NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
la domenica di vicenza
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Il patrimonio "dimenticato" di collezioni e musei

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Il patrimonio "dimenticato" di collezioni e musei

Il collezionismo è come un virus: non ti abbandona a meno di potenti farmaci che però sono inutili se... l'infermo non li vuole utilizzare e preferisce continuare mettendo assieme la sua serie di meraviglie: come funziona questo meccanismo?

LORIS_PASQUALE (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)LORIS PASQUALE- La mia passione nasce per caso, come tutto quel che arriva per caso magari da amici o parenti; mio padre aveva avuto un mosquito in regalo da un meccanico suo amico e da lì, rimettendolo a posto e vedendo che soddisfazione poteva dare recuperare qualcosa, siamo andati avanti fino a questo punto. La bici di Loro, quella di Marino Basso, quella di Tullio Bertacco, la maglia di Gontchar, quella di Francesco Moser, sono tutti oggetti che riguardano questa passione. Abbiamo bici da Michaud in avanti, dal 1860 fino ad oggi, dalle ruote di legno a ciò che di più sofisticato ci può essere adesso. Tra le altre ho anche le bici cosiddette dei mestieri che sono passate anche in Basilica per la mostra di maggio prima del Giro d'Italia: quella dell'arrotino, quella del verduraio, dei gelati, ecc.; erano vere botteghe viaggianti che per la loro pesantezza venivano spinte a mano e quasi mai spinte a pedali, rappresentavano per allora i nostri furgoni di oggi, quelli degli artigiani. È una bella collezione che teniamo fino a che si può nella sede attuale che naturalmente è a casa nostra, ma altrettanto naturalmente sarebbe meglio avere a disposizione altri spazi, magari a Salcedo, in una sede che potrebbe esserci fornita dal Comune. Mio fratello aveva anche proposto al sindaco di diventare in cambio della sede lui stesso custode, curatore e gestore a titolo del tutto gratuito. Per ora non è successo ancora niente.

IVANO PASQUALE- Anche in tema di Grande Guerra il virus è forte. La mia collezione l'ho messa assieme con anche con la costruzione di situazioni, di una specie di scenografia che dia più forza agli oggetti che si vedono esposti: così, c'è l'infermeria, il mulo attrezzato, però di legno, la trincea, ecc. Mercatini, altri collezionisti, cari amici, così è nata la mia malattia personale che mi ha tanto appassionato da farmi pensare che non passerà mai. Lo vedi dalla gente che incontri quanto sia importante avere tutte queste cose: la gente è affascinata e questa situazione e queste reazioni ti aiutano a continuare. Il mio museo era nato per far conoscere alle scolaresche quel che avevano vissuto i nostri nonni e i nostri padri, poi però il budget annuo delle scuole è cambiato e l'afflusso di ragazzi è diminuito. E noi cerchiamo di tirare avanti al meglio inventandoci quanto più possibile altre iniziative, compreso portare una parte delle nostre collezioni in giro per farle vedere e integrarle in manifestazioni varie che hanno per tema proprio questo.

MAURO PASSARIN- La creazione di ambientazioni è sempre una esperienza interessante dal punto di vista pedagogico e didattico, è un piccolo passaggio in quella grande opera di ricontestualizzazione che ha bisogno poi di altri spazi e altre disponibilità. Ma questi oggetti che hanno un loro importante vissuto reale rappresentano sempre una esposizione valida che investe sia i metodi di insegnamento sia l'organizzazione delle uscite per la scuola. C'è effettivamente però una diminuzione delle richieste da parte della scuola e si capisce che per chi ha fatto della proposta didattica uno dei suoi profili più alti lavorando nella ricerca e nelle pubblicazioni non può essere che un problema serio. Ora insieme con altre istituzioni come Rovereto e Trento ed in previsione dei 100 anni della Grande Guerra stiamo studiando qualche proposta nuova, qualcosa che attiri e catturi nuovamente il mondo della scuola. Non è una operazione semplice e comunque per ora è un problema generale che si studia rimanendo a livello di analisi comune tra entità pubbliche che si occupano dello stesso settore culturale. Per ora non c'è di più. Bisogna pensare poi anche all'alto grado di concorrenza che si è verificato negli ultimi anni in materia di rapporti con la scuola: l'offerta è aumentata a dismisura con parchi naturali, banche che espongono, scienza che si mostra all'esterno, tutto è diventato mercato culturale e proposta verso la quale anche i musei si pongono come entità che debbono studiare come comportarsi perché la nostra funzione è essenzialmente didattica a parte il fatto conservativo e scientifico. I numeri sono sempre contenuti anche se per il museo del Risorgimento posso dire che l'anno del 150. anniversario dell'unità d'Italia sono arrivati quasi 20mila visitatori. Il che non è poco considerato che si tratta di un museo specifico. In compenso non avverrà mai che il biglietto di ingresso basti a mantenere l'istituzione museo, intendo non solo il mio, ma qualunque museo.



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