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Come comincia questa iniziativa che assicura anche un albergo, di per se' un successo, vista la scarsezza di posti dove i cani sono accolti?
ANNA CASASOLA- Gli ultimi anni lasciavamo il cane a casa oppure restavamo noi a casa: ci siamo chiesti perché non organizzare un cenone a misura di cane escludendo tutto quel che può dare fastidio a cominciare dai botti di capodanno. Le iscrizioni, per un primo evento, stanno andando bene, riceviamo richieste da fuori provincia e da fuori regione, avremo una media di un cane per due persone circa, in tutto una sessantina di persone.
MARTA DALLE CARBONARE- L'albergo è un argomento nato subito dopo l'inizio dell'organizzazione di questo nostro evento. Ci siamo accorti che nel nostro sito web avevamo oltre 1500 visualizzazioni soprattutto da fuori così abbiamo chiamato gli hotel vicini e chiesto se potevamo stabilire una convenzione; debbo dire che tutti hanno capito e senza prezzi aggiuntivi si può trovare ora da dormire anche vicino a Santorso. C'è anche da dire che ci sono voluti un paio di giorni di ragionamenti assieme, però hanno risposto tutti e positivamente tanto che penso ad un futuro con diversi presupposti anche nella vita di questi alberghi che magari non avevano mai pensato ad una soluzione di questo tipo. D'altra parte il cane sta cambiando gli equilibri del nostro vivere per cui anche i locali pubblici debbono sapersi adeguare, chiaro che se ci sono esclusioni e divieti in un certo posto lì non ci si va.
DAVIDE BRANCO- Vivo anch'io questa avventura e non in modo periferico; debbo dire anzi che vista l'idea come ENPA abbiamo pensato che ci si doveva adeguare; l'accesso per i cani deve migliorare, dappertutto, come in Romagna dove gli ospedali stanno per aprire spazi supplementari per permettere ai ricoverati di ricevere e vedere il proprio cane, o come l'Alto Adige dove si va dappertutto, o la Croazia, dove vado con il cane anche in biblioteca. L'anno prossimo chiederemo ai locali pubblici di rispondere ad alcune domande e da lì partiremo con una classifica vera e propria da una a quattro stelle per informare tutti i proprietari di cani di che cosa c'è a disposizione e dove invece non dovranno mai andare.. La situazione dell'alto vicentino sta cambiando anche se faccio ancora fatica a fermarmi in qualche posto, compresi i rifugi alpini. Forse è questione di un retaggio culturale anche se si nota che l'urbanizzazione fisiologicamente parlando porta ad un miglioramento dei rapporti e dell'informazione, però siamo un paese moderno e quindi dobbiamo per forza adeguarci: per ora la situazione è a macchia di leopardo, un po' sì un po' no, ma sappiamo che tutto va migliorato.
Un animale può essere un regalo e sotto Natale il pericolo si intuisce immediatamente...
NICOLA GASPARINETTI- Sempre più è scelta responsabile quella di regalare o adottare, in più l'ulss fa corsi con alla fine un patentino di abilitazione; l'iniziativa è rivolta a tutti, sia a chi i cani li regala sia a chi li riceve o li cerca e li compra. C'è anche il fatto che bisogna imparare a interpretare il linguaggio degli animali; troppo spesso l'approccio è sbagliato e provoca reazione mentre andare verso un animale aggirandolo e trattandolo dolcemente è l'atteggiamento corretto e non c'è pericolo che succeda qualcosa; io dico che ben vengano questi corsi perché effettivamente favoriscono un miglioramento generale della situazione e quindi dei rapporti, come nel caso del microchip che ha veramente cambiato le cose,
Invece non sono ancora del tutto superati i problemi che riguardano i condomini?
ANDREA GASPARINETTI- La nuova legge ha adottato una linea di pensiero già accettata con il "divieto del divieto" di inserire nel regolamento condominiale misure esclusive degli animali. Già prima non si poteva porre divieti nella proprietà privata; se però noi leggiamo oggi quel che dice la legge ci accorgiamo che essa parla di regolamento condominiale, uno strumento assembleare che di fatto non pone limiti alla proprietà. Se invece valutiamo le caratteristiche contrattuali singole all'interno di questa realtà ecco che nel contratto di locazione potrebbe essere inserito un divieto effettivo posto dal proprietario dell'immobile. Chiaro che l'inquilino deve a quel punto scegliere tra accettare il divieto e rifiutarlo cercandosi però un altro alloggio: firmata la lettera del contratto e verificate le condizioni da chi sottoscrive non c'è verso di tornare indietro perché significa una accettazione delle condizioni e quindi ricrea in effetti il divieto. La novità relativa è però la prassi positiva acquisita nel tempo. C'è sufficiente chiarezza, insomma, ma non tutto quel che c'era prima è stato spazzato via, l'importante comunque è la gestione del cane misurata davvero con consapevolezza perché è molto spesso alla base dell'origine di rapporti difficili e di liti varie. Una corretta gestione non crea problemi, se il padrone si comporta da perfetto maleducato allora sì che si provocano rotture vere all'interno di un condominio. Invece occorre il completo rispetto di tutti gli altri che vivono in condominio. Tutte cose scontate, ma solo in apparenza, perché in realtà non lo sono affatto e continuano a determinare rapporti difficili.
MARTA DALLE CARBONARE- Personalmente non ho problemi, la mia bassotta Magic non abbaia se non quando c'è un rumore molto strano e quindi può stare anche in casa da sola per qualche periodo; ho parlato con i miei vicini e sono tutti tranquillissimi, ma comunque mi tengo il cane in braccio quando passo per gli spazi comuni, ho sempre con me una bottiglia d'acqua e del materiale pulente. Questione di rispetto reciproco e anche di parlarsi perché bisogna ricordarsi sempre che parlarsi è possibile...
