E rispetto ad una Variati 2 che ne dite? Lo appoggereste in un ambito di coalizione di centrosinistra?
Langella: «Sembra abbastanza prematuro affrontare questo problema. Dipenderà dai contenuti del programma e dalle garanzie di come e quando verrà attuato».
Pesavento: «Per le elezioni comunali del 2013 è ancora prematura ogni decisione».
Asproso: «Non abbiamo mai preteso contropartite, solo il rispetto degli impegni assunti con noi e i nostri elettori in campagna elettorale. Le cose sono andate in modo diverso, ma non ne facciamo un dramma, semmai questa vicenda ci è servita a fare esperienza e ad imparare dagli errori trascorsi. Tuttavia, una cosa risulta ben chiara anche dagli ultimi test amministrativi: senza la Sinistra non si vince (così come non si sarebbe vinto a Vicenza tre anni fa), ma senza il ruolo centrale del PD non è possibile evocare una reale alternativa a PdL e Lega.
L’alleanza con Variati è quindi nell’ordine delle cose e nell’interesse di tutti, in primo luogo della città».
O avrà un peso l'essere stati esclusi dalle “contropartite” di giunta?
Pesavento: «Non capisco il senso della domanda dal momento che non abbiamo mai chiesto di entrare in questa Giunta e pertanto non ne siamo stati esclusi».
Langella: «Ci teniamo a precisare una cosa. Alle ultime elezioni comunali, la lista “La Sinistra, l’arcobaleno” non ha fatto parte delle liste che appoggiavano il candidato sindaco Variati. Al ballottaggio abbiamo deciso di appoggiarlo senza chiedere contropartite (peraltro offerte e promesse da Variati stesso). La questione era molto semplice: cambiare la direzione politica della giunta vicentina. Una necessità più che un’opportunità. Il peso delle “contropartite” è, quindi, inesistente. Non è per questo che i comunisti fanno politica. Il peso principale è il programma. Non ci sembra che le decisioni della giunta Variati, almeno fino ad oggi, vadano nella direzione auspicata».
Secondo voi, in vista delle prossime amministrative, la coalizione di centrosinistra dovrà comprendere larghe intese e quindi i vari Cicero ed Udc? Ed il Fli?
Langella: «Assolutamente no».
Pesavento: «Bisogna vedere quali saranno i soggetti politici presenti fra due anni e su
quali basi politico-programmatiche saranno costruite le coalizioni».
Asproso: «Il “monocolore variatiano” poteva andar bene in una stagione di transizione, tant’è che i nodi più spinosi non sono ancora stati sciolti, ma chi governerà nei prossimi 5 anni dovrà fare scelte importanti, che cambieranno il volto della città. Allo stesso modo, gli elettori non si appassionano alle operazioni di vertice, alle formule alchemiche della vecchia cucina partitica, alle ammucchiate indistinte. Vince chi dimostra di avere un progetto credibile e condiviso, chi assume in maniera prioritaria la tutela del territorio e la salvaguardia dei beni comuni, chi non teme le lobby corporative, ma rivendica la primazia della politica sull’economia, e l’interesse generale sul tornaconto di pochi. La somma algebrica delle sigle di partito non dà alcuna garanzia di conseguire il risultato, poiché i cittadini sono sempre più esigenti, consapevoli, e desiderosi di contare.
Questo lo sa benissimo anche Variati e siamo certi che si regolerà di conseguenza».
nr. 26 anno XVI del 9 luglio 2011