Che cosa non va nelle rotatorie? Lo chiediamo prima di tutto a Claudio Cicero che delle rotatorie di Vicenza è il vero inventore e sostenitore.
CLAUDIO CICERO- Ci sono incroci grandi e piccoli come le rotatorie: i comportamento debbono essere rapportati alla tipologia della infrastruttura. Alla velocità di 30 all'ora quella rotatoria non dà problemi; lì si è cappottato il rimorchio che ha il peso molto in alto per cui che si sia rovesciato è dovuto al fato che è stata affrontata la curva a velocità non corretta. Se non fosse così, tutti i camion dello stesso tipo dovrebbero rovesciarsi. Recentemente in autostrada c'è stata una serie di incidenti che ha interessato proprio i mezzi pesanti e lì con le corsie più strette e una velocità oltre i 60 orari è stato prodotto il guaio. Se si affronta alla velocità giusta un tratto con limite non succede niente, fatalità a parte. Secondo me il camionista in questo caso si è comportato male, il che da un grande professionista della strada non ce lo possiamo aspettare. Le regole vanno rispettate. Non criminalizziamo nessuno, ma nemmeno una infrastruttura che non procura niente di male se affrontata come si deve.
MARIANO VANTIN- La nostra realtà è quella provinciale per cui abbiamo un quadro con 1250 chilometri di strada da gestire e 150 rotatorie che abbiamo cominciato a censire per questioni pratiche di intervento o di lavori e manutenzione. Di queste una decina sono microrotatorie con diametro al massimo di 25 metri, poi ci sono una trentina di rotatorie compatte fino a 40 metri di diametro e quelle convenzionali che arrivano anche a più di 50 metri; una settantina in tutto e di problemi non ne hanno. Ci sono anche le rotatorie ellittiche come a Castelgomberto o Piovene che sono grandi e molto praticabili. Fino a 35 metri sappiamo che non ci devono essere problemi. Va da se' che un Comune fa i conti con altre realtà e sfrutta gli spazi che ci sono, altro non può fare. Certo che le dimensioni in questi casi non sono ottimali ma proprio per questo tutti gli utenti della strada sono sempre preavvisati dalla prossimità e quindi rallentare prima di arrivare al punto critico. Ogni volta che ci si arriva bisogna essere coscienti e rispettosi delle regole.
ROMANO PIGATO- L'ACI dice che se non ci fossero le rotatorie andrebbero inventate, dice anche che le rotatorie hanno ridotto gli incidenti all'incrocio di oltre la metà, dice anche che le rotatorie possono essere fatte bene o no: se il diametro è troppo piccolo occorre naturalmente una segnaletica precisa anche se penso che la superficie di passaggio dovrebbe essere essere pensata saliente verso l'esterno e non a cono com'è la realtà di oggi; un mezzo molto pesante in queste condizioni tende a uscire anche se certo, la velocità è molto importante. Direi di fare questa variazione nel progettare. Si può, anche pensando agli scoli dell'acqua che scorrerebbe verso il centro del sistema di rotazione anziché defluire verso l'esterno.
MARIA TERESA FARESIN- Intanto noi artigiani non siamo contro le rotatorie perché pensiamo che è bene che ci siano. La categoria però va difesa comunque anche senza entrare nel merito del sinistro di cui parliamo: il cronotachimetro permette alla Polizia di risalire alla velocità, gli accertamenti saranno utili per capire. È anche vero che le infrastrutture in cui si lavora fuori dalle autostrade sono inadeguate, io dico che bisognerebbe fare le cose dopo aver provato gli effetti possibili, non prima, anche un cordolo appena più largo può fare la differenza e anche chi progetta è spesso inadeguato e se ha poco spazio non può pensare che quella rotatoria sia fatta comunque bene, proprio come quella di Maddalene che sicuramente è stretta.
C'è sempre un progetto urbanistico che non ha tenuto conto del futuro, con un minimo di capacità di previsione...
MARIA TERESA FARESIN - I problemi sono sempre a monte, si è fabbricato a ridosso di strade che c 'erano già senza tener conto del fatto che il futuro sarebbe arrivato presto con esigenze ben diverse da quelle di allora e che vediamo difatti non rispettate oggi.
CLAUDIO CICERO- All'Albera con 52 metri di diametro nell'anello esterno non c'è traccia di una gomma, tutti tendono a stringere sui cordoli centrali mentre bisognerebbe usare tutto l'anello a disposizione. L'Albera spiega benissimo questa situazione: sulle traiettorie esterne non ci vanno nemmeno i camion. Dentro una città è anche vero che gli spazi sono quelli che sono, ma tra le code di prima e la situazione di oggi c'è una bella differenza e tutti l'hanno notato. Almeno su questo non si può discutere.