NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
la domenica di vicenza
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Mezzalira e l’indagine “zooiconologica”

di Alessandro Scandale
a.scandale@gmail.com

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Mezzalira e l’indagine “zooiconologica”

Mezzalira, vuole spiegare ad un profano cos'è la Zooiconologia?

«In poche parole è lo studio delle rappresentazioni degli animali, nella pittura, scultura, illustrazione e in genere nel mondo dell’arte e dell’illustrazione. È uno studio che si propone di capire perché l’autore ha rappresentato quel dato animale, e perché lo ha rappresentato in quel modo. Ad esempio un pavone raffigurato in un fonte battesimale rappresenta la vita eterna, mentre se affianca l’immagine di una divinità ci può rivelare che tale dèa è Giunone, della quale il pavone è un attributo; ancora: in un manoscritto alchimistico il pavone può rappresentare l’unione armoniosa delle sostanze durante le trasformazioni della materia. Nella critica d’arte l'iconologia è lo studio del significato e dell’interpretazione delle immagini. Quindi la Zooiconologia è l’applicazione dei metodi della iconologia allo studio delle immagini di animali. È un neologismo che ho introdotto per definire questo particolare ambito di studi. Spero che il nome non sia troppo ostico! È sempre meglio di... otorinolaringoiatria, con tutto il rispetto per i cultori di tale importante disciplina medica...».

Mezzalira e l’indagine “zooiconologica” (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)Già il termine potrebbe tener lontano un lettore dal suo saggio, invece si scopre che la lettura è fluida e per tutti, non solo per esperti.

«Sì, ho cercato di scrivere nel modo più chiaro, sono convinto che si debbano evitare periodi lunghi e contorti e l’uso di termini complicati e non spiegati. L’argomento, che riguarda gli animali e il mondo delle immagini dovrebbe incuriosire molti lettori: credo abbiano il diritto ad un testo scorrevole. E poi il mio lavoro di insegnante mi ha abituato a cercare una comunicazione diretta. Spero di avere fatto un buon lavoro in questo senso. Forse l’abitudine alla lettura di saggi in lingua inglese, nei quali gli autori generalmente si esprimono con grande immediatezza e in prima persona, in modo, si potrebbe dire, colloquiale, mi ha portato ad adottare quello stile. Comunque nel testo ho inserito anche molti dati tecnici e riferimenti bibliografici, ma si trovano nelle note al termine dei capitoli, oppure alla fine delle didascalie delle immagini; così il lettore può semplicemente ignorare queste informazioni, che interessano invece gli studiosi di arte o storia della scienza».

Si capisce subito che lei non è solo un cultore della scienza, ma anche un amante dell'arte...

«La mia formazione è soprattutto naturalistica e scientifica, essendo laureato in Scienze Biologiche. Ma l’arte e più in generale il mondo delle immagini, anche fotografiche, mi ha sempre interessato ed affascinato. Frequento spesso musei e mostre d’arte, e ho cercato di costruirmi una competenza anche nel campo della storia e critica d’arte attraverso molte letture. D’altra parte il metodo scientifico penso, o almeno spero, mi abbia aiutato ad evitare, nello studio delle opere d’arte, valutazioni e interpretazioni superficiali».

Mezzalira e l’indagine “zooiconologica” (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)Che rapporto ha con gli animali?

«Gli animali mi hanno affascinato fin da quando ero molto giovane. Mi sono soprattutto interessato al mondo degli animali delle acque dolci: libellule, molluschi acquatici, tritoni. Li ho allevati, ne ho studiato il comportamento e le preferenze di habitat, mi sono dedicato molto alla macrofotografia. E poi ho letto molto di etologia: i classici studi di Lorenz, Tinbergen, Von Frisch e sull’evoluzione delle specie animali».

Un inciso personale: a fine anni 70 ero speaker della storica Vicenza Radio Star e uno dei nostri Lp preferiti era "Tiger in the rain" del cantautore americano Michael Franks (anche lui cultore dell'arte). Sulla copertina c'era la nota opera Tigre dans une tempête tropicale del pittore francese Henry Rousseau, noto come Il Doganiere. Un'illuminazione che mi aprì le porte della bellezza: non solo musica ma anche immagine. Lei invece com'è arrivato ad amare l'arte applicata agli

animali?

«È stato negli anni ’80, direi, durante una visita alla Biblioteca Universitaria di Bologna, dove ho scoperto il mondo delle illustrazioni zoologiche del Cinquecento, quelle raccolte dal medico Ulisse Aldrovandi. Quelle immagini di animali esotici allora da poco scoperti durante i primi viaggi verso il Nuovo Mondo mi hanno veramente colpito e mi hanno offerto un punto di partenza per coniugare zoologia, storia della scienza e interesse per l’arte».



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