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Che cosa pensate di questo discorso di Busatta? È vero o non è vero che si può delineare una specie di concorrenza sleale?
MASSIMO CHIOVATI- Quanto esprime il signor Busatta è specchio di molteplici segnalazioni e prese di posizione di molte aziende associate e che si riferiscono specie all'estate quando ci sono di più le condizioni per realizzare manifestazioni. Ma noi come Confcommercio abbiamo fatto interventi frequenti: si è proposto una regolamentazione in materia di manifestazioni nel 2011, era una bozza di regolamento che poteva essere modificata e aveva una lettera accompagnatoria che precisava come Confcommercio non fosse allora e non sia a priori contraria alle sagre ma favorevole alla valutazione della sagra e cioè al fatto che la sagra sia davvero corrispondente all'identità storico-culturale del territorio che in una moltitudine di eventi invece si è del tutto perduta. Per noi è ancora necessario fare chiarezza tra la sagra genuina e quella che invece è priva degli elementi necessari. C'era in quella proposta anche un protocollo di intesa sottoscritto anche da UNPLI ma poi di quella nostra iniziativa, pure ben avviata, non si è visto seguito. Anche a livello regionale abbiamo spinto più volte con la Giunta del Veneto: pare lo stia facendo ora la Regione Lombardia di studiare e risolvere il problema, magari lo farà anche la nostra. Indubbiamente ci sono agevolazioni tributarie, come dice Busatta, e siccome i pubblici esercizi ricevono tutt'altro trattamento indubbiamente il pericolo della concorrenza sleale non è inventato. Si sta lavorando a livello nazionale per evitare che prosegua questa disparità di trattamento, ci sono più fronti aperti, sia a livello nazionale che locale. Continueremo.
GIORGIO ROSSI- Vorrei uscire prima di tutto dal pericolo di rispondere in una chiave di contrapposizione perché in effetti sono d'accordo con quanto dice Ezio Busatta e anche con le tesi di Massimo Chiovati. Il problema per noi dell'Unione Proloco è diverso. A prescindere dal fatto di essere presidente provinciale ho fatto nel settore dei consorzi un accordo con la federazione nazionale dei ristoratori: si è firmato per le sagre di qualità. Ci sono infatti, dico io, le sagre, le sagrette e poi le manifestazioni di qualità. L'evento di qualità è una sinergia per i ristoratori che possono sfruttarla e partecipando possono allungare poi nel tempo gli effetti di quelle tali ricette portandole se ancora non le avevano nel proprio ristorante. Questo è il primo caso da considerare. Se parliamo poi della piccola realtà dove si distribuisce un prodotto tipico penso che ci deve essere un accordo preventivo perché è evidente che il danno può effettivamente verificarsi. Altra cosa però è parlare di volontariato che è sempre utile, anche quando lavora per le sagre senza ricevere un soldo, non solo quando interviene per le grandi necessità sociali come le catastrofi di tutte le misure. La sagra insomma deve essere sicuramente di qualità per i ristoratori che la animano ma anche per chi la organizza, fatta salva una organizzazione coordinata e perfezionata con Comuni delle altre entità in modo che non si lasci al caso niente e non si sovrappongano date e tipicità della manifestazione. Dopo di che il problema di Maragnole diventerebbe secondario perché non ci sarebbe più niente da discutere, almeno lo speriamo tutti.
MASSIMO CHIOVATI- In effetti il quadro generale è piuttosto complicato dal fatto che non ci sono limiti sia per l'impianto che per la somministrazione salvo le regole che si debbono ovviamente rispettare. Secondo me bisognerebbe anche dedicare un po' di attenzione alla durata delle manifestazioni e su quella si potrebbe intervenire.
