Abbiamo la curiosità di capire se questo appuntamento in Brasile è solo questione di numeri o porta invece una ipotesi di grande qualità: Francesco sta mettendo in gioco cose e concetti importanti come a Lampedusa o come nel discorso di programma sul Brasile…
GRAZIANO CULPO- Senza dubbio c’è amicizia nell’accompagnare questo Papa: i giovani sentendoli in questi giorni gli sono vicini e questa esperienza missionaria proposta dalla Diocesi li interessa. Francesco ripresenta con un modo nuovo e immediato il desiderio di avvicinarsi alla gente e ai giovani in particolare, ma anche all’America Latina perché è il primo Papa latino americano che metterà un sigillo sulle diatribe Brasile/Argentina. I ragazzi si stanno preparando anche in Brasile, le Diocesi stanno cominciando la settimana missionaria per prepararsi all’accoglienza di tutti noi, di centinaia di migliaia di persone che arrivano da tutto il mondo. Il tutto evidentemente è in contrasto con il clima di tensione che abbiamo visto ultimamente per le spese folli che vengono fatte per gli stadi mentre le scuole vanno in rovina. Poi ci sono altre manifestazioni contro il diritto di emendamento del governo verso il diritto di investigazione che si vuole togliere al ministero pubblico. Le peggiori manovre sociali ed economiche si fanno sempre quando c’è il… circo, non è una novità I governi sono eletti democraticamente poi però si trasformano a volte e peggiorano una situazione che si fa allarmante.
ANDREA GUGLIELMI- Io accompagno un gruppo di una quarantina di giovani; certo che Bergoglio suona una specie di campanello che potrà non essere gradito a tutti. A Lampedusa Francesco ha già detto cose importanti ma anche nella prima omelia in marzo aveva detto cose importanti peri giovani: annunciava l’appuntamento di Rio e poi incitava i giovani e non solo quelli cristiani ad andare nelle periferie del mondo, come se il luogo dove va portata la buona notizia debba essere proprio la periferia. Anche i giovani ma non solo loro saranno spinti verso la presenza degli ultimi che poi è quanto ci insegna la nostra fede giudaico cristiana: le contraddizioni non mancano certamente ed è certo che chi è maggiormente nella condizione di essere l’ultimo deve essere il prediletto di Dio. Francesco ci sta provocando nel senso della versione moderna di una parola antica che è conversione, cioè cambiare tutto a partire dallo stile di vita. Sarà una bella occasione questa di Rio, Francesco comunicherà sicuramente questa sua provocazione al mondo e riparlerà di conversione.
SILVIO SCACCO- Emblematica la foto di lui che va in metro, che lava i piedi ai carcerati, lui sa di cosa parla come sa di cosa è il compromesso a fin di bene he si può cercare con il potere; non ha fatto l’assistente sociale, ha fatto il suo dovere di discutere con il potere, ha studiato, è preparato e cosciente di quel che va a proporre.
ANDREA GUGLIELMI- Papa che si presenta scomodo e continuerà ad essere così. Scomoda chiaramente tutto ma alla luce del Vangelo.
Incuriosisce come l’America latina che ha assorbito la visita di Wojtyla, oltre che la indifferenza sostanziale di Ratzinger, possa considerare e poi prendere questa visita che si preannuncia bollente, coinvolgente.
GRAZIANO CULPO- Nel Papa l’America Latina avrà un portavoce importante. La sua esperienza è radicata lì, sa di cosa è fatta la storia, sa di questi popoli vittime delle dittature, di accordi e di intromissioni che hanno determinato catastrofi. Ci sono strutture di peccato come ridiceva dopo il Concilio vaticano, il che rappresenta una dimensione non personale ma di struttura sociale; ci sta tutto, dalla moralità alle carneficine mai finite come in tutte le guerre e in tutte le dittature. Francesco quando invita sa che cosa sta dicendo qualcosa che parte proprio dalla sua esperienza personale. La sua Argentina vede un aumento della violenza spaventoso e quindi di insicurezza. Perché? perché le periferie dei derubati si ingrossano e il derubato impara a derubare; non succede anche ai bambini che imparano secondo come sono trattati e secondo quel che gli si fa vedere come esempio?
Il concetto dell’abbandono degli ultimi e della indifferenza globalizzata è forte. Gli effetti quali saranno per questa GMG?
SILVO SCACCO-La GMG compie 20 anni, era partita in sordina ma è diventata una cavalcata così forte che a un certo punto la cadenza biennale è stata trasformata in triennale. Tutto questo ha un po’ rivoluzionato il sistema di fare pastorale dei giovani. Ora però si è trovato un corretto equilibrio, questo dei tre anni che ha permesso di armonizzare i ritmi locali a quelli mondiali e generali. Una valutazione si può intanto fare. Sono stati grossi appuntamenti di generazioni di giovani. Quelli dell’82 oggi hanno 40/50 anni, sentivano un testimone credibile, sentivano Papi diversi e ora sentono Francesco. Il momento di ora è quello della storia che siccome non dà nulla per caso vede questo avvicendamento: dopo la scomparsa di Giovanni Paolo II ecco Ratzinger che si è un po’ adattato magari con successo però anche con diversità rispetto a prima. Ecco che dopo il teologo e prima di lui l’uomo di teatro in possesso delle tecniche che utilizzava però spontaneamente, ora c’è Francesco dopo lo stile di Ratzinger. È questo il punto a cui siamo ora approdati, i papaboys sono diventati adulti, hanno vissuto quella esperienza importante e vedono che loro passano la mano e i loro figli sono i nuovi giovani con un nuovo Papa che gli parla di bisogno di speranza, di testimonianza, di necessità di fare lavoro restringendo il campo: non basta più parlare di povertà ma si parla di andare concretamente dove i poveri vivono e vivono male. Credo che questo papa non farà sconti nelle sue nuove provocazioni. Questo Papa non abita i palazzi pontifici, abita in convento dove paga il conto e in Vaticano va solo per le udienze. Le differenze con Woytila sono evidenti: questo Papa ha già beatificato mons. Romero, ucciso mentre diceva messa, ecco un’altra faccia della realtà che si riconosce.
ANDREA GUGLIELMI- Sarà interessante secondo me leggere l’apporto confrontato di questi tre Papi con le rispettive giornate della gioventù; abbiamo avuto prima l’inventore il Papa polacco, di enorme carisma che dimostrava ai giovani un affetto incredibile ed era sensibilissimo sostenuto da un magnetismo enorme; poi abbiamo avuto il papa tedesco che non è un grande attore oltre che un grande uomo; Papa Francesco invece è solo ed esclusivamente papa Francesco, si caratterizza con il suo modo di andare dritto verso il Vangelo. Benedetto rischia di essere il Papa dimenticato, ma non so. Se guardo i messaggi che ha scritto per i giovani durante le GMG so che rimarranno importanti e freschi, da leggere. Il problema è che non sempre i giovani vanno a leggere tutto quel che occorrerebbe. Quando Ratzinger parlava ai giovani riusciva ad essere semplice e molto comprensibile proprio verso i giovani.