NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
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Musei a cielo aperto

di Alessandro Scandale
a.scandale@gmail.com

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Musei a cielo aperto

Com'è andata questa iniziativa dall'inizio ad oggi? Come ha risposto il pubblico?

Musei a cielo aperto (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)«Siamo alla terza edizione e già questo ci racconta dell’interesse che da un lato il pubblico ha dimostrato per la nostra proposta e dall’altro dell’entusiasmo di presentarsi con questa formula: visita al museo più escursione sul territorio. È una modalità innovativa per presentare al pubblico il museo, perché i Musei Altovicentino sono realtà che raccontano il territorio, il contesto che li circonda, la sua evoluzione. E infatti la maggior parte del pubblico è locale, interessato a conoscere ed esplorare i luoghi vicini. Questo non toglie che i partecipanti provengano anche da altre province, come Padova, Verona e Venezia. Il pubblico sta rispondendo con interesse: i numeri ci soddisfano, in ciascuno dei due anni scorsi c’è stata una partecipazione attorno alle 1000 persone. Però non misuriamo la qualità in base al numero di partecipanti, ma piuttosto al ritorno di interesse che la nostra proposta è capace di suscitare».

Quali novità ci sono in questa edizione rispetto alle precedenti?

«La formula visita al museo più esplorazione del territorio ci piace e quindi non la cambiamo, ma se debbo pensare a quale sia le novità introdotte con il calendario 2013, direi soprattutto una maggiore collaborazione tra soggetti diversi. Non solo musei e operatori museali con i laboratori per i bambini e le attività divulgative con gli adulti, ma sinergie con altri gruppi che contribuiscono ad arricchire la proposta, ad esempio dal punto di vista enogastronomico. Il momento conviviale del pranzo, che anche a Rotzo e al Summano abbiamo condiviso con gli operatori, diventa occasione ulteriore per trascorrere del tempo assieme e approfondire gli argomenti delle uscite».

Musei a cielo aperto (Art. corrente, Pag. 3, Foto generica)Quali le domande più frequenti dei partecipanti e quali le richieste pratiche delle persone?

«Per rispondere sento la necessità di riconoscere il pubblico che ci segue in due gruppi, almeno: quello esperto e quello che definirei curioso. Il primo esprime soprattutto il desiderio di approfondire conoscenze specifiche come gli studi archeologici, ad esempio, interessandosi al percorso che il bene compie dallo scavo al museo, e quali siano le procedure per un corretto restauro. L’altro, composto da persone che per la prima volta si avvicinano a questi saperi, pone domande molto più generiche, come il grado di difficoltà delle escursioni. Ma credo che il problema principale sia il pasto… quanto costa e cosa si mangia. La nostra non è una rassegna enogastronomia e quindi, al di là del valore di aggregazione che offre questo momento, riteniamo opportuno garantire sempre la possibilità di un’alternativa, quale il pranzo al sacco. A questo proposito ricordo volentieri che lo scorso anno si era creato un gruppetto di fedelissimi, i quali decretavano il momento conviviale come l’occasione più ghiotta della giornata...».

Partecipano anche bambini e famiglie?

«Progettando questa iniziativa abbiamo realizzato anche un logo di proposte adatte a tutte le età, perché l’intento è proprio quello di essere divulgativi e accoglienti nei confronti di un vasto pubblico. I musei sono stati invitati a prevedere percorsi o attività specifiche per i più piccoli, creando dei momenti riservati a loro, durante i quali i genitori potessero utilizzare il tempo per ulteriori approfondimenti. Lavorare con i giovani è un nostro obiettivo, ma purtroppo al momento si tratta di azioni sporadiche. Tuttavia sempre più spesso i giovani si avvicinano spontaneamente ai temi che proponiamo e in questo di certo ci ha aiutato molto la pagina su Facebook».

Conoscere il nostro territorio significa fare cultura, non solo sui libri ma a contatto con la natura?

«Il nostro progetto culturale si sta definendo sempre più come rete museale territoriale. I nostri musei nel loro insieme sono capaci di render conto di una varietà di aspetti che consentono una lettura articolata e complessa del paesaggio. Abbiamo ben evidenziato i cinque temi che caratterizzano il nostro patrimonio: archeologia e storia, etnografia, arte, patrimonio industriale, scienza e natura. Già entrando al museo il visitatore ha la possibilità di vedere direttamente il bene, di confrontarlo con altri oggetti e di maturare personali considerazioni. L’uscire sul territorio mette in moto tutta un’altra modalità cui spesso non siamo abituati, ma che è molto stimolante. Diventiamo protagonisti e partecipiamo al processo conoscitivo con tutt’altro interesse, mettendoci in gioco molto di più. E in effetti, all’aperto cambia completamente il rapporto con l’accompagnatore, ci si permette di entrare nel merito di esperienze personali, a volte chi partecipa interviene condividendo addirittura aneddoti di vita vissuta, che dentro al museo non si sentirebbe assolutamente di dire».

Musei a cielo aperto (Art. corrente, Pag. 3, Foto generica)

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