NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
la domenica di vicenza
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I contratti di convivenza per sciogliere un nodo

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I contratti di convivenza per sciogliere un nodo

Nel caso che il nuovo progetto venga approvato dal Parlamento in gennaio, in che cosa consisterà la novità e quale progresso ci sarà sul piano dei diritti nelle convivenze?

vito_guglielmi (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)VITO GUGLIELMI- Il progetto in questione ha impegnato molto i notai che sono attenti e colgono le esigenze e i cambiamenti della società; i matrimoni sono in calo, le convivenze aumentano e nei nostri studi c 'è sempre più l'esigenza di regolamentare questioni che provengono da convivenze e che si desidera mettere a norma da parte dei titolari di diritti. Abbiamo pensato di predisporre un lavoro, questo dei patti di convivenza, che si limita all'aspetto patrimoniale, non va oltre perché per andare oltre occorre l'intervento del legislatore. Regolamentazione patrimoniale è una cosa, unione civile con diritti di natura personale è altra cosa. Può essere che i tempi siano più maturi e permettano di valorizzare il nostro lavoro fino ad arrivare ad una regolamentazione del fenomeno con perfezionamento verso le unioni civili come del resto si fa in Europa, dappertutto più avanti di noi; ci sono moltissimi stati europei che prevedono non solo unioni civili, ma matrimoni anche tra persone dello stesso sesso. Data al 1996 la prima proposta poi seguita nel 2007 sui rapporti non ancora regolati da normativa. Poi ci sono stati i dico (diritti doveri), i contratti di unione solidale, poi ancora una proposta per i diritti e i doveri di reciprocità, anche qui senza fortuna, ed infine ci sono ora questi sei disegni di legge, tre per le unioni civili e tre per l' estensione alle coppie di fatto del diritto al matrimonio e tra queste ultime rientra la proposta Moretti.

GIOVANNI RIZZI- Il contratto di convivenza è un accordo che raccoglie in se' una combinazione di accordi e patti previsti già dalla normativa; ora il notariato sensibilizza le persone attorno all'esistenza e alla possibilità di usare questi strumenti dei quali peraltro ancora non si sa mai abbastanza. Di per se' si può stipulare con una scrittura privata, salvo poi allargare il ventaglio degli aspetti per cui occorre un professionista come per una amministrazione di sostegno o un diritto di usufrutto o un vincolo di destinazione su un immobile, ecc. Dipende da che cosa voglio inserire in questo contenitore. Nel caso più semplice basta rivolgersi a un esperto di diritto e firmare una scrittura privata. La nostra iniziativa è per una campagna di sensibilizzazione verso la conoscenza di tutti questi strumenti e dei modi per utilizzarli. Quel che stiamo cercando di fare è dare informazione vera ai cittadini.

EVERARDO_DAL_MASO (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)EVERARDO DAL MASO- Il Comune si è mostrato molto aperto su questo tema, il 7 maggio 2012 è stata firmata l'ordinanza per la costituzione della famiglia anagrafica per cui due persone che convivono e stabilmente hanno la stessa residenza possono chiedere questo status rilasciato immediatamente dall'anagrafe; si riconosce al partner in questo modo, quale che sia la relazione affettiva, o anche semplicemente di amici che condividono, una serie di diritti, come chiedere all'ospedale notizie del partner, rifiutare di testimoniare contro il partner, avere accesso ai bandi per l'assegnazione di alloggi popolari, oggi come noto preclusi; queste tutele valgono per tutti i gruppi di convivenza e Vicenza ci è arrivata dopo Padova e Milano, terza in Italia, mentre altri Comuni in provincia stanno per decidere. D'altra parte le famiglie fuori dallo schema del matrimonio, sono sempre di più e lo constatiamo ogni giorno. Se per una separazione e divorzio consensuale passano almeno quattro anni bisogna capire che la gente ha il tempo di cambiare il proprio assetto di vita, magari ha già un'altra famiglia. Ovvio che bisogna fare qualche cosa sia dal punto di vista patrimoniale che dal punto di vista dei diritti e doveri personali. È quanto si cerca di ottenere ora con questo progetto firmato da Alessandra Moretti insieme con altre due iniziative su questa stessa linea che già sono in Parlamento.

I termini della questione più propriamente legale quali sono visto che i principi di questa normativa teoricamente sono presenti da tempo nella normativa? E poi il quadro sociale si è effettivamente rivoluzionato con evidenza: con quali contraccolpi?

DANIELE ACCEBBI- Esercito da 33 anni e la tipologia delle persone che si rivolgono a me per un disagio da situazione familiare è profondamente cambiata. Se all'inizio erano una su dieci le coppie che vedevo, ora sono una su tre e tendenzialmente vanno ad essere una su due. Oggi le persone chiedono soluzioni: la principale è che non sanno dove andare dato che magari l'abitazione è intestata all'altro o hanno perduto il lavoro e devono fare i conti con il denaro; difficile informare queste persone che avendo scelto di fondare l'unione non sul matrimonio ma sulla convivenza e senza patti di nessun genere non possono godere delle garanzie del matrimonio come la coabitazione, la fedeltà, l'assistenza materiale e morale, ecc. per il quale matrimonio al momento di una rottura il soggetto economicamente più debole può vantare diritti precisi lungo un orizzonte ampio. Proprio per questo i patti tra conviventi sono forme molto utili per la regolamentazione di questi aspetti perché è proprio nella crisi che ci si fanno domande e si debbono dare risposte in assenza di garanzie visto che quella del paracadute/matrimonio non può esistere per definizione stessa del tipo di unione. Si tratta di patti atipici che non hanno bisogno di notaio o avvocato a meno che non si debbano creare diritti su immobili o di nominare un amministratore di sostegno nel caso di una persona che non può provvedere a se stessa. È utilissimo lavorare anche per dare notizie precise e quindi utili perché l'informazione sta venendo praticamente solo adesso e i Comuni come Milano stanno preparando veri e propri vademecum della convivenza in modo tale che chi è interessato sa di che cosa sta parlando e che cosa deve o può fare.

mirko_ruffoni (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)MIRKO RUFFONI- Bisogna ovviamente distinguere. La mia posizione di giurista cattolico risente di entrambi i fronti, cioè della dottrina tradizionale della chiesa e del dove si trova oggi la giurisdizione proprio perché come giurista mi confronto quotidianamente con le leggi vigenti. Importante capire da vicino anche il messaggio della chiesa e valutare se gli strumenti giuridici sono in conformità con le esigenze salvo il fatto che l'adesione al messaggio della chiesa è al di fuori dal discorso. È emersa questa possibilità della convivenza ed è chiaro che c'è la preoccupazione del magistero legata soprattutto al principio di responsabilità, posizione che non è retrograda perché viste da lontano le leggi sono una cosa, viste da vicino sono altra: la chiesa non è favorevole alla convivenza e alla sessualità tra le persone al di fuori del matrimonio proprio per il principio della responsabilità che è determinato solo dal matrimonio stesso. Ci sono strumenti a disposizione comunque per regolare i rapporti tra le persone anche al di fuori e quello che hanno fatto i notai è un grosso contributo per chiarire i diritti e i doveri ed informare, fermo restando che allo stato attuale si tratta di una regolazione che si limita all'ambito patrimoniale. La responsabilità evocata però dall'insegnamento della chiesa resta legata al matrimonio e per questo non si può chiedere alla chiesa di guardare ad altre forme con favore; a parte poi estendere il discorso ad altri problemi ancora, come ad esempio il registro delle coppie di fatto che sul piano giuridico cozza ancora e sempre sul concetto di assunzione diritto e assunzione doveri senza dire dell'articolo 29 della Costituzione che parla di nucleo famiglia come base sociale e punta sul diritto naturale e sulla differenza sessuale come base della famiglia stessa. L'antica antropologia dice le stesse cose, il diritto agganciato alla natura non si può liquidare così facilmente perché poi ce lo ritroviamo di fronte sul piano dei diritti umani. La realtà delle cose di cui parlava l'avv. Accebbi, uno a tre rispetto a uno su dieci, contiene evidentemente una domanda implicita sulla quale dobbiamo valutare bene se gli strumenti giuridici sono adeguati a cambiare e come; i notai fanno una loro proposta che si attaglia appunto alla normativa esistente ed utilizzabile, ma non si può allargare ad una ipotesi che ancora non esiste e quindi non può essere in nessun caso di aiuto per risolvere gli altri problemi, quelli al di fuori dell'ambito patrimoniale.



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