesse per i minerali e i fossili aumentava, ma avevo poche possibilità di muovermi per effettuare ricerche. La svolta venne quando mi recai a Milano nel 1954 per lavorare in un'industria farmaceutica. Ebbi occasione di frequentare il Museo Civico di Storia Naturale di Milano e fondare nel 1965 il Gruppo Mineralogico Lombardo, il che mi permise di proseguire sulla strada della mia grande passione».

La sezione finale si occupa delle località mineralogiche vicentine. Può descriverci qualche dettaglio curioso? E cosa si impara andando per rocce?

«La ricerca e la raccolta di minerali svolte in natura sono la fase più emozionante per un collezionista. Ritengo, in base alla mia esperienza personale, che la ricerca nelle gallerie di vecchie miniere abbandonate (qualcuna, ancora percorribile se guidati da esperti, esiste anche nel vicentino), costituisca quanto di più suggestivo si possa provare. L'atmosfera misteriosa che si crea in un ambiente sotterraneo, la visione dei residui di filoni metalliferi che luccicano nel buio alla luce delle lampade, i variegati colori dei minerali di alterazione che ricoprono spesso ampie aree nelle pareti dei cunicoli, suscitano emozioni e sentimenti indescrivibili. Ma la ricerca può essere effettuata anche all'aperto, in vecchie discariche di miniere e cave attive o dismesse. Va da sé quindi che andando per rocce è possibile acquisire esperienze e conoscenze importanti che spaziano dalla migliore comprensione dell'ambiente che ci circonda, soprattutto in ambito geologico ma anche naturalistico, fino alle attività umane connesse, nel rispetto e nella protezione del territorio».


Minerali del vicentino (Art. corrente, Pag. 3, Foto generica)



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