Questa non è coerenza politica, ma nemmeno politica
A conclusione della tornata elettorale amministrativa la Capogruppo in Consiglio Regionale del PD se ne esce dicendo che in Veneto si è dimostrata la battuta d’arresto della Lega e che se lo si ritiene un successo quello di aver portato a casa, naturalmente con l’appoggio di un’ampia coalizione, praticamente quasi tutto quello che vi era da portare, questo era dovuto al “sistema clientelare del governatore Luca Zaia” (VVOX). Interessante analisi non per l’approfondimento degli elementi che concorrono a una vittoria elettorale, ma per la straordinaria superficialità del commento. Che la signora Capogruppo ci abbia abituato alle sue uscite vivaci e ardite questo avviene da tempo, che però non veda come in realtà se esiste un po’ di opposizione e di proposta in Consiglio Regionale non è sicuramente frutto del suo particolarissimo impegno ma caso mai di altri componenti la squadra PD, e più ancora dal altri partiti e in primis dal M5S. D’altra parte anche al tempo della sua presenza in Vicenza in qualità di vicesindaco il ricordo che ha lasciato è più legato alla infelice idea della manomissione di una targa commemorativa che a qualche altra iniziativa autenticamente legata all’interesse reale della città. Il risultato elettorale mi pare che segni un bel zero vittorie, almeno nelle realtà di un certo peso sul piano delle residenze e questo risultato meritava una analisi meno presuntuosa e maggiormente autocritica.
A fare il paio con l’uscita della Signora Moretti vi è quella del Sindaco di Vicenza, Achille Variati che a fronte dei risultati assai risibili di un sondaggio telematico accompagnato da uno telefonico. In tutto nemmeno 1200 cittadini (su una totale preannunciato che doveva aggi rasi attorno ai 30.000 contatti, quindi un pressoché totale fallimento) che abbiano dato una risposta alla domanda circa cosa la città voleva tra due proposte relative al tema TAV/TAC, si dice soddisfatto perché il 70% (naturalmente delle risposte) dava ragione alla sua proposta. Ma di quale delle sue proposte? Non certo la prima, quella che addirittura veniva presentata come assolutamente e rapidamente accettabile pena la perdita di questa grande (senza ironia alcuna veramente importante) opportunità della TAV e che prevedeva la dismissione della vecchia stazione di Viale Roma da trasformarsi in centro cultural-ricreativo aperto 24 ore al giorno ? Oppure quella di mantenere la stazione vecchia sostenuta suo, del sindaco naturalmente, malgrado da gran parte della popolazione che se ne è interessata e che, alla fine, ha obbligato, letteralmente, l’Amministrazione a prenderne atto, e a inventarsi il sondaggio per non perdere, più di tanto, la faccia? Perfino le Ferrovie hanno decretato questa scelta e in qualche misura anche l’azione dell’UNESCO che trova da ridire assai proprio su quanto costruito sull’area dell’ex Cotorossi, nelle vicinanze del quale si voleva porre una stazione ferroviaria nuova di zecca. Cemento su cemento. Chiudo riportando un brandello delle dichiarazioni del Sindaco Variati, tratte da Vicenza Più. “Per quanto riguarda invece la scelta progettuale la stragrande maggioranza dei cittadini si è detta d’accordo in modo inequivocabile con il parere espresso dalla giunta in favore del mantenimento della stazione in viale Roma, con una possibile fermata aggiuntiva in zona Fiera. La giunta ha quindi formalizzato la sua scelta in favore del mantenimento della stazione in viale Roma ed ora spetterà al consiglio comunale che si riunirà il 30 giugno il voto definitivo”. Esattamente il contrario di quanto affermato all’inizio della avventura TAV/TAC e chissà cosa altro ancora ci aspetta.