NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
la domenica di vicenza
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Lo sport vicentino e la sua vitalità anti crisi

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Lo sport vicentino e la sua vitalità anti crisi

In che modo tiene ancora il passo questo sport di base che grazie al suo impianto volontaristico resiste anche alla crisi degli ultimi anni?

FERNANDO_ANDRIGHETTO (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)FERNANDO ANDRIGHETTO- Direi soprattutto con la lunga e paziente esperienza come dimostrano i nostri 100 anni di storia, un compleanno appena celebrato. La Polisportiva Fulgor è nata nel 1921, ha 500 atleti tesserato, un centinaio tra dirigenti segnapunti e arbitri una ventina di allenatori tesserati. Il fatto è che al centro del nostro lavoro c'è il ragazzo, o l'atleta, con una base di volontariato importantissima perché non c'è uno tra noi che alla fine del mese faccia i conti, siamo una specie di mosca bianca che ha la bella abitudine di avere allenatori i quali per l'80 per cento sono ex allievi Fulgor o ex atleti. Gente che magari si è staccata per qualche tempo, però poi è tornata e lavora ancora una volta con noi.

ENRICO MASTELLA- Condivido tutto perché il non invecchiamento della nostra presenza dipende dall'impostazione e dalle motivazioni. Il CSI ha 70 anni, qui a Vicenza è nato nel 45 dopo la guerra, per ricostruire non solo sulle macerie delle case ma su quelle delle persone. Ecco, la propensione all'attenzione ala persona è un nostro modo di essere e di vivere sapendo anche adattarci dove occorre alla regole perché la persona sia sempre al centro. Lo sport è uno strumento fondamentale come lo è l'agonismo perché a nessuno piace perdere, ma bisogna capire dove finisce l'agonismo e dove si prosegue per la formazione, che vuol dire anche capire che cosa vuol dire perdere e accettarlo. Ci occupiamo di promozione dello sport, se poi un ragazzo o una ragazza vanno avanti da soli per qualità particolari va benissimo, ma la nostra partenza è l'altra, quella che guarda alla formazione e alla crescita.

ELIO RIGOTTO- Abbiamo 38mila tesserati primo comitato provinciale a livello nazionale, sia come svolgimento di attività, sia come entità di associazioni. Tutto è nato nel 1983 e da allora è cresciuto fino a questi numeri che significano sacrificio, volontà, dedizione ad un obiettivo che è appunto la crescita dei ragazzi. Siamo in tanti, tutti decisi a seguire l'obiettivo, sapendo benissimo che l'agonismo ci può e ci deve essere, ma è una delle componenti di una competizione, anche se si gioca a carte. Le nostre età di frequentazione sono divise tra giovanissimi e non più giovani; i bambini cerchiamo di portarli fino ad un certo livello dopo di che spesso vanno nelle federazioni attorno ai 16 anni; quando non fanno più parte di una federazione ritornano e in genere diventano dirigenti allenatori ed educatori.

MAURO DALLA POZZA- Il filo conduttore è evidentemente lo stesso, propongono le cose alla stessa maniera; queste realtà riescono a far maturare dirigenti che sono poi in grado di essere bravi dirigenti, al contrario di quanto succede nelle federazioni dove spesso entrano quelli che hanno ispirazioni politiche. Lo sport agonistico ad alto livello nel vicentino ottiene sempre meno risultati, ma non solo per la mancanza di mezzi economici, ma anche per la crisi di menti e di cervelli, non solo nei dirigenti ma anche ai tecnici e agli stessi atleti cresciuti in altro modo, per così dire. Troppi tuttologi, per dirla tutta. I livelli massimi di una ventina di anni fa si sono perduti e non credo che tutto dipenda dalla crisi e dalla scarsità di denaro... Senza queste realtà di volontariato sono sicuro che non ci sarebbe neppure lo sport ad alto livello. La prima cosa da fare poi è realizzare la cultura non del tifoso ma di chi frequenta tanti sport, praticati o visti. Le polisportive e i patronati rivestono proprio questa funzione: dappertutto è così, qui da noi invece fanno fatica a vivere, ma come vediamo da questi tre nostri amici continuano e non invecchiano. Ecco perché questo fenomeno del volontariato è così importante.

Pariamo sempre del volontariato come di una forza imponente, visibile e non, che determina rilevanti risultati, nei servizi alle persone, ma anche allo sport...

MAURO_DALLA_POZZA (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)MAURO DALLA POZZA- Posso dire che è una presenza particolarmente determinante. Dalla Fulgor Thiene che mi è tanto cara perché ho cominciato il mio lavoro, al CSI all'AICS. Non è un caso che queste tre entità siano qui invitate da te a In Piazza. Nel corso di tanti anni non ho mai visto diminuire il valore di queste attività. A loro chiederei da dove arriva la tradizione. Così come sia sempre più frequente la moltiplicazione delle manifestazioni podistiche a cui si partecipa anche da non agonisti, con moglie e figli.

FERNANDO ANDRIGHETTO- Abbiamo avuto sport di tutti i generi compreso il ciclismo, lo sci il tennis tavolo, l'hockey. Quale che fosse lo sport è stato usato per educare come base di partenza e di lavoro perché lo sport aiuta tantissimo ad aiutare la persona: Fulgor vuol dire come acronimo fedeltà, unità, lealtà, generosità, ordine, rispetto, vale a dire una impostazione che parla da sola di quali siano gli obiettivi.

ENRICO MASTELLA- La nostra connotazione principale d'altra parte è di stare attenti alle attività formative e ai processi educativi del mondo sportivo, mentre l'altra è per l'impegno sociale, in campo da più di venti anni e che ha colto vari aspetti della vita di tutti: siamo partiti dall'attività con disabili psichici e corsi per i formatori e gli operatori dei centri in modo che la dimensione non sia isolata dal mondo sportivo ma integrata nello stesso. Per e con è il nostro credo vero, persone con valori, attività che siano di integrazione: ci riusciamo e anche no, ma sempre c'è una partecipazione che testimonia del fatto che il lavoro c'è e va avanti. L'attività sociale sta prendendo piede e ora si dirige anche verso il mondo del carcere dove operatori isef sono andati a fare attività motoria per poi passare ad altro argomento con altri professionisti come la medicina sportiva, la traumatologia sportiva e tanto altro, sempre inerente alla formazione. Siamo in collaborazione anche con le scuole che stanno sempre più partecipando. Il carcere anche se piazzato fuori città ne fa parte ed è ingiusto dimenticarsene. Chiaro che non andiamo noi dirigenti o tecnici a proporre questo genere di incontri, ma che mandiamo le persone competenti, tecnici veri che sanno di che cosa parlare in ciascuna materia proposta. Il grande progetto del 2004 che riguarda carcere e scuola sta andando avanti: soprattutto una partita di calcio e di pallavolo fino al 2009 ed ora un ampliamento dell'orario all'interno del carcere, incontri con alcuni detenuti soprattutto giovani, una merenda, sempre una partita e poi verso le 3 del pomeriggio si finisce. Da qui nascono le assemblea sulla legalità che facciamo nelle scuole e quindi di tutte le attività che sul settore sociale si possono riversare perché per noi lavorare con i giovani è un investimento sul futuro. Se si lavora su legalità e accoglienza chi ne ha sentito e parlato se ne porta il ricordo e questa è la cosa più importante.

ELIO RIGOTTO- Le realtà sono davvero varie: mi domando che cosa sarebbe la provincia di Vicenza senza queste associazioni che sul territorio svolgono tutta una serie di attività di volontariato. Mi domando questo. Magari non andiamo sui giornali però siamo qui, magari non si vede quello che facciamo ma se non ci fossero queste associazioni che ne sarebbe delle crescita dei nostri ragazzi? Vedo di tutto, compresi alcuni anziani che vengono a partecipare a gare di pesca invernali. Poi c'è di tutto, dal pattinaggio alle arti marziali, alla ginnastica ritmica e artistica, cerchiamo di portare avanti tutto e tutti istruendo e formando, sempre con qualità, perché utilizziamo per professionalità vere senza le quali nascerebbe il fai da te che ai ragazzini fa un gran male, quanto più piccoli sono.

MAURO DALLA POZZA- E non ci fossero andrebbero inventati. Una delle cose che so di sicuro è che proprio questo sport attivo e di base è andato spessissimo oltre frontiera, ha portato Vicenza nel mondo e in Europa. Non ci vuole molta memoria per ricordarci di questi fatti che sono tutti lì a disposizione ed hanno un valore riconosciuto tra l'altro da tutti.



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