NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
la domenica di vicenza
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La solidarietà come scialuppa di salvataggio

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La solidarietà come scialuppa di salvataggio

Cominciamo dalla strutturazione di questi servizi della Caritas che sono nati in soccorso delle situazioni di maggiore disagio.

STEFANO_OSTI (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)STEFANO OSTI- Coordino il servizio territoriale accompagnamento alle difficoltà una delle tante forme di aiuto della Caritas su vari fronti e bisogni; uno è appunto la difficoltà economica. Servizio attuale e pressante che alla Caritas chiede di essere in prima linea a partire dalle realtà parrocchiali. Una delle iniziative è quella dei sostegni di vicinanza che attraverso la lettura delle situazioni come bollette affitto alimenti e altro ancora intervengono appunto in una logica di prossimità e accompagnamento; gli interlocutori sono tutti quelli che avendo ancora qualche mezzo a disposizione possono permettersi di aiutare a difatti aiutano.

RAFFAELE BONO- Ho cominciato dalla mia buona educazione sociale e religiosa e nella consapevolezza di essere una persona privilegiata; mi occupo degli altri col rispetto, l'amore e la vicinanza effettiva che mi sono stati insegnati, cioè i punti principali dell'essere cristiano. Ho cominciato più di 50 anni fa alla chiesa di Santa Chiara dove un gruppo di giovani dopo la messa preparava una colazione per la gente che non era in buone condizioni e poi cercava soluzioni dove era possibile. In seguito da professionista e imprenditore ho avvicinato la Caritas di Vicenza e sono partito con questa iniziativa dei servizi di vicinanza: tutti quelli che vogliono occuparsi del prossimo, non solo il vicino che conoscono, intendo, possono farlo; e poiché occorre una visione allargata per arrivare davvero al risultato è indispensabile una strutturazione, una organizzazione: da solo un individuo non può farcela, ma con un mediatore che intercetta posizioni e bisogni più allargati allora sì che se ne ha la possibilità. È così che nasce tutto il discorso mettendoci dentro perché è importantissimo anche l'ascolto delle persone, la parte non meno determinante di tutto questo ragionamento.

MAURIZIO SEGATO- Nessuno nasce con queste caratteristiche che permettono di diventare un aiuto per gli altri, siamo tutti volontari e vanno ringraziati tutti quelli che si dedicano con tanto impegno a questi compiti; senza volontari non ci sarebbe servizio. L'esperienza ce la siamo fatta sul campo, abbiamo rischiato qualche brutta figura in termini di relazioni, abbiamo cercato di dare subito secondo quell'ansia da prestazione che può danneggiare. Poi però con il supporto e la formazione arrivate dalla Caritas abbiamo avuto i punti di riferimento per far funzionare il servizio, siamo diventati un punto di riferimento per chi ha bisogno. Paradossalmente questa crisi ha contribuito a portare allo scoperto le risorse più apprezzabili del nostro lavoro e della ispirazione che lo caratterizza; ascoltiamo sì le prediche in chiesa, ma alla fine il nostro essere cristiani deve mettersi in gioco e al servizio del prossimo perché il altro modo si tratterebbe di praticare una religione monca. Così le opere servono a completare il nostro essere cristiani e ne sono convinto. L'ascolto è fondamentale perché le persone hanno bisogno di confidarsi con qualcuno e la maggior parte delle volte assieme si riesce ad affrontare la difficoltà, accompagnandola più che risolvendola: non abbiamo la bacchetta magica, la nostra rete Caritas interviene molto efficacemente su questo terreno.

Tra le caratterizzazioni di questo servizio c'è anche il microcredito. Sola, lei che ha una lunghissima esperienza in banca, ci può spiegare di che cosa si tratta e quanto incide sulla prospettiva di soluzione dei vari problemi di cui stiamo parlando?

giuseppe_sola (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)GIUSEPPE SOLA- La difficoltà delle famiglie si riscontra anche in piccole cose come le bollette,, qualche rata di affitto o di mutuo, qualche spesa medica: il tutto diventa un macigno per chi ha problemi economici. Con i canoni classici del credito bancario queste persone non hanno accesso in banca, ma la nostra attività di sportello STRADE fa fronte proprio a questo con la concessione di un piccolo credito, di un piano di rientro adattato alle condizioni effettive del debitore e con un tasso di interesse bassissimo, senza aggravi eccessivi di costi,. Si fa una convenzione tra Caritas e casse rurali, si fa una valutazione dell'iniziativa e si delibera la concessione. Questi prestiti hanno anche la caratteristica del rischio proprio perché la persona è in difficoltà economica, ed è per questo a rischio; ma la banca si avvale della tutela a garanzia della Caritas per la concessione del credito per cui non ci sono in genere ostacoli. In più c'è che accompagniamo tutto questo ai sostegni di vicinanza, interventi a fondo perduto o quasi per cui si saltano molte delle difficoltà di partenza; in questo modo si supplisce anche alla eventuale carenza del microcredito nel caso non si concedano i prestiti. Un tempo c'era la corte contadina con le famiglie che si aiutavano. Oggi le corti non esistono più, ci sono i condomini dove spessissimo non ci si conosce neppure: quando si ha disagio economico in questo contesto ci si ritrova assolutamente soli e così succede anche in rapporto al contatto con la famiglia tradizionale perché le separazioni e i divorzi hanno condizionato anche questo: oggi chi si trova nel bisogno è davvero solo, non sa a chi rivolgersi e per questo la presenza della rete di vicinanza della Caritas diventa un elemento mitigatore.

STEFANO OSTI- È chiaro che superando questa condizione di isolamento e aprendo un dialogo con qualcuno, in questo caso la rete Caritas, si fanno sentire vicini sia la comunità che l'intervento. Il vero male dei nostri tempi è la solitudine e per questo si sta tentando sempre di più di mettersi in gioco e avvicinarsi al disagio per aiutare e non condannare queste persone a restare in un angolo sempre più isolate. Il microcredito è impossibile nei canali normali mentre con la nostra organizzazione si può arrivare a una soluzione, piccole cose, ma naturalmente è tutto quanto abbiamo da offrire e guardate che le restituzioni del microcredito sono decisamente alte, l'80 per cento di quanto è stato dato in prestito.

GIUSEPPE SOLA- Di fatto in pratica lo sportello STRADE è un mix che deriva da un erogatore di servizi e un centro di ascolto; chi si presenta parla di un bisogno che in genere è l'ultimo in ordine di tempo dei problemi e che invece diventano molto più visibili se se ne parla: a monte c'è sempre qualcosa di più che viene rivelato durante i nostri colloqui: accade così che invece di aiutare a pagare semplicemente qualcosa si riesce a costruire un vero ed accurato percorso di accompagnamento e chiediamo al soggetto in questione di lavorare assieme per la soluzione dei suoi problemi. E questo è il primo vero aiuto anche se le soluzioni complete non sempre si possono trovare...

MAURIZIO SEGATO- Come accade di entrare in questa logica di collaborazione? Posso dire che si diventa sul campo ascoltatori, c'è una formazione da seguire ed è fondamentale perché l'impegno è forte e rischia di spiazzarti in quanto la difficoltà di vivere è tanta e bisogna saperla affrontare. Noi ammortizziamo, per così dire, questo contatto e poi pian piano, con molta pazienza, individuiamo i reali bisogni della persone cercando e poi andando a utilizzare gli strumenti che possono servire a questa persona. Siamo in stretto rapporto con le istituzioni, con i servizi sociali dei Comuni dove mandiamo le persone per un colloquio in modo che il Comune abbia il polso della situazione, dopo di che siamo a disposizione e collaboriamo perché siano rispettati certi passaggi. Ci confrontiamo continuamente con i servizi pubblici perché è importante la rigorosità e la verifica dei bisogni di queste persone, non deve esserci incertezza né sulle modalità né sulla destinazione dell'intervento e chi ne usufruisce è alla fine veramente chi ne ha bisogno. Le sorprese naturalmente possono sempre esserci perché l'errore è comunque possibile, ma si tratta in tutti i casi di una rarità perché la selezione si opera al meglio delle nostre possibilità. Siamo partiti con il centro d'ascolto, con le borse alimentari e poi siamo passati ai sostegni di vicinanza che rappresentano in ordine di tempo l'ultima tappa, insieme con il microcredito.



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