NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
la domenica di vicenza
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Stagione di sagre: tradizione e anche qualità

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Stagione di sagre: tradizione e anche qualità

Parliamo di come si pongono le pro loco di fronte all’organizzazione di una festa: prima, tanti anni fa, era in un modo, ora regole, qualità e criteri organizzativi sono tutti cambiati. vediamo in che modo.

GIORGIO_ROSSI (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)GIORGIO ROSSI- Proprio per aver nominato Benetazzo diciamo che da fondatore ha portato avanti il discorso proloco fino ad un risultato perfino imprevedibile: 50anni fa nascevano sul campanile del paese per poi tentare di evolversi verso altri obiettivi. Oggi la proloco rimane quella che porta avanti la tradizione del proprio paese secondo un cambio di tendenza che se mi permettete la parola è epocale. Prima salsicce e costicine mentre oggi si parla di enogastronomia, di prodotti tipici e di prodotti che addirittura possono essere richiesti per l’esportazione.

VINICIO CAROLLO- Anche il nostro identi-kit corrisponde perchè tutto si allinea e i nostri clienti ci chiedono prodotti più adeguati, più costosi, ci impongono una regola per soddisfare le loro esigenze. Le nostre sagre hanno come unica entrata quella dello stand enogastronomico per cui è essenziale che il cliente sia soddisfatto, altrimenti viene una volta e poi mai più. Per questo siamo ben felici di adeguarci agli standard di qualità, tutti abbiamo piacere di gustare qualcosa di buono e magari di diverso e preparato bene. Noi nella provincia di Vicenza che ha come centro soprattutto bacalà e bigoli con l’arna abbiamo invece scelto i bucatini alla lughese, antico piatto nato al Torchio di Villa Godi Malinverni negli anni 60/70 e poi trasferito in paese e sviluppato come facciamo oggi riuscendo a darci una diversificazione rispetto al resto della realtà provinciale. Abbiamo visto che il pubblico ha gradito molto questa novità e così l’abbiamo incrementata; la gente viene a chiedere questi piatti non più un giorno o due ungo il periodo di durata della sagra ma magari per tutta la durata della nostra sagra e con la famiglia al completo.

MARIO_POIER (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)MARIO POIER- Noi ci sentiamo concentrati sugli avanotti in saor, una novità tipica nostra che abbiamo portato anche a Genova dove ce li hanno richiesti e apprezzati. Io sostengo che ogni comune si dovrebbe identificare in un suo prodotto tipico locale perché porta sicuramente movimento di visitatori e turismo. Non trovo ideale fare menù di dieci o venti piatti, bisogna sapersi limitare a quel che è la realtà vera del paese. Il risultato per Bolzano è chiarissimo per tutti, una infinità di pubblico che apprezza e frequenta i nostri quattro giorni di festa anche per tutto il periodo, non solo una o due volte. Inoltre siamo riusciti a portare da noi un centro sperimentale -da noi e a Bressanvido- per i marsoni; abbiamo lavorato con Veneto Agricoltura e siano arrivati a un traguardo notevole perché ora la prospettiva straordinariamente interessante perché alle spalle oltre alla Regione abbiamo l’università di Parma che ci segue e ci dà il supporto tecnico-scientifico. Si tratta di un prodotto non facile, al naturale è in via di estinzione a causa del bracconaggio, ma fare quello che stiamo facendo credo sia la strada giusta.

Le proloco riuniscono davvero decine di migliaia di persone, anzi, centinaia di migliaia se si pensa a punte inarrivabili come Sandrigo o Grisignano…

GIORGIO ROSSI- Sicuramente sì, ma mi permetto anche di sottolineare questa cosa dell’università e della ricerca: chi l’avrebbe pensato trent’anni fa? Oggi siamo a uno studio del prodotto per dare qualità e sostanza alle iniziative. Per quel che riguarda i visitatori delle sagre o delle feste di paese dobbiamo dire che i numeri sono veramente altissimi: 40mila persone per il bacalà, 8mila persone a Lugo, 20mila persone per i bigoli con l’arna, 10mila per gli avannotti: numeri straordinari che devono fare da volano per incoraggiare i Comuni a capire quanto le proloco possono fare per il nostro turismo interno. La gente arriva anche con famiglia e incoraggia notevolmente a valutare la qualità di quanto le sagre sanno dare come diceva Carollo. Vorrei aggiungere che ci sono anche i ristoratori: se tempo fa’abbiamo avuto qualche dubbio perchè si diceva che le sagre portavano via gente ai ristoranti, ora sappiamo che non è così e sappiamo anche che come proloco non possiamo dare il via a prodotti tipici senza che poi siano i ristoratori a completare da professionisti questo test di ingresso per allargare poi l’offerta ai loro stessi clienti.



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