NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
la domenica di vicenza
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Neri Pozza, l’intervista… possibile

di Alessandro Scandale
a.scandale@gmail.com

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Neri Pozza

Neri Pozza (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)Innanzitutto perché questo titolo dal sentore quasi inquietante? Lei afferma che Neri Pozza è "ancora vivo" e che quella tomba in realtà è vuota...

"Se il senso di una tomba è quello di guardarla come il simbolo di un ricordo e magari di qualche rimpianto, la tomba di Neri Pozza è assolutamente vuota perché la somma delle cose che la sua presenza in città ha detto ed espresso con le azioni rappresenta a distanza di tanti anni una realtà non mutata; dagli articoli e dagli interventi nei consigli comunale e provinciale, e fino ad oggi, le mutazioni visibili e apprezzabili in questa città sono praticamente nulle. Qualche strada, nessuna importante se non la circonvallazione sud e il tratto di Valdastico: opere che dovevano essere realizzate quarant'anni fa o almeno nel momento in cui tutto il Veneto ad economia più avanzata aveva potuto usufruire della fortissima e quasi gratuita spinta dei mondiali di calcio del 1990. L'urbanistica nelle sue scelte, quale che fosse la giunta alla guida di palazzo Trissino, non ha fatto che confermare la sostanziale incapacità di questa città di darsi un volto razionale e moderno, risparmiando il suo centro storico e spostando sul perimetro tutti i centri di servizio di maggiore importanza: ospedale, stazione ferroviaria, sedi istituzionali; tutto è rimasto tale e quale rispetto al tempo di Neri Pozza. Ecco il perché della sua persistente e fortissima attualità".

La vostra è un'intervista impossibile, ovviamente, ma se oggi lui fosse ancora vivo cosa gli chiederebbe?

"Gli chiederei esattamente quello che gli ho chiesto nell'intervista impossibile pur sapendo benissimo che si andrebbe a ripercorrere un cammino doloroso, nel senso letterale del termine, proprio perché non ci sono vere risposte in senso attuale dei nostri anni alle questioni rimaste tutte sostanzialmente sospese o, ancor peggio, andate ad approfondire lungo la stessa linea quelle scelte che già all'inizio erano manifestamente sbagliate; è il caso dell'ospedale, un esempio per tutti, che in partenza era fortunosamente ospitato nel vecchio convento di San Bortolo, ma con l'idea di farne altro, ed oggi all'evidenza dei fatti è un colosso edilizio e di attrazione per le funzioni che svolge in grado di tenere ormai in ostaggio tutto il quartiere, tra l'altro angolo antico dei più significativi del centro storico. L'intervista è impossibile per definizione, ma gli argomenti sono strettamente leciti, giustificabili, esattamente come le risposte 'impossibili' che il fluttuante Neri Pozza ci dà anche in questa occasione rigirando il dito nella piaga".

Nell'introduzione a sua firma lei scrive che Neri Pozza considerava Vicenza una sorta di necropoli, con un centro che dopo una certa ora serale quasi sconcerta...

"L'immagine della necropoli, più volte evocata, è ovviamente metaforica anche se la realtà della città dopo le sette e mezzo di sera parlerebbe da sola. La necropoli come concetto ha le sue radici nell'immobilità della sostanza, nell'incapacità di darsi dinamismo e quindi nella rassegnazione a rimanere tale e quale quali che siano i tempi e le esigenze pur fortemente mutate. Non è un caso d'altra parte se i segnali di vitalità da molti anni a questa parte sono di provenienza, per così dire, privata: comitati e gruppi spontanei esprimono anche con vivacità e lungo tutto l'arco dell'immaginabile di una convivenza sociale, seppure spesso obbedendo ad interessi marcatamente di parte, un pesante disagio assolutamente giustificato dai fatti. Recentemente la giunta al potere ha espresso nella nuova proposta di regolamento di polizia urbana quanto di peggio si possa immaginare sul piano della visione civile dei rapporti: di fronte al problema di un centinaio scarso di persone che per ragioni evidentemente di povertà pura soggiornano all'aperto anche di notte e sono costrette a trovarsi un giaciglio pubblico, possiamo immaginare quanto confortevole, è stata partorita l'idea del divieto assoluto. Chi poi controllerà è questione dai risvolti perfino umoristici -certo non voluti- e chi si presenterà per consegnare verbali di contravvenzione ai poveracci che vivono in questa condizione, al margine di qualsiasi concetto di assistenza sociale, senza un soldo da spendere, non possiamo nemmeno immaginarcelo. Verbali destinati a tornare al mittente non pagati, perciò del tutto inutili. In compenso sarà stato speso denaro pubblico in un investimento a dir poco fallimentare".

Neri Pozza (Art. corrente, Pag. 3, Foto generica)

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