NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
la domenica di vicenza
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“Il PdL? Un partito che non esiste”

L'avvocato Andrea Pellizzari, da inizio anno ha traslocato passando dal PdL alla Lega Nord. Ed ora ne spiega, in questa intervista esclusiva, i veri motivi

di Luca Faietti
faiettil@tvavicenza.it

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“Il PdL? Un partito che non esiste”

L'avvocato Andrea Pellizzari, fino allo scorso anno era presidente dell'Immobiliare Fiera, e consigliere PdL durante la giunta Hüllweck. Oggi è un tesserato della Lega Nord: «Anche se le mie origini sono leghiste», precisa lui. È un caso, come altri ve ne sono stati in passato, ed altri probabilmente stanno maturando per il futuro (vedi caso Meridio), sintomo di un malessere all'interno del principale partito (anche se di poco) del Veneto, il PdL per l'appunto? In verità sembra che la "fusione a freddo" tra Forza Italia ed Alleanza Nazionale non abbia prodotto slanci e progetti realmente forti e comuni nel neonato PdL. E così più di qualcuno ha cominciato a guardarsi attorno e a valutare aspetti come la mancanza di strutture e di idee forti, come lacune troppo profonde. Pellizzari è uno di questi. «Non sono uscito in polemica con nessuno - motivava l'avvocato il day after la sua fuoriuscita - Semplicemente mi mancavano degli slanci che non trovavo più nel PdL. L'idea del federalismo la condivido appieno e su questo aspetto il mio ex partito non s'è mai davvero impegnato. Sono entrato in punta di piedi in Lega e devo essere sincero, non ho trovato quel clima di conflittualità di cui mi parlavano, anzi. Prima del mio passaggio ho sentito molti ex colleghi di Forza Italia, qualcuno mi ha anche dato il suo appoggio e si sono detti pronti a fare il salto anche se devono valutare ancora molte cose. Di sicuro, da quello che posso dire ora, non sarà il primo. Di certo poi l'aria che si respira adesso nel PdL, anche cittadino, non è delle migliori, e dispiace vedere quello che sta accadendo, è come se mancasse un'idea comune, le due correnti sono troppo opposte a mio avviso».

Ma Pellizzari non è l'unico a soffrire delle conflittualità interne al PdL. Recentemente è scoppiato il caso di Gerardo Meridio, tesserato o meno per la Lega Nord ad Arzignano e non accettato dal segretario provinciale del Carroccio Paolo Franco.

La versione di Meridio però rettifica l'intenzione attribuitagli da Franco di voler passare in Lega: «In campagna elettorale passando per Arzignano, come spesso mi capita -spiega- vedendo un banchetto pro Zaia mi sono fermato e anche se sconosciuto ai militanti presenti ho deciso "carinamente" di dare il mio sostegno a Zaia con un piccolo gesto e un piccolo contributo a chi dedicava il proprio tempo per una causa comune. Da questo piccolo contributo quale ricevuta mi si dava la cosiddetta tessera da sostenitore della Lega Nord. Io ci sorrisi, tra l'altro ben sapendo che tale tessera in realtà tessera non è, essendo in Lega quella da Militante che dà diritti di voto e di elezione, e me ne dimenticai perfino, essendo il mio gesto chiaro e positivo, nei confronti del candidato presidente Zaia che ha tutta la mia stima e apprezzamento. Mai avrei pensato di scatenare una sorta di sacra inquisizione del Sen. Franco e di essere usato come pretesto per tagliare la testa alla segretaria di Arzignano. Se avessi voluto aderire alla Lega, che peraltro trovo molto più vicina ai problemi della gente rispetto ad altri partiti, avrei fatto passi diversi, parlandone per primo al PdL. Mai ho pensato di lasciare il partito nel quale milito da anni con coerenza e lo dimostrano i fatti e le posizioni in gruppo consiliare a Vicenza. Quindi perché tutto questo clamore? E non voglio addentrarmi nelle faide di Franco contro Finozzi, Filippi, Fongaro Bizzotto ed altri o sui problemi dell'inserimento di Pellizzari a Vicenza o di Nieddu che solo 12 mesi or sono era candidato contro il PdL e la Lega a sindaco di Arzignano!».

Se Meridio nega con decisione, è pur vero che la Lega Nord sta diventando un polo d'attrazione politica di molti (vedi ad esempio Luca Balzi, consigliere comunale PD, che dichiarò di votare Zaia alle regionali). Ma perché? Lo abbiamo chiesto all'avvocato Pellizzari, ed il quadro che ne emerge è piuttosto chiarificatore.

 

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